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Cavani sa come emozionare il pubblico del San Paolo

Il "Matador" domina le porte avversarie come pochi

E’ vero: quando ha preso la rincorsa per battere il rigore contro l’Inter, il San Paolo ha trattenuto il fiato. Per chi tifa azzurro, sono stati i cinque secondi più lunghi degli ultimi tempi, quelli tra il fischio di Celi, la corsa, la mira, la battuta e il gol che ha fatto fuori Castellazzi. Poi? poi l’urlo liberatorio. Di Cavani e dello stadio assieme. El Matador è tornato. S’è ripreso le chiavi della “porta” e s’è scrollato di dosso tutto il peso e l’amarezza per quel centro mancato in campionato a Siena, pure quello dal dischetto. Addio tristezza.

 

DA PODIO – La coppa è un’altra cosa, ma pure in campionato Cavani non può lamentarsi, con quegli undici gol che, comunque sia, gli valgono il podio assieme a cecchini che si chiamano Di Natale, Ibra, Denis. E tra coppa e campionato, poi, le cose gli vanno ancora meglio: infatti, non solo è nella top ten dei bomber napoletani d’ogni tempo, ma ora insidia pure la nona posizione di Hasse Jeppson, che è uno dei miti della storia azzurra. E c’è di più. C’è che tra quei dieci re del gol, già gli appartiene il migliore rendimento. Proprio così: è di Cavani la migliore media gol-partita. E di gran lunga pure: 0,71 centri a gara (51 gol in 71 presenze), infatti, per El Matador che ha messo in riga Vojak (0,52), Jeppson e Savoldi (0,46), Vinicio (0,45) e persino Diego Maradona (0,44). Cosicché non c’è da meravigliarsi se sotto il suo balcone cantino sirene arrivate da lontano: dai mari spagnoli  e dai fiumi inglesi.

 

IL CHELSEA LO VUOLE- Ancora ieri, infatti, proprio da Londra è di nuovo rimbalzata a Castelvolturno la voglia del Chelsea – guarda un po’: prossimo avversario in Champions degli azzurri – di avere El Matador. E lui? Lui non parla. Sorride. Respira nuova felicità e guarda avanti con la certezza che sarà quel che vorrà Dio. Del resto: vita, calcio e fede sono le strade maestre di Cavani, Atleta di Cristo per folgorazione e bomber del Napoli per mestiere e per divertimento. Il tutto, mentre tra il Vesuvio e il mare impazza il toto-gol del Matador. Quale il suo gol più bello in maglia azzurra? Forse quello a giro al povero Cesena: o quello quasi impossibile rifilato all’Utrecht; o, perché no, quel terrificante destro da lontano che piegò il povero Lecce al 93’ minuto. O forse l’ultimo, quello all’Inter, pure questo all’ultimo secondo? Sì, perché quel suo secondo centro ai nerazzurri in coppa Italia è forse la sintesi del Cavani d’oggi: la corsa, il dribbling secco, l’egoismo del bomber, ma anche la rabbia di un uomo e d’un calciatore che, dopo l’errore di Siena, forse non era più tanto in pace con se stesso. Roba vecchia, ormai.
GOL PESANTI- L’ultima doppietta, il Napoli negli ottavi della Champions e la prospettiva, seria, di poter puntare al successo in coppa Italia gli hanno restituito il buonumore. E sei poi, manco a dirlo coi suoi gol, il Napoli ricominciasse ad andar forte pure in campionato? Intanto, il Napoli ha ritrovato il suo Matador: coppe a parte, 37 gol in un campionato e mezzo; 3 in più di quanti ne aveva segnati a Palermo in quattro stagioni. Un miracolo o che cosa? Forse, semplicemente, l’intuizione di Mazzarri di non costringere Cavani in rigidi disegni, schemi, tattiche. Prima punta, esterno, oppure suggeritore se la gara lo richiede; e poi attaccante, ma anche protagonista come pochi altri bomber al mondo della fase difensiva; corridore a volte anche eccessivo. Ecco, Cavani è pure questo. E anche per questo essere così generoso in campo, gli è bastato poco per conquistare una città. Non è uno scugnizzo alla Lavezzi, anzi, è tutt’altra cosa, ma fa niente. Napoli adora pure lui, arrivato da lontano come il Pocho.
Fonte: Corriere dello Sport
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