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Giuseppe Savoldi: “De Laurentiis ha caricato troppo la squadra per la Champions”

Parla alla Redazione de “Il Corriere dello Sport” il bomber degli azzurri degli anni ’70 Giuseppe Savoldi, protagonista della vittoria di una Coppa Italia nel 1975:

Buongiorno Savoldi, ma cosa sta succedendo a questo Napoli?
« Esattamente quello che accadeva ai miei tempi…».

Cioè?
«Si passa da un eccesso all’altro: dall’euforia più sfrenata alla depressione».

Cosa è necessario, invece?
«Più equilibrio. Non è un possibile che un giorno vada tutto bene e uno tutto male».

C’è stato qualche errore evitabile?
«Mi permetto di sottolineare il pensiero del presidente De Laurentiis. Io al posto suo non avrei detto certe cose».

Quali?
«Ha caricato di tanta, forse eccessiva, importanza la Champions League. I giocatori in campionato rendono sempre meno alla vigilia di una sfida europea».

Savoldi ha avuto questa impressione?
«Certo, a maggior ragione a Catania quando, dopo essere passati quasi subito in vantaggio con Cavani, hanno perso quasi subito quota. Evidentemente pensavano già al Bayern».

Cosa deve evitare il Napoli d Mazzarri?
«Le contraddizioni, questa discontinuità di rendimento. Deve restare più concentrato. Il pensiero rivolto alla Champions, a Catania, ha giocato un brutto scherzo».

E’ sbagliato, nel caso del Napoli, dare maggiore importanza alla Champions League rispetto al campionato?
«No, affatto. Ma per affrontare entrambe le competizioni bisogna avere un organico più forte e completo, soprattutto per quanto riguarda le seconde linee».

Si tratta di uno svantaggio importante?
«Sì, secondo me questo Napoli non è ancora pronto per affrontare contemporaneamente campionato e Champions League».

I risultati, però, non sono così negativi, in particolar modo sul fronte europeo…
«E’ vero, ma sono altalenanti… Questa discontinuità alla lunga rischia di causare dei danni».

Champions League o campionato: Beppe Savoldi cosa sceglierebbe?
«La Coppa manca da Napoli da 21 anni. Come si fa a non tenerne conto? Ma il tempo di dover scegliere non è ancora arrivato».

Eventualmente quando ci sarà questo momento?
«A gennaio, non prima. Allora si capirà cosa potrà fare veramente il Napoli quest’anno».

La società doveva essere meno chiara e decisa sulla priorità degli obiettivi?
«No, anzi. Bisogna fare così, altrimenti i giocatori, che in certe circostanze diventano… bambini, avrebbero rischiato di crearsi degli alibi».

A questo punto che Napoli vedremo a Monaco?
«Io spero di vedere il “vero” Napoli, una squadra caparbia, forte, coraggiosa che sappia fare risultato su un campo difficile contro una grande squadra».

Questo Napoli è in grado di tenere testa al Bayern?
«Secondo me sì, anche perché ci sono almeno 12-13 giocatori in grado di essere all’altezza della situazione».

Come si esce imbattuti dall’Allianz Arena?
«Giocando con criterio, cercando di mettere a frutto coraggio ed esperienza».

Consigli per gli acquisti, a gennaio…
«Io interverrei sicuramente in difesa dove, quando mancano Cannavaro o Aronica, non esistono sostituti ancora all’altezza. Fideleff e Fernandez non sono ancora pronti».

In avanti nulla? Cavani, Lavezzi e Hamsik condizionano molto, nel bene come nel male, il rendimento degli azzurri.
«Per questo motivo bisognerebbe trovare uno-due sostituti che possano compensare le assenze o i cali di questi campioni».

Savoldi come giudica l’attuale stagione dei tre fuoriclasse napoletani?
«Non proprio positivamente e spiego anche perché. Secondo me Hamsik latita da 3-4 domeniche. A Cagliari è subentrato negli ultimi 20′, ha giocato tre palloni ma li ha sempre “scaricati” all’indietro, non si è mai preso delle responsabilità precise».

Lo slovacco è in una fase di involuzione?
«Sicuramente deve cambiare il suo atteggiamento, a maggior ragione in questi casi quando può fare affidamento su una maggior freschezza fisica».

Cavani invece?
«Manca di continuità. A Catania ha segnato un gol, poi è scomparso».

Lavezzi piace a Savoldi?
«In assoluto si tratta di un ottimo elemento. Ma, secondo me, vive troppo di spunti personali. Quando eccede in egoismo, non è produttivo per la squadra».

Mazzarri appare sotto stress, sembra accusare più del lecito il doppio sforzo campionato-Champions League.
«Non so, non riesco a capire… Sicuramente ha una grande responsabilità, deve gestire una stagione intensa, ricca di ostacoli ma anche di molte gratificazioni».

Il tecnico ha qualche colpa specifica?
«L’atteggiamento, talvolta, è sbagliato. E’ vero: è pagato per allenare, per gestire i giocatori. Ma nel calcio di oggi anche i rapporti con i media sono importanti».

C’è qualcosa che non va nel Napoli?
«No, non penso. Cerco di capirlo anch’io, ma mi sembra che l’unico vero problema sia la continuità di rendimento e di risultati».

Bayern e Juve, che Napoli sarà dopo queste due sfide?
«Io credo che si sentirà una squadra ancora più forte e competitiva. Inutile dire che in certi casi gli stimoli sono automatici. Sotto un certo punto di vista sono le partite più facili da preparare per un allenatore».

Napoli-Juve, una classica del calcio italiano.
«E’ vero. La squadra di Mazzarri ha a disposizione un solo risultato, la vittoria. Solo così potrà restare in lotta per il podio del campionato».

Altrimenti?
«Altrimenti si dovrà accontentare del quinto posto… Ma non credo. Questo Napoli saprà centrare l’ambo vincente, ne sono sicuro».

La Redazione

A.S.

Fonte: Corriere dello Sport

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