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Frattamaggiore, l’orgoglio per l’asso “Lorenzinho”

L’amico Vitale racconta: «Non avrebbe mai accettato di indossare un’altra maglia»

«Lorenzo? È molto più bravo di me alla sua età». Parola di Claudio Sala, centrocampista del Toro campione d’Italia del ’71. E ogni anno l’osservatore, ex giocatore granata, se ne rendeva sempre più conto, ma Lorenzo Insigne, secondo di quattro fratelli, tutti con la passione per il calcio, non aveva ancora l’età “giusta” per distaccarsi dalla famiglia. Questi alcuni dei ricordi di Orazio Vitale, biologo prestato al calcio, presidente dell’Olimpia Sant’Arpino, scuola calcio affiliata all’epoca al Torino, con i cui colori gli Insigne hanno mosso i primi passi. «Ho avuto con me per 7 anni, dai pulcini ai giovanissimi, Lorenzo: è un campione nato», esordisce Vitale mentre sfoglia l’album dei ricordi. «Il raduno delle scuole calcio a Torino per il torneo annuale si trasformava in una vetrina per Lorenzo. I ragazzi delle categorie superiori lo vedevano giocare e volevano farsi fotografare con lui, immaginando già il futuro da campione».
L’ultimo allenatore ad averlo avuto nell’Olimpia, Rocco Mazzarella, si vantava di avere in squadra ”un fuoriclasse”. Mamma casalinga e papà operaio, saltuario, in una fabbrica di scarpe a Grumo: una famiglia per i vicini, nel popolare quartiere di via Rossini, «di vecchio stampo, con valori morali forti, il papà ha sempre imposto ai figli di tornare a casa prima delle 23». Valori che, dicono allenatore e presidente dell’Olimpia, Lorenzo ha trasferito anche in campo: «Umile, leale, corretto, non si è mai montato la testa». Poi il grande salto. Giuseppe Santoro, osservatore dell’Avellino, lo nota sui campi di periferia, e comincia a corteggiarlo, ma solo quando diventa il responsabile del settore giovanile del Napoli riesce a convincere Vitale, suo amico fraterno, a trasferirgli il gioiellino, senza neppure il “premio di preparazione. «Era in gioco il suo futuro e la soluzione Napoli era ritenuta la più idonea in quanto avrebbe continuato ad aver la famiglia al suo fianco – conclude Vitale – e fra poco apprezzeranno anche il fratello Roberto, a mio avviso il nuovo Sandro Mazzola».

Fonte: Il Mattino

La Redazione

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