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Ferrara ha dato ad Insigne le chiavi dell’Under 21

Prima convocazione, prima maglia ed è subito show

ROMA – Quando ha segnato il suo primo gol in Under 21, il sesto del­la goleada azzurra al Liechten­stein, Lorenzo Insigne si è prodot­to in uno scatto imperioso rag­giungendo in breve la panchina dove ha intensamente abbracciato Ciro Ferrara, il ct che gli ha dato la grande chance. Neanche fosse una finale di Champions… Ma in quell’abbraccio c’è stata tanta ri­conoscenza e anche tanta consa­pevolezza. Ferrara non aveva mai chiamato Insigne ma covava da tempo l’idea. Poi, studiando le partite del Pescara si è convinto che il folletto di Frattamaggiore poteva servirgli eccome. Prima convocazione, primi due allena­menti. Ferrara ha avuto solo con­ferme. «Ho capito che era la scel­ta giusta nel momento giusto. Che era opportuno dargli una chance perchè se la stava meritando. Gli ho detto vai e gioca come sai sen­za preoccuparti troppo della fase difensiva».

Così convinto che, facendo uno strappo alla regola, il ct azzurro ne aveva annunciato l’impiego da titolare già il giorno prima. Segno di una fiducia illimitata e di un so­dalizio che, ormai acclarato, potrebbe fare le fortune della nostra Under 21 e un domani chissà, anche della nazio­nale maggiore.

Insigne ha illumi­nato il largo 7- 2 di Vaduz con grandi giocate, due assist vincenti per Gabbiadini e due personalissimi gol. Non si poteva davvero chiede­re di più per un debuttante assolu­to. Va anche detto che gli avversa­ri erano assolutamente inconsi­stenti e che il vero banco di prova è già alle porte: martedì a Rieti contro la capolista Turchia. Parti­ta che vedrà ancora Insigne con la maglia numero 10 ai nastri di par­tenza. Se anche contro i turchi il folletto del Pescara (ma del Napo­li come proprietà) risulterà decisi­vo, allora potremo scomodare ti­toli del tipo “ E’ nata una stella”. Intanto il ragazzo ha fatto vedere di cosa è capace: tec­nica di prim’ordine, controllo di palla come pochi, assist alla Totti, senso del gol innato. Ne ha se­gnati due, uno da at­taccante puro fa­cendosi trpovare pronto al tocco in rete su cross basso di Paloschi, l’altro con una vera invenzione: un pallonetto delizioso di sinistro, che non è il suo piede, da oltre trenta metri dopo la respinta del portie­re avversario. Non ultima, una condizione atletica invidiabile per la quale Insigne ha ringraziato pubblicamente Zeman, suo allena­tore a Pescara. NAPOLI CHIAMA – ieri ad un certo punto Lorenzo ha dovuto chiudere il telefonino per… ecces­so di chiamate da Napoli. Tra que­ste forse anche quella della socie­tà. Insigne non nasconde le sue ambizioni. « Giocare nel Napoli e in Champions è il mio sogno. Nel tridente? Come fai a prendere il posto di quei tre? Non sono la co­pia di nessuno ma è ovvio che dei tre mi riconosco soprattutto in La­vezzi. Intanto vediamo se Ferrara mi fa giocare a Rieti ed eventual­mente c’è da confermare la pre­stazione di Vaduz. Poi c’è da pen­sare al Pescara e magari a Natale vado a Castelvolturno a salutare Mazzarri e i giocatori e a cercare di capire che intenzione ha la so­cietà nei miei confronti».

 

Fonte: Corriere dello Sport

 

La Redazione

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