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Del Piero: “Higuain è diventato un leader. Basta parlare di Cardiff, i bianconeri sono cresciuti”

''Con la mancata qualificazione al Mondiale si è toccato il fondo''

La punizione nei quarti di finale, 1996; il gol dopo aver ubriacato Hierro in semifinale, 2003; la bordata allo stadio Olimpico e la doppietta al Bernabeu, 2008. Del Piero e Juventus-Real Madrid, una lunga storia d’amore. E alla vigilia dell’ennesimo atto di questa sfida, l’ex capitano bianconero ha concesso una lunga intervista ad AS. Il ricordo più fresco è naturalmente quello più doloroso, Cardiff: “Si è parlato troppo di quella sconfitta – dice Del Piero – è vero che ci si poteva aspettare di più dala Juve, ma perdere una finale contro questo Real non è un disonore. La squadra è cresciuta e ora ha più soluzioni in attacco, in un doppio confronto ha più possibilità di passare. Similitudini tra questa Juve e la mia che arrivò tre anni consecutivi in finale? Forse quella era più dominante nel gioco, ma come risultati la Juve di Allegri non deve invidiare niente a nessuno”.

Da Buffon a Higuain e Dybala, da Allegri e Zidane, Del Piero parla a 360° dei protagonisti della sfida di questa sera: “Spero che Gigi scelga per il suo futuro senza lasciarsi condizionare, ascoltando il fisico e il cuore. Dybala è l’uomo chiave della Juve, se lui è al top la squadra diventa irresistibile. Higuain? E’ diventato un leader”. Poi un confronto tra gli allenatori: “Allegri è un allenatore vero, la sua arma è la semplicità: ha una soluzione per ogni problema, non ha un solo credo ma sa cambiarlo per il bene comune: ha costruito tante Juventus, questa è una grande virtù. Zidane? Ho tanti ricordi con lui, in campo e fuori: momenti di vera amicizia, perché Zizou è leale e intelligente, difficile non volergli bene. Giocare con lui è stato un piacere, era un artista con la solidità di un lottatore. Non mi aspettavo di vederlo in panchina, ma quando l’ho visto iniziare non ho avuto dubbi sul fatto che avrebbe fatto grandi cose”.

Un capitolo a parte lo merita Cristiano Ronaldo, che Del Piero ha recentemente intervistato: “Ho apprezzato tantissimo la sua mentalità, mi riconosco nella sua cultura del lavoro. Non dà per scontato il suo talento, ma ci lavora ogni giorno. In quell’intervista abbiamo anche parlato del suo possibile arrivo alla Juve, avremmo potuto giocare insieme e lui mi ha detto che avrebbe apprezzato i miei assist. Beh, io sono ancora qui, mi tengo in forma!” – scherza Del Piero – “ma naturalmente facciamo dopo Juve-Real”.

Dal presente al passato, sono tanti i ricordi che legano Del Piero al Real Madrid: “Segnare un gol al Bernabeu, anzi una doppietta, è stato realizzare il sogno che avevo da bambino, entrare nella leggenda del calcio. Ma ancor più dei gol, ricordo l’ovazione del Bernabeu: niente è paragonabile a quell’ovazione. E poi dico anche il quarto di finale del 1996, che ha dato consapevolezza a quella squadra che poi avrebbe vinto la Coppa”.

Infine, a Del Piero viene chiesto anche un parere sul calcio italiano, reduce dalla cocente delusione di novembre: “Abbiamo toccato il fondo, ma ora ci sono persone affidabili che se ne stanno occupando in Federazione, tra cui il mio amico Costacurta. Dobbiamo metterci in testa che senza l’aiuto di tutti non possiamo cambiare le cose: non dateci per morti però, la nazionale italiana tornerà ad essere grande. Con Ancelotti in panchina? Non so se sia nei suoi piani, ma sarebbe fantastico. Ci sono altre soluzioni, la Federazione sceglierà bene. Ma non dobbiamo pensare che solo l’allenatore possa fare miracoli: deve essere tutto il movimento a sostenerlo”. Una battuta anche sul proprio futuro e sull’eventualità di rivederlo un giorno alla Juve, argomento che Alex aggira con un dribbling dei suoi: “Per ora parlo di calcio in TV e ho le mie attività nel mondo della comunicazione. Poi ho aperto un ristorante a Los Angeles, dove per fortuna non cucino io. Ecco, questo potrei provare a farlo…”

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