Battagliero e con un foglietto tra le mani. Mazzarri dà uno sguardo ai suoi appunti e torna sulle scelte effettuate contro il Chievo Verona difendendo il suo turnover.
«Sapevo che dopo la prima sconfitta sarebbe stato un gioco al massacro. Me l’aspettavo».
Poi usa un’espressione alla Mourinho.
«Criticate me, non c’è problema per l’inquisizione nei miei confronti, sparatemi pure: l’importante è che i giocatori stiano tranquilli».
Le scelte di Verona, Mazzarri precisa.
«La formazione l’ho fatta insieme al preparatore Pondrelli, che è un mago, calcolando il rischio degli infortuni. Ora posso scegliere con una rosa un pochino più ampia. Sapevamo che se avessimo messo in campo gli stessi uomini che avevano dato il massimo contro Manchester e Milan, avremmo rischiato di ritrovarci con qualche giocatore fermo per 3-4 giornate. Per questo motivo non ho convocato Campagnaro, Maggio era tra quelli che non avrebbe dovuto giocare e si è fatto male. La sua uscita ha complicato i piani perché avrei messo in campo Cannavaro al posto di uno tra Fideleff e Fernandez. Forse l’unico rammarico è che avrei potuto ritardare i cambi».
L’allenatore elogia chi è sceso in campo a Verona.
«Ho messo i ragazzi più freschi e abbiamo giocato meglio rispetto all’anno scorso quando perdemmo due volte nei turni infrasettimanali. Il Chievo non ci ha creato mai preoccupazioni, il gol è arrivato per un intervento sfortunato di Fideleff che tra l’altro è stato tra i migliori. La fase difensiva ha funzionato meglio rispetto a Cesena, un errore può capitare, l’anno scorso proprio a Verona lo commise Cannavaro reduce da tante gare ravvicinate. Si prova a fare la scelta meno dolorosa. Dopo la Fiorentina, avremo Villarreal e Inter».
Meglio rincalzi freschi che titolari stanchi: Mazzarri torna su questo tema.
«Per me non c’è stato un turn over totale perché De Sanctis, Aronica, Gargano, Dzemaili, Maggio, Zuniga sono titolari. I due giovani in difesa Fernandez e Fideleff hanno fatto bene, Pandev per raggiungere la migliore condizione deve giocare, in attacco ho messo Santana e Mascara che hanno disputato insieme tutte le amichevoli. I ragazzi erano i primi ad essere dispiaciuti, sul pullman non ho sentito una parola. Questo è lo spirito che ci ha portati lontano».
Il tecnico incalza.
«Dopo aver vinto due partite è stato esagerato alzare l’asticella. Ora sembra quasi che dobbiamo vincere tutte le partite altrimenti succede una tragedia. Giocare Champions e campionato è durissimo, vediamo Inter e Milan dove sono. Galliani che se ne intende ha sempre sostenuto che la Champions ti porta via otto punti in campionato. La serie A si è livellata».
La Fiorentina, massimo rispetto.
«Una partita difficilissima, la Fiorentina è partita forte ed ha i nostri stessi punti. Dovremo esprimerci al top, ci aspetta una gara dura e chiedo ai tifosi di darci una spinta in più come sempre».
Tornano tutti i big, si ricompone il tridente delle meraviglie innanzitutto.
«Lavezzi gioca, l’ha fatto in condizioni peggiori contro il Milan. In difesa torna Cannavaro e faccio fermare un turno Aronica che ha giocato sempre. Fideleff ha giocato bene e merita la conferma. A centrocampo avrei voluto far riposare Gargano, ma Dzemaili e Donadel non sono disponibili e devo riproporlo con Inler».
Parla anche di Lucarelli e Grava, ancora una volta non convocati.
«Se avessimo avuto la panchina con venti giocatori Lucarelli lo avrei portato a Verona e l’avrei schierato nel finale. Grava non lo vedo ancora pronto. De Laurentiis? Non mi ha contattato, quando ha qualcosa da dirmi lo fa».
Dieci anni di panchine, di sfide. Ora si sente pronto per lo scudetto?
«La mia carriera è partita dalla C2 e mi si è chiesto sempre se ero pronto per la tappa successiva. Sono stato sempre pronto. Se un allenatore fa bene il proprio lavoro dipende anche dalle forze, se ho una rosa attrezzata alla pari degli altri me la gioco per lo scudetto. Le mie valutazioni sulle rose e sugli ingaggi le sapete, ci sono squadre che hanno speso cento milioni. Ciò non toglie che non mi accontento mai».
Per chiudere.
«Il rumore dei nemici? Non lo sento. Certo, si è parlato più delle mie scelte che dell’arrivo all’Inter di Ranieri. Significa che siamo diventati importanti».
La Redazione
A.S.
Fonte: Il Mattino
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