« Voi non potete capire », « Lasciateci godere anche a noi questi momenti ». Quasi tutti giovani. Dai vent’anni in su. Sono stati loro ad invadere Capodichino appena conclusa la sfida del «Madrigal». Mille, duemila, tremila. In alcuni momenti anche di più. Aumentavano man mano che s’avvicinava l’ora dell’arrivo dei calciatori. Le tre di notte e l’aereo ancora non atterrava. Ma loro erano lì imperterriti a sfogare la loro gioia. Non avevano vissuto l’era-Maradona e per quelle migliaia di giovani il momento andava celebrato con una grande festa. « Non potete capire », ripetevano, sventolando la prima pagina del Corriere dello Sport che a tempo di record era riuscito a far arrivare le prime copie all’aeroporto di Napoli, appena «sfornate» dallo stabilimento di Benevento. Atmosfera da ora di punta a Capodichino, nonostante l’ora così tarda: parcheggi pieni, sventolio di bandiere, persino un pullmino attrezzato per vendere panini e bibite. « Da dove escono i calciatori, vorremmo abbracciarli uno per uno ». Polizia e carabinieri avevano sbarrato l’ingresso dell’aeroporto, memori di precedenti devastazioni. Tutti aggrappati alle vetrate. Tutti carichi di adrenalina e senza alcuna voglia di andare a dormire. Solo un po’ delusi quando hanno appreso che la squadra sarebbe stata fatta uscire da un’altra parte, su viale Maddalena, dall’aeroporto militare, abbastanza distante dall’ingresso principale dove s’era accalcata la maggioranza dei tifosi.
FUOCHI D’ARTIFICIO – Ma la festa si è scatenata ancora di più in città. Di quartiere in quartiere. Fuochi d’artificio hanno illuminato il cielo di Napoli poco prima della mezzanotte. Un anticipo del Capodanno. Razzi luminosi si sono levati un po’ ovunque. Caroselli festosi sul lungomare. Auto, motorini, bici. In piazza Trieste e Trento, tra piazza Plebiscito, via Roma ed il teatro San Carlo si è arrivati all’inverosimile: c’è chi si è tuffato nella fontana del Carciofo nonostante i sette gradi di temperatura. E chi ha improvvisato un parziale strip, via pullover e camicetta, e solo in reggiseno tra gli applausi dei presenti. Giovani, poco meno che trentenni. Per loro il Napoli viene visto come un momento di riscatto. Una speranza. Una delle poche cose che funzionano in una città che stenta a rialzarsi. Un motivo di orgoglio.
IN CAMPANIA – Ma la festa ha coinvolto una regione intera. Grandi feste nei paesi del vesuviano, nel casertano, nel beneventano ed in molti centri del salernitano. Il Napoli di Lavezzi, Hamsik e Cavani piace a tutti perché è sfrontato. Piace Mazzarri per quel suo modo di trascinare i suoi. Piacciono Cannavaro e Grava, tra i più osannati perché parlano lo stesso dialetto, nei caroselli improvvisati dai tifosi e durati fino all’alba.
Ieri mattina, altre sorprese: bandiere azzurre esposte su tanti balconi e persino le prime pagine dei giornali esposti nelle bacheche di tante chiese.
LA FESTA DI YANINA – Anche le compagne dei calciatori hanno dato via libera alla loro festa. Le sudamericane sono state ospiti di Yanina Screpante, la compagna di Lavezzi, che ormai ha già dimenticato l’episodio della rapina con furto dell’orologio. Le lady azzurre, ottenuta la qualificazione agli ottavi da parte dei loro mariti, hanno improvvisato un brindisi e poi lo hanno postato su Twitter per dividerlo con tutti i tifosi.
ALL’ESTERO – Via internet, poi, chi era a New York o ad Akita in Giappone ha voluto rendere partecipe il mondo intero della loro esultanza ai gol di Inler ed Hamsik ed anche dopo. Il Napoli aveva reso felici milioni di napoletani sparsi per il globo.
La Redazione
A.S.
Fonte: Corriere dello Sport
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