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Cesare Prandelli: “Insigne? Seguiamo l’Under 21. Paragone con Di Natale? Lasciamolo tranquillo…”

Domani la Nazionale chiude il girone di qualificazione a Euro 2012 con una specie di amichevole: l’Italia col passaggio conquistato con due gare d’anticipo, Irlanda del Nord tagliata fuori con i risultati dell’ultima giornata anche dalla possibilità dei play-off. Per Prandelli è la prima vigilia senza alcun problema, visto che a Belgrado affrontava una squadra ancora in corsa per la qualificazione. Contro gli irlandesi confermata la formazione emersa ieri da Coverciano. Giocheranno: Buffon; Cassani, Barzagli, Chiellini, Balzaretti; Pirlo; Montolivo De Rossi; Aquilani; Cassano, Giovinco.

Prandelli, cosa si aspetta?
«Una conferma ma soprattutto, visto che nell’ultima gara la percentuale di possesso palla è stata altissima, ma i tiri in porta pochi, mi aspetto più attenzione nella parte finale dell’azione».

Giovinco titolare per la prima volta.
«Sta facendo un campionato bellissimo, sotto tanti punti di vista. Sta lavorando per completarsi come attaccante, mi sembra giusto farlo giocare anche per capire come possiamo migliorare il settore degli attaccanti. Non è un premio».

Osvaldo entrerà nel secondo tempo?
«Vediamo. Dipende dalla partita».

Lei aveva detto che su Rossi erano state fatte valutazioni sbagliate da parte del calcio italiano. Può fare lo stesso discorso anche su Giovinco che la Juventus non ha tenuto?
«Su Rossi ho detto che nessuno in Italia aveva creduto in lui ed era strano perchè aveva giocato un campionato straordinario, è dovuto tornare all’estero per confermarsi. Per Giovinco invece è un percorso normale, se un giorno tornasse alla Juve – il mio amico Ghirardi non si arrabbi perchè non conosco la sua situazione contrattuale…- sarebbe giusto che lo facesse da giocatore maturo e consapevole del ruolo».

Del ruolo di erede di Del Piero?
«Ho capito, non uscirò più da questo discorso… Ho parlato in questo modo perchè i giocatori come Giovinco devono arrivare preparati, consapevoli dell’importanza del ruolo. Poi deciderà lui».

Ma visto i gol che sta segnando, non era già maturo per la Juve?
«Sta cambiando ruolo in questa stagione. Anche Colomba ha contribuito a questa metamorfosi: fino all’anno scorso Giovinco non ne era convinto, giocava da trequartista, adesso sta lavorando in funzione del nuovo ruolo e quindi dell’area di rigore. L’anno scorso eravamo consapevoli che la scelta del ruolo era delicata, ma durante gli allenamenti ci siamo accorti che era più predisposto a diventare una seconda punta».

Quello che lei dice su Giovinco sembra un invito alla gente a cambiare opinione su di lui.
«Non voglio fare uno spot pubblicitario, lo spot sono le sue partite. Secondo me si propone in modo convincente e la critica che poteva ricevere perchè segnava poco quest’anno è scomparsa».

Penalizzato dal fisico?
«Se un giocatore piccolo arriva in serie A, vuol dire che ha talmente tanto carattere da scalare le montagne».

In attacco mantiene due piccoli, Giovinco e Cassano.
«Ma anche se avessi deciso di far giocare Osvaldo dall’inizio, o Pazzini o Balotelli, la fase offensiva non sarebbe cambiata. Resta quella di attaccare la profondità con palla a terra».

Come manovra cosa cambia fra Cassano-Giovinco e Cassano-Rossi
«Antonio avrà il compito più difficile di giocare un po’ più vicino all’area di rigore, anche se non tanto da prima punta».

Giovinco è consapevole che domani potrebbe giocarsi un posto all’Europeo?
«I giocatori hanno già una buona dose di pressione, sarebbe dannoso se ne aggiungessi altra. Non posso dire che è determinante per il loro futuro, questo assolutamente no. Ogni partita è importante».

Domani la gente verrà allo stadio per divertirsi. Lei può promettere spettacolo?
«Noi promettiamo che cercheremo di giocare a calcio, di tenere il pallone più degli avversari cercando di migliorare la fase offensiva. Parlare di spettacolo o divertimento è abbastanza difficile, è condizionato dal risultato».

L’Italia giocherà a Pescara, la nuova città di Zeman. Lei cosa ha preso dal boemo?
«La considerazione che avevo e che ho tuttora di Zeman è alta. Se dovessi decidere di vedere una partita pagando il biglietto andrei a vedere quella dove gioca la sua squadra. E’ e resterà nella storia: chi vuole perfezionare un 4-3-3 deve leggere quello che ha fatto lui».

A proposito di Pescara e di ex pescaresi: ci sarà un po’ di spazio per De Sanctis?
«Non lo so, dipende da come va la partita, ne vorrei far giocare tanti».

Aquilani dietro le due punte. Continua la ricerca del trequartista o centrocampista alto
«Ci sarà un giorno che tutti i giocatori del centrocampo arriveranno in quella zona del campo e ci sapranno stare. Ho sempre detto che voglio un centrocampo che ruota. Anche Pirlo si troverà in quella posizione».

Chiellini. Per lei meglio centrale o terzino?
«Più giocatori hai con un bagaglio di conoscenze importanti, meglio è per un allenatore. E’ una risorsa in più, non è un problema. Se poi chiedete a Chiellini, lui vi risponde che gli piace di più il posto da centrale, ma è un’opzione in più perchè durante una partita possono succedere tante cose».

Sente l’Europeo?
«Io sento la partita di domani. Dopo tanti complimenti è sempre facile mettere qualcosa in meno. Vorrei che domani lo stadio ci applaudisse perchè significa che abbiamo fatto bene»

La sua Nazionale ha meno talento rispetto a quelle del passato, però ha un’identità precisa. Condivide il concetto?
«Quando ottieni dei risultati vuol dire che i giocatori hanno talento. Poi con l’organizzazione puoi sopperire a certe mancanze».

Insigne lo sta seguendo?
«Stiamo seguendo tutti i ragazzi della Under 21 e il lavoro che sta facendo Ferrara. C’è il desiderio di vedere questi ragazzi giocare con continuità e fra un anno o due con la maglia azzurra. Un paragone con Di Natale? Lasciamolo tranquillo».

Troppi complimenti e poche critiche. Non fa male alla Nazionale?
«Alle critiche stiamo molto attenti, se prendi uno schiaffo poi ci rifletti sopra. Ben vengano le critiche».

Si augura qualche sconfitta?
«Di solito i casini fanno bene. E’ una battuta».

Lei ha chiesto più tiri in porta.
«Abbiamo visto che a Belgrado, quando è entrato Giovinco, per sette, otto minuti abbiamo avuto una supremazia netta, ma quando arrivavamo a due passi dall’area la palla tornava indietro. Non voglio vedere palle alte, ma entriamo in area».

Si augura qualche sconfitta?
«Di solito i casini fanno bene. Oh, è una battuta».

Solo due gol subiti, ma l’Irlanda è l’unica a a cui l’Italia non ha fatto gol.
«Non lo volevo dire, ma ci teniamo a finire il girone in questo modo. Fra gli obiettivi c’è anche quello importante di non prendere gol».

Fonte: Corriere dello Sport.it

 

La Redazione

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