«Affinità? Nessuna». Udinese, grande «debuttante» del calcio europeo, mai in vetta nella classifica di serie A. Gianni De Biasi conosce benissimo la realtà bianconera avendo allenato i friulani nella stagione 2009-10.
Dall’alto della sua esperienza, può individuare qualche punto in comune?
«No, nessun punto in comune. I successi dell’Udinese sono, come dire, estemporanei. Con una battuta si potrebbe dire che l’Udinese sono la conferma che il calcio non è una scienza esatta»
Perchè?
« Il club friulano è la conferma che nel calcio tutto può accadere».
L’Udinese è destinata a durare?
«Direi di sì. L’Udinese è una piccola, grande società”.
Al contrario dell’Udinese: i Pozzo, al di là delle cariche ufficiali, sono da lunghissimo tempo al comando.
«E la loro presenza garantisce una proficua continuità di gestione. Sono una società lungimirante, che riesce a scovare talenti prima che arrivino le Grandi. Li trova e li cresce».
Pensa che sia possibile parlare di scudetto?
«In una stagione come questa, perché no. L’Udinese ha pure l’Europa League che può togliere qualcosa dal punto di vista della concentrazione. Però credo che sia giusto sognare».
A sorprese come queste il campionato italiano non è più abituato…
«In effetti dopo il Verona hanno vinto sempre le solite. Ma una vittoria dell’Udinese darebbe nuova linfa al movimento, sarebbe il segnale che con le idee si possono battere i potentati economici. Poi non avverrà, ma sognarlo fa bene».
La Redazione
A.S.
Fonte: Corriere dello Sport
