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Cairo: “Calcio più unito, e basta furbetti. Impossibile prevedere ora nuove date”

Così il patron granata

“Inutile avventurarsi in previsioni, davanti a una pandemia noi non possiamo che navigare a vista. Fissare un inizio o una fine ora è senza senso, ma nel caso riprendessimo l’ipotesi porte chiuse è la più probabile”, così il presidente del Torino Urbano Cairo al quotidiano torinese “La Stampa”. E spiega anche che il taglio degli stipendi dei calciatori “sarà inevitabile”, in proporzione al periodo di inattività: “Credo che i calciatori siano a primi a non volerlo, sono ragazzi che hanno testa”. Annuncia, quindi, che martedì, quando si riuniranno tutti i club in Lega, “cercheremo una soluzione condivisa”.

DECISIONE IN RITARDO

Dopo una breve digressione sul passato (“Io lo dissi subito, nell’assemblea della Lega Calcio del 10 marzo, ‘se non prendiamo decisioni drastiche, anche spostare tifosi contribuirà ad aumentare esponenzialmente i contagiati’), lo guardo torna subito al presente: “Dopo la guerra questa è l’emergenza più dura da combattere”. Cairo è convinto che “questa emergenza ha compattato il calcio italiano, c’è più unità di prima. Molti falchi sono diventate colombe anche se è rimasto qualcuno che vuole fare il fenomeno, che rompe il fronte per avere vantaggi. Furbizie, atteggiamenti di piccolo cabotaggio”. Ma non fa nomi: “Non voglio dare lezioni a nessuno”. Ma davanti ai nomi di De Laurentiis e Lotito aggiunge: “Dire’la mia regione non ha problemi’ con una situazione così in evoluzione è una frase infelice”.

TROPPI EGOISMI

—Sulla Champions ed Europa League “sono subentrati gli egoismi dei paesi. Che allora si sentivano immuni dal contagio e vedevano in difficoltà solo l’Italia. L’Uefa ha cercato di preservare coppe ed Europei con motivazioni sportive e soprattutto economiche, poi si è dovuta arrendere quando si sono resi conto che il virus non era solo un’emergenza italiana. Anzi, il resto del mondo si è adeguato a noi”. La conclusione è sulla sua idea di calcio dopo il coronavirus in Italia: “Se rispetteremo le regole, l’talia riuscirà anche se non a breve a rivedere la normalità. E così anche il calcio”.

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