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Calciopoli, processo d’appello rinviato al 3 luglio

In aula ieri c'erano alcuni tra i principali imputati: su tutti l'ex direttore generale della Juventus Luciano Moggi.

Subito una falsa partenza per il processo d’appello a Calciopoli, il cosiddetto sistema Moggi che – a detta dei giudici di primo grado che nel 2011 hanno condannato dirigenti e arbitri – avrebbe condizionato la regolarità dei campionati di calcio 2004-2005 e 2005-2006. Davanti al collegio della sesta sezione della Corte d’Appello di Napoli, presieduto da Silvana Gentile, sono ricomparsi molti dei protagonisti dello scandalo che nel maggio del 2006 sconvolse il mondo del pallone ma un difetto di notifica ai legali del presidente della Reggina Pasquale Foti e dell’ex designatore arbitrale Paolo Bergamo ha determinato subito un primo rinvio al 3 luglio. Altri vizi nella notifica (per i dirigenti viola Andrea e Diego Della Valle e Sandro Mencucci) sono stati sanati con la notifica in aula ai rispettivi difensori.
In un primo momento la prossima udienza era stata fissata per il 21 giugno, ma dopo una lunga camera di consiglio il presidente Gentile ha valutato non congrui i tempi per la notifica e ha spostato la data al 3 luglio (ore 11). Un rinvio che gela le speranze di chi credeva che il processo d’appello potesse concludersi entro l’estate. I tempi del processo, su cui incombe forte il rischio della prescrizione (che per le singole frodi sportive sembra pressochè scontata) saranno inevitabilmente più lunghi: cinque o sei le udienze previste di cui almeno due quelle fissate a luglio e altrettante a settembre. La sentenza potrebbe arrivare tra ottobre e novembre. In aula ieri c’erano alcuni tra i principali imputati: su tutti l’ex direttore generale della Juventus Luciano Moggi. Con lui anche l’ex designatore arbitrale Paolo Bergamo e gli ex arbitri Massimo De Santis e Paolo Bertini. Proprio da questi ultimi due è stata espressa la volontà di rinunciare alla prescrizione per puntare all’assoluzione piena. Al termine dell’udienza, inoltre, l’avvocato di De Santis, Paolo Gallinelli, ha chiesto alla corte di poter portare in aula, per farle ascoltare, alcune telefonate inedite. Sul punto il collegio si è riservato una decisione pur facendo notare che il processo di appello «si fa sulle carte». Una prima schermaglia indicativa di quello che potrà essere questo secondo round con le difese intenzionate a introdurre nuovi elementi di prova non presi in considerazione in primo grado.

 

Fonte: Il Mattino

La Redazione

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