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ESCLUSIVA- Beggi (Primavera Palermo): “Novothny è un giocatore fondamentale per il Napoli”

"Il format dei play-off andrebbe rivisto. Più equilibrio nel lancio dei giovani"

Siamo alle fasi decisive del Campionato Primavera. Il Napoli, dopo un’impressionante cavalcata, ha conquistato l’accesso ai play-off dove affronterà il Palermo, classificatesi come miglior terza tra i vari gironi, a soli quattro punti dalla Lazio nello stesso raggruppamento degli azzurrini. La redazione di  Iamnaples.it produce un focus dettagliato sulla Primavera rosanero intervistando Cesare Beggi, l’allenatore in seconda al fianco di Pietro Ruisi.

Dagli Allievi Nazionali del Milan (con cui si è laureato campione d’Italia, ndr) alla Primavera del Palermo. Benvenuti al Sud per Cesare Beggi. Ci può raccontare le differenze riscontrate nel lavoro in questi due vivai?

“Ovviamente parliamo di settori giovanili eccellenti in entrambi i casi. Indubbiamente, lavorando con ragazzi differenti per età e modo di pensare, ho modificato radicalmente il mio approccio alla squadra e ai singoli calciatori. Ma lavorare al Sud, in particolare in una piazza come Palermo, è un piacere”

Passiamo al match di sabato. Durante la stagione ha incontrato due volte il Napoli, a Novembre e Marzo. Cosa ha visto di diverso nel gioco e nell’approccio mentale della Primavera partenopea?

“Sicuramente è un’ottima squadra, che mi ha impressionato sia nella sfida di andata che in quella di ritorno. Nella seconda sfida la formazione era però decisamente diversa con giocatori più anziani che l’hanno resa decisamente più competitiva. Nonostante il valore del Napoli, siamo comunque fiduciosi nei nostri mezzi e convinti di potere fare una buona partita”

L’ultima volta a Palermo finì 3-3 con gol di Novothny al 90’. Quanto ha inciso secondo lei l’acquisto dell’ungherese nell’economia del gioco della compagine di Sormani?

“E’ un giocatore fondamentale per il Napoli. Riesce a dare all’attacco azzurro fisicità e profondità, è una punta molto brava sia nella difesa della palla che nell’attaccare gli spazi. E’ il calciatore che ha modificato le sorti di questa squadra. Speriamo di arginarlo nel migliore dei modi”

Quali sono le sue sensazioni a pochi giorni dalla sfida. I 13 punti in più conquistati durante la regular season ed il fattore campo sono vantaggi importanti o si riparte realmente da zero?

“Partiamo da zero a zero, quindi direi che quanto fatto nel corso del campionato si azzeri. La formula dei playoff in questo caso mi sembra però penalizzante per una squadra che ha chiuso la regular season con un vantaggio così ampio sulle inseguitrici. Penso che il format potrebbe essere rivisto”

La sua Primavera ha impressionato molti addetti ai lavori. Bollino, Zerbo e Sanseverino possiamo definirli i suoi tre tenori?

“Auguro a questi ragazzi di diventare come i tre tenori del Napoli. Detto questo, abbiamo tanti buoni giocatori, tutta la squadra ha fatto bene durante la regular season. Questo gruppo ha fatto progressi importanti nell’arco di pochi mesi, non voglio far torto a nessuno facendo nomi”

 Bollino è nato il 31 Dicembre 1994. Ad Ercolano lo scorso Novembre impressionò i presenti. Visto il rapporto tra la giovanissima età ed il suo talento, può essere considerato un giocatore importante in prospettiva?

“Sono sicuro di si e glielo auguro. E’ un ragazzo giovanissimo che ha fatto un’ottima stagione. Speriamo possa fornire lo stesso contributo in questo finale di stagione, i suoi miglioramenti sono stati eccellenti. Se mantiene questa umiltà e la sua voglia di migliorare, che lo spinge ad impegnarsi tanto giorno dopo giorno, nessun traguardo gli è precluso”

Vista la sua esperienza nei vivai di Serie A, se dovesse dare dei consigli al calcio italiano per la crescita dei settori giovanili, cosa direbbe?

“Io direi che bisogna avere maggior pazienza con i giovani: bisognerebbe consentirgli di giocare un po’ prima rispetto a quanto accade e lasciarli anche sbagliare, perché è nella normalità delle cose. Mi viene in mente Alaba del Bayern, che nonostante abbia commesso qualche errore, è stato qualche giorno fa protagonista di una semifinale di Champions pur essendo un classe ‘92. In Italia spesso invece i giovani vengono lanciati per necessità o paura. Un po’ di equilibrio in più sarebbe importante”

Si ringrazia per la disponibilità l’ufficio stampa del Palermo

 

A cura di Ciro Troise


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