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Brasile 2014 – Argentina-Iran 1-0, Messi inverte la storia, cadono gli eroi di Persia

Una giocata da fenomeno di Lionel Messi infrange il sogno dell'Iran, dopo una partita perfetta in fase difensiva. 90' per Fernandez, 77' per Higuaìn

Ritorno alle origini per l’Argentina di Sabella allo stadio Mineirão di Belo Horizonte con un 4-3-1-2 e Messi ad agire da trequartista classico alle spalle delle due punte Higuaìn e Aguero. Un 4-5-1 per l’Iran di Queiroz per arginare le sortite offensive albicelesti. Primo tempo dai ritmi lenti che vive sulle poche fiammate di Di Maria e Messi alla ricerca del fendente decisivo nella stoica retroguardia iraniana che difende con 9 uomini in area di rigore, le occasioni principali infatti avvengono da calcio piazzato. Al 13’ è Gonzalo Higuaìn ad impensierire per primo l’Iran, lanciato in profondità da Gago viene chiuso abilmente da una bellissima uscita di Haghighi che gli oscura totalmente lo specchio della porta. Al 22’ bel fraseggio in spazi stretti dell’Argentina, azione tutta di prima, Di Maria-Higuaìn-Aguero con l’attaccante del City che conclude il triangolo con un destro a giro ben parato dall’attento Haghighi. Al 24’ è Rojo a sfiorare il goal con un colpo di testa da calcio d’angolo battuto da Di Maria. L’Iran quando può prova a rendersi pericoloso in ripartenza ma Garay e Fernandez riescono a sventare i pericoli con l’aiuto di Mascherano, murando tutte le iniziative offensive iraniane. Al 37’ proprio Garay sfiora l’incrocio su colpo di testa dopo una punizione calciata dal sinistro di Messi. Il gioco stenta a decollare e l’albiceleste appare come una squadra divisa a metà, tra quelli che difendono e quelli che attaccano, con grandi buchi a centrocampo ripianati parzialmente dal lavoro oscuro di Mascherano, incide anche la forma non brillante di alcuni uomini chiave nell’attacco argentino, come Messi, troppo egoista in varie situazioni preferisce ostinarsi in un dribbling senza tanti risultati non premiando le svariate sovrapposizioni di Zabaleta, la difesa iraniana ben si adegua triplicando puntualmente la Pulga, e come Higuaìn, il centravanti del Napoli non sembra essere al top nella condizione, manca negli spunti e in alcuni controlli elementari per un calciatore delle sue qualità. Al 42’ c’è il rischio beffa su calcio d’angolo, con Hosseini che anticipa di testa la retroguardia argentina mandando di poco alto, è l’ultimo sussulto di un primo tempo molto complesso per la squadra di Sabella. Secondo tempo che sembra nascere sotto una stella diversa per l’Argentina che aumenta l’intensità sfruttando maggiormente le sovrapposizioni di Rojo e Zabaleta e con un Messi certamente più ispirato ma è incredibilmente l’Iran a sfiorare il vantaggio con un contropiede gestito in maniera magistrale con Shojaei che sfrutta il buco centrale dei sudamericani superando in bello stile due avversari e allargando per Montazeri che crossa con il contagiri per Ghoochaan. che anticipa Garay e solo una gran parata di Romero gli nega la gioia del goal. Al 60’ una giocata di Messi che trova un corridoio centrale superando due avversari e con un sinistro a giro sfiora il palo alla destra di Haghighi. E’un lampo nel deserto perché ci crede l’Iran che prova a sfruttare le difficoltà dell’Argentina, al 64’ una conclusione dalla distanza di Haji Safi viene deviata in calcio d’angolo da cui si genera una mischia che per poco non favorisce gli iraniani per il goal del vantaggio. Al 67’ Romero salva ancora l’Argentina deviando un colpo di testa di Dejagah che anticipa Zabaleta. Al 74’ è Di Maria a rendersi vivo, procurandosi un calcio di punizione che il solito Messi manda a pochi centimetri dall’incrocio. Al 75’ ancora pericoli sulla catena di sinistra, duettano Rojo e Di Maria con conclusione finale dell’esterno del Real Madrid troppo centrale però, tra le braccia di Haghighi. Al 77’ Sabella prova a dare una scossa ai suoi inserendo Palacio e Lavezzi al posto di Higuaìn e Aguero ed è proprio il Pocho a dare maggior verve all’attacco albiceleste con dribbling e velocità sulla fascia destra. All’87’ ancora Iran in contropiede e ancora Romero in giornata di grazia che neutralizza il sinistro di Ghoochaan. L’Argentina continua ad infrangersi contro il muro iraniano, la squadra sembra esser priva di idee e di concretezza, l’uscita di Higuaìn, non nella sua giornata migliore, toglie però centimetri all’attacco albiceleste che continua a far piovere palloni interessanti al centro dalle ali Di Maria e Lavezzi, ma la retroguardia dell’Iran ben aiutata da Haghighi neutralizza ogni offensiva. La partita sembra scivolare verso il triplice fischio e in un punto che avrebbe fatto la storia per gli eroi di Persia, stoici e coraggiosi, dopo una partita che mai il loro popolo avrebbe dimenticato, e nella storia questa partita ci andrà ma in un modo diverso, il destino è beffardo e crudele ma a volte ha un nome e un numero, il 10, quello di Messi, che nei minuti di recupero disegna la traiettoria per (ri)scrivere la storia albiceleste ai mondiali,  con l’altro 10, quello più famoso, ad osservare in tribuna.

 

La partita di Higuaìn e Fernandez

Delude Higuaìn, non al top della condizione e in difficoltà contro l’arcigna difesa iraniana. Difficoltà spesso anche di natura tecnica con controlli errati e passaggi poco precisi non usuali per un calciatore delle sue qualità, attendiamo la prossima partita per verificare se si tratta solo di una giornata storta o di un ritardo nelle condizioni.

Partita da sufficienza piena per El Flaco, abile nelle chiusure, più sicuro nel complesso del compagno di reparto Garay, bene sia in anticipo che di testa nei calci d’angolo dove spesso sovrasta gli attaccanti iraniani, un po’ in difficoltà in campo aperto dove soffre la velocità di Ghoochaan., si propone anche in qualche sortita offensiva sui calci piazzati.

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