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De Magistris: “Il Napoli deve restare a Napoli. Presenteremo un piano di restyling dell’area”

"Entro Natale protocollo d'intesa per un impianto in ogni municipalità"

Da sindaco e da tifoso, vorrebbe un Napoli a sua immagine e somiglianza. «Una squadra che non molli mai». E sotto il denominatore comune della tenacia, Luigi De Magistris e gli uomini di Mazzarri si ritrovano più uniti che mai. «Anche se alla fine si perde, bisogna sempre giocarsela fino in fondo», ammonisce l’ex magistrato che un’inattesa forza di popolo ha sospinto fin sopra la poltrona più importante (e bollente) della città. Dismessa prima la toga e poi la bandana da «arrevotapopolo», De Magistris ha indossato la fascia tricolore. E dopo aver «scassato» gli ingranaggi di una politica autoreferenziale, lavora per ricostruire.

A sei mesi dalla cavalcata elettorale, fare il sindaco di Napoli èpiù difficile dicomese l’immaginava? «Sotto il profilo finanziario ho trovato una situazione peggiore di quella che mi aspettavo. Ma sapevo che l’impresa era molto ardua».

Le ristrettezze finanziarie rallenteranno i progetti per lo sport? «Stiamo cercando soluzioni diverse, come il project financing. Entro Natale, poi, sigleremo un protocollo d’intesa con la Curia per realizzare un impianto in ogni municipalità e in estate il palazzetto di Ponticelli avrà una nuova gestione. Per il Collana, invece, abbiamo chiesto alla Regione un comodato d’uso che vada oltre il 2014».

Con De Laurentiis è sbocciato un amore. Eppure in campagna elettorale il presidente sponsorizzò Lettieri. «La campagna elettorale è sempre difficile da interpretare. Oggi il rapporto con De Laurentiis è buono e insieme stiamo lavorando su cose concrete per il rilancio della città».

Tra queste c’è il San Paolo: che cosa ne sarà? «Stiamo predisponendo un piano di restyling dell’area di Piazzale Tecchio, che sottoporrò al presidente. L’idea è di rimodulare la struttura già esistente per creare un luogo permanente di incontro e socialità»

Uno stadio fuori dalle mura cittadine è un’ipotesi improbabile? «Sì. Credo che il Napoli debba stare a Napoli. Peraltro, stiamo lavorando ad un rilancio di tutta l’area flegrea, mi sembrerebbe curioso dislocare lo stadio».

Si parla ogni giorno delle World Series diCoppaAmerica: èdavvero una grande occasione? «Sì. È un evento come tanti altri che Napoli avrà tra il 2012 e il 2013, ma dalla prima tappa dell’aprile 2012 all’ultima di maggio 2013 innescherà una serie di meccanismi virtuosi: sblocco di fondi, creazione di posti di lavoro, investimenti privati, turismo, rilancio dell’ immagine della città».

Bagnoli, eterna promessa non mantenuta, potrà finalmente incontrare il suo futuro? «Non voglio passare alla storia per essere stato il sindaco che in 5 anni ha lasciato Bagnoli così come l’ha trovata. Mi impegnerò per lo sviluppo di quell’ area, dove bisogna preservare il paesaggio e l’ambiente, ma anche completare la bonifica, restituire il mare ai cittadini e far partire il Parco dello sport, il Parco del Verde, l’edilizia sociale e le imprese».

Il Parco dello Sport, appunto. Quando aprirà? «È quasi finito, mancano alcuni milioni di euro che la Regione ha sbloccato. Sarà inaugurato entro maggio, e allora cinquemila persone potranno andare lì a praticare tanti sport: dal pattinaggio all’atletica, dal basket alla pallavolo».

Napoli avrà finalmente anche le piste ciclabili? «Sì, entro Natale cominceranno i lavori per la pista ciclabile più grande del Mezzogiorno: 20kmda Bagnoli all’area orientale, passando per piazza Plebiscito. La consegna è prevista entro 6 mesi, in tempo per la Coppa America».

Le attese intorno a lei sono enormi, proprio come intorno alla squadra di calcio. Avverte la pressione dei suoi «tifosi»? «Molto, per questo ho l’ansia di fare tutto subito.Maè una pressione che mi carica: se in una situazione così grave ci fosse indifferenza, non ci sarebbe speranza. Invece, sento intorno a me una partecipazione e una tensione sociale costruttive.

La Redazione
C.T.

Fonte: Gazzetta dello Sport

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