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Crippa: “Il Napoli deve puntare a tutte le competizioni”

L'ex centrocampista del Napoli: "Ora gli azzurri hanno uno Dzemaili in più": "

Pensa al Napoli e sorride. Si diverte. Scuote la memoria e trova mille buone ragioni per essere ancora oggi orgoglioso del suo vecchio Napoli, Massimo Crippa, campione azzurro dei bei tempi e oggi direttore generale del Renate in Seconda divisione. La squadra che ha Oscar Magoni come allenatore.
E allora, Crippa, sempre più sorpreso da questo Napoli che ha ritrovato il gusto del successo?
«Sorpreso? Perché mai. L’ho sempre detto che è una grande squadra, che ha grandi campioni».
Vero. Però squadra e campioni s’erano appannati. Ora, invece? 

«Ora c’è quel giovanotto… quel Lavezzi, che ha cominciato a far gol e che quindi più di prima fa la differenza. Adesso, più che mai, è determinante. Lui e Cavani formano una coppia eccezionale. Con i suoi gol, il Pocho ha fatto risalire a mille l’entusiasmo della gente e ha trasmesso certezze e forza a tutti i suoi compagni».

I gol del Pocho, dunque. Tutta qui la differenza tra il Napoli di qualche settimana fa e quello d’oggi?
«Penso di sì. Il mio ragionamento è questo: Cavani, così come nella stagione scorsa, i suoi bei gol li sta facendo; come del resto Hamsik, sempre capace di finire la stagione in doppia cifra. Mancavano, quindi, i gol del terzo attaccante e ora ci sta pensando il Pocho. Non mi sembra roba di poco conto, no?»

 

Assolutamente. Attacco come al solito trainante, però anche alle spalle di quei tre le cose sembrano cambiate.
«E come se sono cambiate! Il Napoli ha ritrovato una eccellente fase difensiva. In campionato nelle ultime cinque partite non ha beccato un gol. E anche a centrocampo le cose vanno meglio. Inler mi piace di più e di Gargano non posso che parlare bene. Anzi, di più: per me, e lo dico da vecchio mediano, è insostituibile. Uno degli azzurri più importanti».

A proposito di mediani: contro l’Inter s’è finalmente visto uno Dzemaili niente male.
«Anche a me è piaciuto molto. Meglio così. Meglio soprattutto per Mazzarri che potrà contare tranquillante anche su di lui. Il pieno recupero dello svizzero è, infatti, quantità e qualità che s’aggiunge in questo finale».
E domenica, all’ora del ragù, c’è Parma-Napoli. Ha i già i sentimenti in agitazione, caro Crippa? 

«Belle storie, quelle vissute prima a Napoli e poi a Parma. Che partita m’aspetto? Una partita piena di pericoli e di insidie per entrambi. Il Parma, infatti, non può perdere perché dietro di lui ci sono squadre come Lecce, Siena e Bologna che stanno andando forte e neppure il Napoli può rinunciare al successo pieno se vuole continuare a puntare al terzo posto». 

Terzo posto? Dunque, lei ci crede ancora?
«Certo che sì. Cinque punti in tredici partite si possono recuperare. Lo so, il Napoli incontrerà in trasferta sia l’Udinese che la Lazio, ma questo non mi terrorizza. Anzi, credo che il Napoli sia abbastanza forte e maturo per affrontare senza brividi anche questi impegni. Io ci credo. Così come credo al passaggio ai quarti di Champions e alla finale della coppa Italia».

Praticamente sta disegnando una stagione azzurra straordinaria?
«Proprio così, una stagione più che positiva. Il Napoli, infatti, è ancora saldamente e felicemente in corsa sui tre fronti. Solo per lo scudetto il discorso è chiuso».

Fosse lei il direttore generale azzurro, a questo punto cosa suggerirebbe al Napoli?
«Per adesso, di andare avanti senza rinunciare a nulla. Poi, magari, arrivando ai quarti di Champions e pensando che, come insegnano il Basilea e anche l’Apoel, negli scontri diretti tutto può accadere, beh, in quel caso punterei decisamente sulla coppa».

Lo dice perché non essere andato troppo in là in coppa dei Campioni con il Napoli è rimasto un suo rammarico?
«Può darsi. Cert’è, sarei felice se, in un certo senso, il Napoli di Lavezzi e di Cavani vendicasse il Napoli di Careca, di Maradona e anche mio».

Scusi Crippa, da quanto tempo non mette piede al San Paolo?
«Da troppo. E sì che mi piacerebbe rivivere, seppure da spettatore, una di quelle indimenticabili notti azzurre».
E allora?
«Allora faccio una promessa a me stesso: sarò a Napoli per l’andata dei quarti di coppa dei Campioni. Pardon, di Champions League».

Fonte: Corriere dello Sport

La Redazione

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