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CdS – Lega, l’ultimo no. Il calcio si ferma e scoppia la bufera

Sono scattati in piedi e per un paio di minuti lo hanno ap­plaudito. Nella giorna­ta più amara, l’unico momento di conforto.Poco prima, intorno alle 11,40, Giancarlo Abete aveva annun­ciato agli arbitri italia­ni riuniti nell’anfitea­tro del Centro Tecnico di Coverciano che oggi e domani non sarebbero andati in campo. L’annuncio più amaro, anche più umiliante per un presidente fe­derale. «Mi hanno fatto la festa » , di­ceva scherzando a Pa­lazzo Vecchio mentre tutti, a cominciare dal sindaco, Matteo Renzi a cui il presidente fe­derale ha consegnato una tessera d’onore dell’Aia ( « Ma se ero bono come arbitro stavo tra voi, mica qua » , scherzava il Primo Cittadino), gli faceva gli auguri. Amarissimo sessantunesimo compleanno. Neris­sime le prospettive: evocate a piena voce da Damiano Tommasi ( «Si può andare avanti per mesi» ), accenna­te più diplomatica­mente dal capo del calcio italiano. Lonta­no, a volte raggiungi­bile, il più delle volte irraggiungibile, il pre­sidente Maurizio Be­retta, ora inseguito dalla rabbia di molti ” soci” del club di via Rosellini ( decisamente spaccato) che avrebbero colto al volto l’ultima proposta dell’Aic per sbloccare la si­tuazione: un accordo- ponte ( quello predisposto anche da Beretta il 7 di­cembre e firmato da Sergio Campa­na) sino a giugno del 2012 per prepa­rare nel frattempo quel contratto ri­formato da tutti richiesto ed elabora­re anche la nuova convenzione pro­mo- pubblicitaria vec­chia di trent’anni. Più o meno l’idea lanciata giovedì pomeriggio da De Laurentiis. Ma forse, distratto dai troppi impegni, Be­retta non aveva dato un’occhiata alle di­chiarazioni di uno dei suoi principali datori di lavoro.

MACERIE – Restano solo quelle e l’in­quietante ipotesi di uno sciopero a oltranza in assenza di un ravvedimento del­la Lega. Ma di quale Lega? Beretta ora è ufficialmente nel mi­rino: « Non ci sono spaccature» , dice. Ma Cellino lo vuole fuori dai piedi. Ieri matti­na, il presidente della Lega, alle 10,30, risultava irreperi­bile per i vertici federali ( ma non per Sky e Ansa). Eppure sapeva be­ne che la giornata sarebbe stata con­vulsa. La sera prima Damiano Tom­masi aveva già fatto cenno a questa ipotesi. Leggende metropolitane dicono che la strategia del­l’irreperibilità sia stata consigliata a Beretta da uno dei presidenti a lui più vicini. Certo è che il capo della Lega ha il­lustrato la proposta di Tommasi solo a pochi e seleziona­ti club: la Lazio, la Juve, il Milan, l’Inter. Muti i telefoni di Zamparini, di De Laurentiis ( che ha provato a sbloccare la situazione mettendosi direttamente in contatto con Tom­masi), di Ghirardi, di Mezzaroma, di Fenucci e di tanti altri che vogliono chiedere conto di questo comporta­mento. A Tommasi, Beretta ha rispo­sto chiedendo una lettera che certi­ficasse l’impegno impegno dei cal­ciatori sul pagamento del famoso contributo di solidarietà. Un altro bluff, smascherato da un ministro, Calderoli, il quale nel pomeriggio ha detto chiaro e tondo che quelle due righe invocate dalla Lega non hanno motivo di esistere visto che nella leg­ge sarà perfettamente chiarito il tito­lare dell’obbligo. Certo la gestione delle ultime ore di questa crisi da parte di Beretta finirà inevitabil­mente sul tavolo del presidente del Coni, Gianni Petrucci perché è evi­dente che con un maggiore attivismo avrebbe probabilmente evitato lo sciopero. Ammesso che lo volesse veramente evitare. Nonostante tutto ha ancora tuonato: « Una proposta per farsi dire di no » . Il marziano di Flaiano è di nuovo tra noi.

ASSEMBLEA – I presidenti ora premo­no. Ghirardi del Parma ha sollecita­to una assemblea per lunedì o mar­tedì e pretende che l’Aic vada a illu­strare la proposta. Non sarebbe solo. Ma il latte è versato. Si dispera Abe­te: «E’ tutto incomprensibile, c’erano le condizioni perché tutto questo non avvenisse. Sciopero a oltranza? C’è il rischio che la ferita non esaurisca il contenzioso e resta il pericolo per il futuro. Mi auguro che avvenga come in Spagna e che tutto si esaurisca in una sola giornata. Un commissario ad acta? Non ne voglio parlare, ora bisogna solo fare tutte le verifiche. La Lega ha posto due condizioni non negoziabili: bisogna capire se qual­cosa è cambiato» . Doveva essere la ” festa di inizio corso”, con tutti gli arbitri schierati, i più giovani addi­rittura intimiditi e i capi del calcio in alta uniforme; è stato, invece, il fu­nerale del football colpito a morte dalla cecità della Lega. Amen.

La Redazione

A.S.

Fonte: Corriere dello Sport

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