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Blaszczykowski, autobiografia shock: “Ho visto papà uccidere mia madre”

Il centrocampista del Borussia Dortmund racconta in un libro il terribile episodio della sua infanzia

Non è facile trovarla, ma ogni tragedia ha una via d’uscita. Lo sa bene Jakub Blaszczykowski, centrocampista polacco del Borussia Dortmund che ha deciso di pubblicare un’ autobiografia che comprenderà anche il capitolo più buio della sua vita. Kuba (questo il suo nomignolo nonché il titolo del libro), tornerà infatti a parlare di quando, a 10 anni, vide suo padre ammazzare sua madre.

LA TRAGEDIA — Intervistato da Die Welt, Blaszczykowski ha raccontato: “Quest’anno compirò 30 anni, ho una discreta esperienza alle spalle e credo di avere qualcosa da raccontare. Mi sono fatto aiutare da Malgorzata Domagalik, una nota giornalista mia connazionale. Il libro uscirà a maggio“. Poi la rivelazione: “Nella mia autobiografia racconto tutto quello che ho vissuto, quindi anche di quando sono stato testimone dell’omicidio commesso da mio padre ai danni di mia madre”. Prima degli Europei del 2012 Kuba aveva già raccontato l’accaduto, ma questa volta va ancora più in profondità: “Non è facile. Ma è un episodio che non dimentico e che non dimenticherò. Fa parte di me. Quel giorno la mia vita è cambiata, è stata stravolta, ma credo di aver acquisito molta forza. Ho affrontato tanti problemi nella mia vita, cose che altre persone avrebbero percepito come tragedie. Io invece non mi sono fatto sconvolgere. So che qualsiasi cosa accadrà, ho già vissuto di peggio”. Ripartire non è stato facile: “Fino ai 15-16 anni ero alto solo 155 cm, poi improvvisamente sono arrivato a 175. Mi sono allontanato da tutti. Per anni non ho accolto amici a casa”.

VITA NUOVA — Oggi però Jakub si ritiene perfino fortunato: “Sono ancora in contatto con un mio amico di scuola. So che si alza tutti i giorni alle 6 e nonostante questo non può permettersi molto. Non può nemmeno andare in vacanza. Io invece gioco a calcio, la cosa che amo di più al mondo, e vivo emozioni intense”. Blaszczykowski sa che se oggi le cose gli vanno bene è in particolare grazie all’aiuto di due persone: “Intanto mia nonna. Ha cresciuto me e i miei fratelli come fossimo figli suoi. E poi ovviamente mio zio (Jerzy Breczek, ndr), anche lui è stato un calciatore e un nazionale polacco, mi ha plasmato”. Dopo un lungo infortunio, Kuba si sta finalmente allenando con la squadra: “Sono contento che il ginocchio non mi faccia più male. Sono contento di aiutare i miei compagni. Usciremo da questa crisi. Il passato è passato, pensiamo al presente. Sappiamo che possiamo farcela. Questa storia avrà un finale allegro”. È proprio Kuba a meritarlo.

 

Fonte: gazzetta.it

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