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Il centrocampo dello Swansea e la strana coppia Inler-Dzemaili…

Se Wilfried Bony avesse avuto i centimetri e la forza fisica di Diego Costa al 16’ del primo il Napoli sarebbe stato già sotto e ora saremmo probabilmente qui a commentare una partita diversa. Henrique, interlocutoria la sua prestazione, e Maggio, entrambi sul lato opposto rispetto al portatore di palla, riescono a perdere completamente le tracce del centravanti dello Swansea. Così sul cross di Dyer l’ivoriano solo soletto manca l’impatto aereo con la palla. Al 22’ altra topica difensiva. Protagonista Britos che marca alla rovescia il solito sciagurato Bony. Il difensore gira le spalle all’avversario concedendogli lo spazio per riceve l’invitante passaggio filtrante di Hernandez. Il colored, sicuramente non in giornata di grazia, non trova di meglio di mirare col sinistro la mandibola di Rafael, proteso verso di lui in uscita kamikaze. Brividi eccessivi, non giustificati dal livello tecnico della squadra gallese.
Il Napoli dimostra una certa aggressività solo nei primi minuti di gioco poi accetta il predominio territoriale dell’avversario sapendo, inconsciamente, che potrà assestare il colpo del ko anche nella gara di ritorno. 68% il possesso palla dei padroni di casa nella prima frazione di gara che diventerà addirittura 71% nella ripresa. Il difensore centrale Williams arriva all’incredibile cifra di 104 passaggi effettuati di cui 93 riusciti. Le pochissime volte che il Napoli ha provato a pressare più alto ha sempre messo in difficoltà questo palleggio lento e stucchevole. Benitez è consapevole che non aver segnato in trasferta potrebbe essere un grave handicap al ritorno, quando il Napoli sarà obbligato ad attaccare ma non potrà concedere niente in difesa. In realtà era bastata una semplice strategia a scavalcare l’impacciata linea difensiva inglese per mettere, nei primi minuti della ripresa, due volte Higuain davanti alla porta. Prima Callejon, poi Hamsik avevano evidenziato i limiti dell’avversario. Così nell’ultima mezz’ora difendendosi col baricentro sempre più basso, l’opposto di quanto visto nelle brillanti prove contro Roma e Sassuolo, il Napoli concede altre occasione potenzialmente pericolose all’avversario perdendo sistematicamente i duelli aerei. Al 67’ Britos perde la marcatura su calcio di punizione da sinistra e concede la battuta di testa a Williams, salva Reina. All’82’ è la volta di Henrique a perdere la sfida aerea con Bony, la cui conclusione termina per fortuna del Napoli di poco a lato. Nel mezzo si deve registrare anche la parata di Reina sul tiro insidioso di Routledge, lasciato completamente libero in fascia per il solito atavico equivoco del «quinto uomo». Deve stare più largo il terzino (quindi Maggio) o chiudere l’esterno alto (quindi Martens)? In questo caso si esimono entrambi concedendo la chance all’attaccante inglese.
Lo Swansea conclude la gara in controllo completo del gioco ma senza dare quasi mai la sensazione di poter veramente passare. Il Napoli è con la testa già in Italia. Non è dato sapere se la prestazione sotto tono sia frutto di una strategia complessiva che tiene conto della gara di ritorno, o di un eccessivo turnover. Certo le coppie centrali proposte da Benitez non hanno convinto nessuno. Pessima quella difensiva con Henrique ancora in fase di ambientamento e Britos sempre più spaesato. Insufficiente anche il tandem svizzero. Ormai è nota la scarsa complementarietà tra Inler e Dzemaili che hanno movenze, tempi e caratteristiche di gioco simili per cui spesso si pestano i piedi in fase offensiva e non si scaglionano bene in fase difensiva. Del resto Behrami non poteva probabilmente reggere il peso di due impegni consecutivi. Poca roba anche in attacco. Hamsik ha corso molto ma troppo spesso attaccando la profondità invece di ballare tra le linee. È mancato un po’ insomma il suo ruolo di collante tra centrocampisti e Higuain anche lui più pigro e meno lucido del solito. Rimane alla fine solo un risultato parzialmente positivo, ma la pratica non è ancora chiusa.

fonte: il mattino

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