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CdS – Antonio Ghirelli: “Le nuove idee di De Laurentiis”

“Naturalmente non c’è niente di male se alla quarta giornata di campionato in testa alla classifica figura un terzetto assolutamente imprevisto (Genoa, Juventus e Udi­nese), grazie al quale si può parlare di una lieta sorpresa che dà sapore alla stagione e speranza di una pro­spettiva di rinnovamento. E’ tutta­via, altrettanto certo che questa partenza del nostro massimo torneo continua ad essere paradossale, co­me si era intuito dopo solo due tur­ni, perchè registra battute d’arresto del tutto illogiche per formazionidi rango come le due gemelle milanesi, la La­zio, perfino il Napoli, che si è suicidato contro il Chievo dopo aver do­minato il campo per tre settimane.
Altrettanto innegabile è che, a parte lo sciope­ro assolutamente irra­zionale della prima gior­nata ( che andrà fatico­samente recuperato in un frastuono di incontri nazionali ed internazio­nali), anche l’organizza­zione del resto del pro­gramma è apparsa fret­tolosa e affastellata co­me la scelta di una fred­da serata di primo in­verno per il recupero dello sciopero. L’inizio delle gare alle 20,45 fi­nisce per far conclude­re trasmissioni e com­menti in ore abitual­mente ideali per inna­morati e disoccupati, con i bambini e ragazzi tagliati fuori dallo spet­tacolo calcistico in ma­niera sistematico come in una punizione per cattiva condotta. Il tut­to, ovviamente, per assi­curarsi la comparteci­pazione sempre più lau­ta ai cosiddetti diritti te­levisivi.
Tutto questo non turba minimamente i dirigen­ti di club e tanto meno quelli della Lega di serie A, che pareva dovessero sostituire con personag­gi più ricchi di esperien­za nel ramo. La sola spe­ranza di innovazioni è stata assicurata dalla fa­miglia Agnelli grazie al­l’iniezione di giovani virgulti che hanno pun­tato non solo su un rin­novamento della squa­dra ma addirittura sul nuovo stadio: un’iniziati­va che il primo posto at­tuale, sia pure in condo­minio, si direbbe pre­miare più che giusta­mente.
Quanto agli altri club, soltanto il presidente del Napoli si fa apprez­zare per proposte di ri­forma, sia pure in una chiave poco tradizionali­sta. La più recente sorti­ta di De Laurentiis è, in verità, meno radicale di quella lanciata qualche tempo fa, nel senso che si limita a prospettare l’opportunità di una gra­duale riduzione nel nu­mero delle società di se­rie A, prima da 20 a 18, poi da 18 a 16. Due tagli che sicuramente funzio­nerebbero ma ai quali, purtroppo, l’inventore del ” cine- panettone” fa seguire una aggiunta a parer nostro pericolo­sissima, e cioè l’abolizio­ne della retrocessione.
Il presidente del Na­poli è convinto che, li­quidato il meccanismo retrocessione-promozio­ne, la serie B potrebbe dedicarsi ad utilizzare le “cantere” delle migliori società italiane e delle realtà provinciali; ma dimentica che il gioco del calcio è indissolubil­mente legato alle passio­ni delle folle e ai ricordi del passato (e l’entusia­smo dei tifosi del Nova­ra la dice lunga).
Comunque, almeno lui che ha l’enorme merito di aver portato il club vesuviano dalla C alla testa della serie A, qual­che idea nuova ce l’ha, mentre i dirigenti del CONI, della Federazione e soprattutto della Lega milanese si accontenta­no di assicurare l’ordi­naria amministrazione, proprio in un periodo come quello attuale in tutti avvertiamo l’urto di una crisi finanziaria così difficile. Ci voglio­no idee nuove, ci voglio­no soluzioni legate alla storia e alla geografia del nostro Paese, conci­liando le esigenze orga­nizzative con il senti­mento degli appassiona­ti. E bisogna far presto”.

La Redazione

P.S.

Fonte: Coriere dello Sport

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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