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Centro Sportivo di Marianella, la storia del club in discarica: così finisce il Napoli di Maradona

Doveva essere un simbolo del calcio del futuro, della forza propulsiva dei giovani; è ridotto a una discarica putrida e abbandonata, finito in rovina, come la società che l’aveva fondato. Nel centro sportivo di Marianella ieri mattina la polizia municipale ha effettuato un blitz che si è concluso con il sequestro dell’intera struttura: i caschi bianchi hanno scoperto che è stato trasformato in discarica di rifiuti pericolosi, in centro di smontaggio di auto e moto rubate. Ma gli agenti hanno trovato, soprattutto, la storia del calcio Napoli (documenti, contratti dei calciatori, assegni bancari) abbandonata alla mercè di devastatori e ladri che l’hanno sfregiata, umiliata: quei fogli di carta sui quali è scritto il percorso della squadra che regalò scudetti e coppe alla città, sono stati setacciati da ladruncoli alla ricerca di chissà quale bene prezioso, e adesso sono abbandonati, stracciati, sporchi.
La polizia municipale si è presentata davanti ai cancelli azzurri di via Scaglione dopo la segnalazione di un gruppo di residenti che denunciava lo stato di degrado del luogo. Su ordine del comandante Sementa si è mossa l’unità operativa ecologia, retta dal tenente Ciro Colimoro che è giunto sul luogo con tre pattuglie per effettuare una verifica completa e puntuale dello stato dei luoghi.
La situazione è apparsa subito raccapricciante: all’interno della gigantesca area del centro sportivo, abbandonato da circa sette mesi, è stato depositato ogni genere di rifiuto. Ci sono lastre d’amianto, materiale edile di risulta, batterie d’auto, intere autovetture date alle fiamme, decine di macchinette da videopoker distrutte e poi immensi cumuli di roba bruciata e quindi impossibile da identificare. È stata la presenza di tutto quel materiale pericoloso a far scattare la decisione del sequestro, anche se le sorprese sono arrivate anche dall’interno di spogliatoi e uffici abbandonati.
Durante il sopralluogo, il tenente Colimoro ha scoperto che tutti i tombini sono stati sollevati e rubati, che l’intero impianto elettrico al servizio degli immensi fari di illuminazione è stato spogliato del rame. Poi, avvicinandosi alle strutture coperte ha notato i segni di forzatura e di attività di ladri.
Dalle palestre sono stati portati via gli attrezzi, negli spogliatoi solo le panche hanno resistito alla furia devastatrice che si è accanita perfino su lavandini e wc che sono stati distrutti.
Poi, dentro gli uffici, la scoperta dell’archivio del Napoli devastato. Tutti i documenti sono stati portati qui all’indomani del fallimento, quando è stato abbandonato il centro Paradiso di Soccavo. Dovevano essere tutelati e protetti in una struttura affidata alla gestione della curatela fallimentare. Però qualcosa non è andato per il verso giusto. La curatela aveva ceduto in fitto il centro a una società sportiva, poi la società è andata via così è nato un contenzioso: secondo il curatore il contratto di fitto è ancora attivo, secondo la società sportiva è decaduto. In attesa delle decisioni del tribunale il centro sportivo è rimasto abbandonato.
E sono rimasti in balìa dei teppisti anche tutti i documenti del passato, dai contratti con i calciatori, compreso quelli di Diego Maradona, agli accordi con altre società per acquisti o cessioni di giocatori, ai ricorsi contro squalifiche e multe. Una parte dell’archivio è custodita in una stanza facilmente accessibile, è quella in cui la visita dei delinquenti è stata più devastante: è come se lì dentro fosse passato un ciclone che ha messo tutto a soqquadro. Un’altra porzione dell’archivio è, invece, custodita dietro una porta blindata e siccome i ladri non sono riusciti a forzarla, hanno deciso di aggirare l’ostacolo sfondando il muro accanto alla porta. Da quella stanza sono stati prelevati i computer portati via dal centro Paradiso: sono stati preparati per una successiva visita, pronti ad essere portati via. Su ogni computer c’è il nome dell’ultimo utilizzatore; chi conosce un po’ di storia azzurra quei nomi li conosce tutti, dai manager agli addetti stampa, dai responsabili di settore ai dipendenti. Dentro la stanza con la porta blindata ci sono anche i documenti più delicati, quelli che riguardano la gestione economica del club. Lì dentro i ladri non hanno trovato granché da prendere: poco interessati alle semplici carte hanno aperto solo un paio di scatoloni dai quali hanno pescato principalmente contratti e accordi con calciatori e società. A dire la verità qualcosa d’interessante l’hanno anche trovato: un mucchietto di assegni circolari datati 1992 del valore variabile tra i venti e i cinquantamila euro. Si tratta, però, di roba vecchia che non avrebbero saputo come gestire, così l’hanno lasciata sul pavimento.
Da ieri mattina il centro sportivo è sotto sequestro. La polizia municipale ha fatto partire le richieste per la pulizia del luogo dai materiali pericolosi e per la chiusura dei cancelli. Nessun intervento, però, potrà salvare la storia di quel Napoli che fece sognare e soffrire i tifosi: cimeli che qualunque tifoso andrebbe a «venerare» con rispetto sono per terra, calpestati e sporchi. Per i delinquenti è solo cartaccia, roba senza nessun valore, anche se c’è scritto sopra il nome di Diego Maradona.

La Redazione

P.S.

Fonte: Il Mattino

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