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De Sanctis: “Adesso pensiamo al terzo posto”

Non c’è verso di farsene una ragione, perché mentre Stamford Bridge è in festa, dentro il vulcano devasta Morgan De Sanctis: quattro reti tutte in una volta, in due ore di autentica passione, in cui la sorte un po’ gira e un po’ si concede di là; e adesso che il cielo è sempre più blues, tra le mani del portiere resta i granellini di sabbia: «E tanta rabbia. Perché siamo stati ad un passo dalla qualificazione storica. L’abbiamo avvicinata, ce l’avevamo in pugno: però siamo uomini di calcio e sappiamo che le partite possono cambiare. E’ successo a noi, adesso bisogna rimboccarsi le maniche e guardare avanti».

CORSA – Si riparte da Udine, ex casa De Sanctis; si ricomincia a giocare per il terzo posto, che è a portata di Napoli, ma che può essere allontanato dall’umore nero di una squadra che ora è stravolta dentro e deve piegarsi al responso del campo: 3-1 all’andata, pareva ormai messa in freezer la qualificazione, anche se tutti sapevano che sarebbe stata complicata, che contro il Chelsea serviva la partita perfetta ed invece è arrivata qualche giocata imperfetta, sulla quale De Sanctis si sofferma con onestà: «Loro sono stati bravi, noi non ci siamo capiti. Ma non credo che ora si debba avanzare in processi: purtroppo, eravamo consapevoli, sin dal giorno del sorteggi, che avremmo affrontato una corazzata. All’andata eravamo stati bravi, li avevamo quasi affondati».  Però calciatori come quelli non muoiono mai. «Ora c’è solo tanta amarezza dentro, ma credo che ognuno di noi sappia di aver dato il massimo e di non doversi rimproverare assolutamente nulla. Complimenti al Chelsea, però anche al Napoli, che ora si rimette in gioco: abbiamo l’Udinese tra tre giorni e poi la coppa Italia. Vogliamo la finale, vogliamo anche il terzo posto». 

ORGOGLIO – Chelsea 4, Napoli 1: sono fitte che si ripetono, nell’immediatezza del dopo partita; però l’esperienza a questa serve, a riuscire a metabolizzare immediatamente la malinconia che sta dentro, a scacciarla via, mettendo un punto su Londra e rimettendosi in piedi, perché la stagione – paradossalmente – comincia adesso, con il campionato e poi con il Siena, con la rabbia che si accumula e vorrebbe già esplodere, tra l’incredulità collettiva racchiusa in quei guanti che ora De Sanctis stritola: «Come dice il nostro allenatore, ogni partita sarà una finale: e allora, ce le andiamo a giocare. E’ inutile star qui ancora a pensare alla sconfitta con il Chelsea: a caldo, sei distrutto; ma già da domani proveremo a cancellare solo il risultato ed a tenerci tutto quanto di buono abbiamo fatto. Penso che si possa essere orgogliosi di noi. Ora faremo tesoro degli errori commessi: appartengono agli essere umani. Però dobbiamo trasformare la tristezza in determinazione ancora maggiore». 

SI GIRA PAGINA – E dunque, è già Udine, anche se forse è semplicemente un modo di dire, perché intanto, dinnanzi agli occhi, sfilano Droga e Therry, Lampard sul dischetto e Ivanovic che rende tutto amaro, che trasforma il miele di un possibile quarto di finale da andare a conquistare ai rigori nel fiele della eliminazione terribile da digerire: «Abbiamo le spalle forti, siamo usciti da periodi peggiori: questa è una sconfitta, onorevole, contro uno dei club più importanti del mondo. Ma noi abbiamo dimostrato di valere la Champions». 

Fonte: Corriere dello Sport

La Redazione

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