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CdS – Prandelli: “Sì, abbiamo scollinato, ora datemi gli “stages di reparto” “

«L’Europeo inizia adesso, sbaglieremmo a non fare niente nei prossimi mesi".

Cesare Prandel­li, il primo pensiero il giorno dopo la Slovenia?

«Ho percepito che tutti vole­vano la vittoria. Caratterial­mente abbiamo fatto un pas­so avanti importante. Senza carettere né determinazione non si arriva da nessuna par­te.

Un altro pregio di questa Na­zionale?

«La disponibilità, la voglia di sentirsi coinvolti in questo progetto, la serietà».

Cosa manca ancora?

«La giusta intensità. Con la migliore condizione cresce­rà. Un altro problema: i di­fensori centrali debbono par­tecipare di più, sennò i cen­trocampisti si abbassano e rallentano il gioco»

In Polonia-Ucraina per vin­cere l’Europeo, come ha det­to Pirlo?

«Non è giusto ragionare così. Prometto carattere, genero­sità, serietà per provare a vincere. Ma non mi sembra giusto fare proclami. Mi pia­ce che un campione del mon­do come Andrea pensi positi­vo. Per la qualità lui è indi­spensabile ».

La situazione azzurra, dopo un anno di esperienza.

«Abbiamo scollinato, credo. Noi ma anche la Under 21. Ripeto, abbiamo prospettiva. I giovani interessanti li ab­biamo nel gruppo, ma anche nella squadra di Ferrara».

E come è cambiato Prandel­li?

«Quando siamo qui a Cover­ciano mi sento me stesso. Quando lavoro sul campo».

Le sue maggiori difficoltà da ct?

«Il poco tempo per provare certe cose. Devi dare per scontato che certe cose siano state assimiliate».

Quali sono le sue prospetti­ve?

«Per me l’Europeo inizia og­gi. Se pensiamo di andare in vacanza sei mesi sbaglierem­mo. In questo senso ho un’idea…».

Quale idea?

«Poter fare una serie di stage mirati e per reparto: un gior­no a disposizione in una set­timana per la difesa, un altro, nella settimana seguente per il centrocampo, uno per l’at­tacco. In quella occasione fa­re due allenamenti. Questo per avere continuità di rap­porti. Non avendo blocchi di un’unica squadra, ho bisognodi lavorare. Parlerò con Abe­te di questo. Spero di avere l’appoggio dei club».

Il modulo base resta quello con centrocampo a rombo e due attaccanti rapidi?

«Possiamo giocare così o con due attaccanti diversi, più forti fisicamente. L’impor­tante è che in caso di cambio il centrocampo sappia adat­tarsi».

E’ stata la notte dell’Italia, è stata la prima notte di Balo­telli

«Nonostante l’invito a com­parire davanti ai magistrati di Napoli era molto sereno, per questo non ho cambiato piani»

E sembra che adesso siano cambiate le prospettive di Mario in azzurro

«Ho sempre detto che lui ha grandi potenzialità, deve pe­rò pensare a fare il calciato­re. Può e deve mettere in dif­ficoltà il suo club, le scelte di Mancini, cercare continui­tà ».

E’ tutto quello che si aspetta da Balotelli?

«Mi auguro che tutti accu­mulino più esperienza inter­nazionale, è quello il livello che ti aiuta a migliorare. Tor­nando a Mario, qualcosa è accaduto. Penso che la chia­ve sia stata il sorriso che lui ha regalato ai ragazzi del car­cere di Sollicciano, lunedì. La gente quando è entrato in campo, senza pregiudizio, lo ha abbracciato idealmente».

Sul piano tattico cosa cam­bia con lui in campo

«Se gioca con Cassano o Ros­si,lui si decentra a sinistra. Dunque a metà campo devo cambiare qualcosa con l’in­terno di destra. Mi auguro che col tempo Mario si renda conto di essere attaccante, capace di svariare sul fronte d’attacco: sarebbe tanto per me»

Il sorriso di Balotelli ma an­che la faccia scura di Gilar­dino

«Gila era meno sereno degli altri, per questo l’ho lasciato fuori nuovamente. Non sono preoccupato, gli ho parlato, deve stare tranquillo. Sono state settimane particolari, ora si parte, ritroveremo il Gila di sempre, quello che fa gol e si impone all’attenzione anche nostra».

Un giudizio su De Rossi

«Daniele ha recuperato be­ne rispetto alla stagione scorsa, si è presentato fisi­camente e mentalmente preparato. Io confido nella sua capacità di adattarsi a questo modulo»Giuseppe Rossi invece sem­bra in un momento di involu­zione«Quest’anno la Champions lo aiuterà a consolidare le qua­lità che ha, dopo aver fatto benissimo in campionato. Lui non è un personaggio, è timido ma ha personalità, de­ve far parlare in campo».

La sua è comunque una Na­zionale già fatta?

«Assolutamente no. Il grup­po è aperto, i ragazzi lo san­no ».

Cosa sta cercando in parti­colare?

«Prendiamo la difesa. Abbia­modei giocatori con deter­minate caratteristiche. I cen­trali sanno leggere le situa­zioni, gli esterni hanno gran­de generosità, spingono, cer­cano la profondità. Io sono contento ma cercherò anche altro. L’idea poi è quella di seguire centrocampisti dimanovra».

I “grandi vecchi” del nostro calcio, i Totti, i Del Piero, possono sperare?

«Se Di Natale facesse 25 gol.. non avrei remore a chiamar­lo. Se a fine campionato qual­cuno fosse stato protagonista di una grande stagione e stesse bene fisicamente cer­to che ci penserei…»

Che campionato si aspetta?

«Molti allenatori andranno a ricercare i risultati attraver­so il gioco. E’ una cosa di cui abbiamo bisogno».

Candidate allo scudetto?

«Il Milan è davanti a tutti, di qualche lunghezza. Le altre potranno insidiarlo».

Per chiudere: un suo giudi­zio sulla questione tassa di solidarietà…

«Se è legge, si paga e basta»

…e sullo scontro Ulivieri-Ta­vecchio sui 5600 tecnici di Prima, Seconda categoria e Juniores.

«Più allenatori preparati a tutti i livelli ci sono e me­glio è. Coverciano è una grande scuola, invidiata da tutto il mondo. Sono con­vinto che anche a livello di­lettantisco ci debbano esse­re tecnici selezionati e qua­lificati».

La Redazione

A.S.

Fonte: Corriere dello Sport

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