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L’urlo dei tenori: «Vincere a Pechino per la spinta in campionato»

La carica degli azzurri a 48 ore dal match nella capitale cinese

Furono loro a chiudere i conti nella finale di coppa Italia con la Juve: Pandev lo lanciò al bacio e Hamsik infilò il 2-0. Si riparte dalla Supercoppa e c’è ancora la Juve. «La Juve è una grande squadra, campione d’Italia ma l’abbiamo già battuta e speriamo di poterlo fare di nuovo. Stavolta però non taglierei la cresta, ci sono voluti due mesi per farla ricrescere, al massimo farei un altro tatuaggio dopo quello per la coppa Italia. Una partita speciale per i nostri tifosi e per noi», dice Hamsik ad una tv cinese, lui che ai bianconeri di gol ne ha già segnati sei.
«Speriamo di far bene e portare la Supercoppa a Napoli. La Juve è favorita, ce la metteremo tutta per vincere», conferma Pandev, anche lui, tante volte a segno contro la Juve. Stanno bene e rassicurano sulla condizione fisica del gruppo. «Il fuso orario? Sono ancora un po’ imballato, per sabato sarà tutto ok. È solo inizio stagione ma nei tre test contro squadre forti abbiamo dimostrato di avere una buona condizione», avverte Hamsik. «A Dimaro abbiamo svolto un ottimo lavoro e nelle tre amichevoli ci sono state conferme in vista di questa sfida. Io certezza dell’attacco? Sono felice di far parte del gruppo: le scelte le fa l’allenatore, servono tutti». Stregati da Napoli e dal Napoli. Hamsik ha deciso di rinnovare e di restarci a lungo, Pandev si è decurtato lo stipendio pur di giocare in maglia azzurra. «Sto benissimo al Napoli e penso solo al Napoli. Che pensa Raiola? Bisognerebbe chiederlo a lui. Società, tecnico e giocatori: il merito è di tutti se il Napoli sta crescendo tanto. Mazzarri? Il suo lavoro si vede, ha portato il Napoli a grandi livelli ed è in panchina per il terzo anno, una cosa non facile. Che voto gli darei? Un nove. Il voto a me stesso non lo dò: tocca all’allenatore giudicarmi», spiega Hamsik.
«Vincere con la maglia del Napoli è speciale. Vedere tanti tifosi cinesi con la maglia azzurra è un segnale dell’importanza della piazza. Con l’Inter ho vinto tutto, entrai al momento giusto in una grande squadra. Ho scelto di venire qui e spero di vincere ancora», annuncia Goran, l’uomo delle coppe, quello che i tifosi azzurri chiamano «Kung fu Pandev».
Due trascinatori, in questo primo mese hanno contribuito a far allontanare il ricordo di Lavezzi. «Ci dispiace tanto che è andato via il Pocho ma sono cose del calcio. Tutti gli altri sono rimasti, la nostra forza è proprio la riconferma del gruppo. E poi sono arrivati ottimi acquisti: Insigne sta crescendo tantissimo, Gamberini e Behrami hanno già dimostrato di essere buoni calciatori», spiega Marek. «Il Pocho ci manca tanto, un grandissimo attaccante, il campionato italiano con il suo trasferimento al Psg e quelli di Ibrahimovic e Thiago Silva ha perso tre grandi calciatori. Però ci sono tanti giovani interessanti e oltre alla Juve, l’Inter e il Milan restano favorite. Nel Napoli abbiamo altri grandi calciatori e stiamo cercando di apprendere al meglio il cambio di modulo», dice Pandev.
La vicenda calcio scommesse, la Juve non sarà distratta. «Ogni giocatore quando scende in campo pensa solo a quello che deve fare, staranno preparando alla grande questa partita», anticipa Hamsik. «La Juve ha tanti giocatori fortissimi, poi di queste cose se ne sta parlando in Italia e qui siamo in Cina. Vincere per scrivere la storia? Sì. Una finale è importante vincerla. Partire con il piede giusto darebbe la spinta giusta per il campionato», annuncia il macedone.
Hamsik si è poi concesso un giro in compagnia di Gargano e Inler ma la sua testa è sul campo. «Qui ci sono tante cose da visitare, il tempo è poco. Il cibo cinese? Proverò qualcosa ma preferisco la cucina italiana. In Cina c’è voglia di vedere giocatori europei. Il nuovo ruolo? Non è un problema, in passato ho giocato così a centrocampo». Pandev chiude con il ricordo della doppietta segnata alla Juve al San Paolo: «Fu la svolta, non ero ancora in condizione e mi tornò la fiducia, avvvertii forte quella dell’allenatore e dei tifosi. Per un attaccante in Italia non è semplice, ci sono difensori forti e tatticamente c’è una grande preparazione. Chi fa bene in serie A può giocare dappertutto».

Fonte: Il Mattino

La Redazione

M.V.

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