Frustalupi: “Questa è stata la vittoria del gruppo”

PASSIONE AZZURRA – Il fascino non può essere quello della Champions, si capisce. E si vede pure. Il colpo d’occhio che regala il San Paolo, infatti, non è quello delle grandissime occasioni. Neppure l’attesa, l’entusiasmo, il brivido azzurro che precede il match è quello delle notti con il Bayern, con il City e con il Chelsea; ma la passione, sì, è quella di sempre. Del resto, l’Europa è l’Europa e poi non è neppure troppo lontano il ricordo di quell’esclusione dalla Coppa, due anni fa, per mano di un Villarreal che proprio contro gli azzurri di Mazzarri visse l’ultimo successo di cui vantarsi prima della sua grande crisi. Stavolta, poi, c’è pure la curiosità di vedere e di scoprire un Napoli diverso. L’altro Napoli. Quello delle seconde file. Quello, se si vuole, dei bomber tascabili Vargas e Lorenzinho. Però? però nel San Paolo dall’erba tornata finalmente verde in ogni angolo del campo, c’è pure un velo di rabbia e di tristezza per l’aggressione vigliacca consumata ventiquattr’ore prima ai danni d’un gruppo di svedesi. Prima del via alla partita, un applauso dal civile sapore di solidarietà e, perché no, anche di scuse all’indirizzo dello spicchio svedese del San Paolo.

SOLO 6′ PER CONVINCERE – E allora, come se la caveranno i giovanotti azzurri figli di un turn over che praticamente è una rivoluzione. Sei minuti e arriva la risposta. Sei minuti e il Napoli vola e lo stadio pure per quel gol di Vargas, che è una liberazione per il ragazzo sino a quel momento avvolto dal mistero. Si diverte e si scalda, il popolo azzurro del pallone. Si scalda anche perché il gol di Dudù Vargas non è un gol per caso. E’ costruito con una bella giocata personale e un destro sicuro e determinato. Così come il secondo e il terzo, figli di quella specialità napoletana che si chiama contropiede e che trasformano la notte del Napoli nella notte del cileno. Anche se, forse, il gesto tecnico che la gente apprezza più d’ogni altro, è quel mezzo passo di danza di Insigne al limite dell’area svedese, con un destro pulito ed elegante che punta l’incrocio e poi va via di niente. Ma proprio di niente. L’avesse fatto, sarebbe stato la fotocopia spiccicata del gol di Oscar alla Juventus l’altra notte. Oscar dos Santos, quello costato al Chelsea la bellezza di 31 milioni un paio di mesi fa. Oscar dos Santos, più giovane di Insigne soltanto di tre mesi e cinque giorni. Però con una differenza: Lorenzinho al Napoli costò 1.500 euro e non un centesimo di più. Insomma, una notte giovane e un esordio felice quello azzurro in questa Europa League. Con quattro gol e senza cortei né strombazzate a fine gara. Ma in Europa League, si sa, la festa comincia sempre un po’ più tardi.

Fonte: Corriere dello Sport

La Redazione

A.S.