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Cavani e Hamsik, ultimo show della coppia d’oro

Gol, assist, prestazioni in serieAhanno offerto il migliore rendimento

Tra le non poche certezze del calcio, la meno vulnerabile è che i più forti quasi sempre vincono. Infatti se il Napoli non ha portato nell’ideale bacheca della gloria lo scudetto non deve sentirsi avvilito. Così come non deve farsi un cruccio se la Juve, molto più forte, l’ha spedito fuori dalla lotta per la leadership. Perché c’è un parametro, seppure ideale, che lo può consolare: se il campionato si vincesse anche, come nella Formula 1, con le migliori performance dei protagonisti, la squadra di Mazzarri avrebbe stravinto con i suoi due piloti: Cavani sul podio e Hamsik un passettino più giù. Seguono Marchisio, Jovetic, Vidal e altri.
Migliori tecnicamente, tatticamente, fisicamente, i due azzurri sono primi nella classifica dei valori di mercato. Essa tiene conto della performance stagionale e attribuisce poi una proporzione matematica che ne computa la stima. Niente clausole rescissorie, nessuna modifica dei patti, soltanto il costo del cartellino legato al rendimento totale (compreso il fair play) del giocatore.
Ecco perché Cavani e Hamsik hanno reso il loro calcio un modello non solo di prestazioni, ma anche di serietà sul campo e in allenamento. Gli ultimi due passi verso il secondo posto li hanno compiuti soprattutto loro, il centravanti moderno che all’occorrenza fa pure il terzino e il centravanti del centrocampo.
Cominciamo da Cavani, è suo il record di reti, sia personale che di squadra che di campionato: insomma, è davvero l’uomo in più del Napoli. Nel suo destino c’è scritto di non fermarsi mai, e chissà se nel destino ci sarà scritto ancora Napoli. Vedremo. In ogni caso qui restano per sempre i numeri della stagione che ne fanno il sesto calciatore europeo con la più alta quotazione di mercato: 55 milioni. Da applausi le cifre dell’annata: 44 partite, 38 reti (28 in serie A), un gol ogni 97’, otto assist, sei ammonizioni.
Poi c’è Marek Hamsik: il quale s’è ormai truccato da bomber come se fosse a un ballo in maschera. Se ne sta sulla mediana, sul centrosinistra e mobile dietro alle punte cercando l’attimo fuggente dell’inserimento e del gol. «Sono e resto un centrocampista, nei moduli di quest’anno mi trovo bene, con Inler, Dzemaili e con le nostre punte c’è intesa». Ecco alcuni dei suoi numeri: valore di mercato 33 milioni, 12 gol stagionali (una rete ogni 285’), 22 assist (18 in campionato), 3991’ giocati. Mai un’espulsione, solo due ammonizioni. Tre le posizioni, ovviamente diverse, assunte nelle zone del campo. L’adattabilità di Marek è una caratteristica fisiologica, perché le incursioni in area sono sempre state un suo vezzo. «Dietro gioco più palloni, ma davanti non mi faccio mancare niente. Quello che conta è che il Napoli rimanga fresco e forte».
Perché lo slovacco è un calciatore uno e trino: lega la mediana, collega i reparti e segna. Lui e Dzemaili hanno messo in rete palle sfuggite alle punte, innervando il centrocampo più offensivo d’Italia: 24 gol. Ma di tutti, Hamsik è il più completo, il più dirompente. A Marino e De Laurentiis costò cinque milioni e mezzo, ora vale almeno sei volte di più: il Chelsea al quale sfuggì qualche anno fa ancora lo sogna, come pure mezza Europa ma è da escludere che un ragazzo così legato al Napoli possa cedere, anche perché il Napoli non può privarsi di un simile asso, di un valore aggiunto, di un preciso tiratore.
Tranquillo, tuttavia abbastanza estroverso, Hamsik è pure un precursore dell’hair fashion del calcio: è stato il primo che ha scolpito i capelli e un pezzetto di storia azzurra. S’è rivelato decisivo nell’anno del ritorno in serie A e ancora più importante in quelli succedutisi sino a oggi. Ha cominciato a segnare a Cesena, in Coppa Italia, era il 15 agosto del 2007. Non ha smesso più, dalla prima all’ultima partita e dal primo all’ultimo respiro.
A una simile coppia di bravura ed efficacia non si possono che rivolgere i migliori auguri. Soprattutto a Cavani, se dovesse andare via dal Napoli.

Fonte: Il Mattino

La Redazione

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