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Calcio scommesse, 43 nuovi indagati

I magistrati credono al pentimento di Gervasoni: i giocatori presto dal pm

La moglie gli ha mandato a dire, a mezzo stampa, che lo perdona «e gli vuole concedere una seconda possibilità». I magistrati di Cremona gli fanno sapere, tramite indiscrezioni, che gli credono al punto da mettere sotto inchiesta tutti quelli da lui coinvolti nell’affare calcioscommesse.
E così Carlo Gervasoni vede crescere i frutti del suo pentimento. Il mondo del pallone scricchiola di fronte alle rivelazioni di questo terzino che ha girovagato fra serie B e C1 ma che ha chiamato in causa pure squadre e calciatori di serie A i quali saranno presto convocati dai pubblici ministeri.
Così ha deciso il procuratore capo di Cremona, Roberto Di Martino, lo stesso che tiene le fila dell’inchiesta sui match calcistici che sarebbero stati taroccati per favorire un’associazione internazionale di scommettitori. Di Martino lo scorso 27 novembre aveva interrogato Gervasoni, giocatore del Piacenza (attualmente sospeso dalla Figc) arrestato qualche giorno prima di Natale nel blitz che aveva portato in carcere anche l’ex atalantino Doni. E Gervasoni, oltre a confessare che buona parte delle accuse rivoltegli erano fondate, ha raccontato di sua spontanea volontà nuovi episodi, ha elencato altri incontri falsati, ha fatto nomi di colleghi coinvolti.
Dopo qualche giorno di meditazione il procuratore Di Martino ha deciso che il calciatore pentito è credibile. E così ha deciso di iscrivere nel registro degli indagati tutte le persone di cui ha parlato e i cui nomi ancora non figuravano nell’indagine. Qualcuno ha già fatto i calcoli: i nuovi indagati dovrebbero essere quarantatre, e fra loro alcune celebrità come il laziale Mauri. Il quale – sapendo di essere stato chiamato in causa – ha già replicato ai sospetti dichiarandosi del tutto estraneo al giro delle scommesse.
Va detto che l’iscrizione nel registro degli indagati è un’iniziativa quasi obbligata da parte dei magistrati e non va interpretata come una sorta di condanna anticipata. Gervasoni ha parlato di match combinati e di atleti che avrebbero accettato di condizionarne il risultato; ora compito dei magistrati è di verificare se quegli atleti sono davvero nel giro delle truffe sportive; per poter fare indagini sul loro conto, tuttavia, è necessario metterli formalmente sotto inchiesta.
Già da giorni chi si appassiona alle vicende del calcio sa che gli incontri di serie A di cui ha parlato il pentito Gervasoni sono tre, tutti dello scorso campionato: Lazio-Genoa, Lecce-Lazio, e Palermo-Bari. Per quanto riguarda gli incontri della squadra laziale presumibilmente taroccati il giocatore maggiormente chiamato in causa è Stefano Mauri. Bisogna precisare che Gervasoni e Mauri manco si conoscono, e il primo ha parlato del secondo solo per sentito dire riferendo di aver saputo che il laziale alla vigilia dei due incontri «sotto sospetto» si incontrò con un paio di emissari del gruppo di stranieri (il cosiddetto clan degli zingari) soliti a versare decine di migliaia di euro ai giocatori disposti a taroccare le gare.
Sempre Gervasoni dice che per quanto riguarda Lazio-Genoa gli zingari sul versante della squadra ligure contattarono Omar Milanetto (ora trasferito al Padova). L’obiettivo della combine era quello di fare in modo che alla fine del primo tempo fossero già stati segnati almeno due gol: effettivamente le squadre andarono all’intervallo sull’1 a 1 e solo nel secondo tempo il match ebbe una svolta a favore dei laziali che vinsero 4 a 2.
Per quanto riguarda l’incontro con il Lecce, ad accettare di addomesticare la partita per la squadra pugliese furono, stando alle voci di cui Gervasoni ha riferito, Benassi e Rosati, attuale secondo portiere del Napoli. Ma il calciatore pentito è anche andato oltre, chiamando in causa il Chievo e il Novara per una partita di Coppa Italia (sempre della stagione scorsa) e gettando ombre su calciatori della massima serie come Pellissier ed Eriberto (del Chievo), Padelli (ex Bari attualmente all’Udinese), Fontana e Ventola (Novara). Oltre naturalmente a numerosi compagni delle sue ex squadre o a calciatori delle squadre avversarie che, soprattutto nella stagione 2008-2009, accettarono di condizionare almeno sei incontri di serie B.

Fonte: Il Mattino

La Redazione

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