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Il Napoli ha già vinto lo scudetto finanziario, adesso in pole position sul mercato

Il progetto De Laurentiis va avanti. Nonostante uno scudetto svanito, sfumato dopo il ko interno con l’Udinese, salvo clamorosi scivoloni del Milan.  Uno scudetto, però, è sicuramente stato già vinto: non potrà essere cucito addosso su una maglietta, ma sicuramente potrà essere appuntato come fiore all’occhiello: la gestione economico-finanziaria del club. La società partenopea è stata spesso indicata come esempio di fair play finanziario, un cammino iniziato da De Laurentiis sin dal primo giorno del suo insediamento a Napoli che sicuramente ha suscitato iniziali perplessità, ma che poi ha portato solo benefici. La qualificazione diretta in Champions sarà il volano per maggiori introiti e anche maggiori investimenti. La società ha chiuso il bilancio per la quarta volta in utile: +334.000 euro è il risultato finale dell’ esercizio chiuso il 30 giugno 2010. Una cifra, esigua, che però va sommata ai risparmi delle precedenti stagioni grazie ad una sana gestione societaria.

I primi due campionati in C1 hanno registrato una perdita di oltre 16 milioni. Poi, la svolta. Nella stagione 2006-2007, tra i cadetti, la società riuscì a portare un utile in bilancio di 1,4 milioni di euro, con una stagione d’anticipo. Il ritorno in A, invece, è stato un autentico boom in termini di incassi. Il marchio Napoli è salito alle stelle come tutti i tipi di introito. Il fatturato, comprese le plusvalenze è passato dagli 88,4 milioni del 2007-2008 ai 110,8 dell’ultima stagione. La voce più alta è quella proveniente dai diritti televisivi (48,2), seguono le sponsorizzazioni 20,9 e il botteghino (17,1). Bene anche il licensing, in particolare l’e-commerce (vendita online con i prodotti griffati Napoli in grande crescita). Una pioggia di danaro fresco che però non ha fatto esaltare in spese folli il produttore cinematografico che pur rinforzando adeguatamente la rosa a disposizione di Mazzarri, ha sempre tenuto d’occhio il bilancio. Grazie alle plusvalenze dei calciatori nel 2009-2010, che ammontano a 6,6 milioni a cui vanno aggiunti i 3,8 dell’ultima estate che saranno contenuti nel bilancio del 2010-2011.

De Laurentiis può stare tranquillo. Il regolamento del fair play Uefa prevede che scatterà l’allarme solo quando il monte stipendi supererà il 70%del fatturato: il Napoli ha speso 38,7 milioni per la forza lavoro con un sola voce negativa: i debiti lordi sono aumentati da 55,3 a 90,9 milioni, senza però nessuna pendenza con le banche e tra l’altro a luglio è stato anche dimezzato l’indebitamento con la Filmauro, società controllante. Il futuro, però, è ancora più roseo o azzurro. Rispetto a tutte le big, il Napoli non dovrà saldare debiti per l’acquisto di giocatori. Uno sguardo alle altre big, messe malino sul fronte economico: la Juve deve ancora pagare i cartellini di Matri (15,5 milioni), Quagliarella (10), Pepe (7) e Aquilani (ancora da definire con il Liverpool; il Milan quelli di Ibrahimovic (18 milioni) e Amelia (2), l’Inter (Nagatomo, 4 ) e Lazio (Sculli, 3 milioni e mezzo). Il Napoli non ha scadenze se non quella di Cavani (sarà pagata la prima rata) ma è un affare già definito. Il presidente, quindi, grazie anche agli introiti per la prevista Champions League partirà in pole position sul mercato, potendo contare su denaro fresco e puntare su tre innesti di valore. E allora: coniugare i risultati sportivi con una corretta e sana gestione di bilancio si può. Lo scudetto finanziario De Laurentiis lo ha già vinto.

La Redazione

C.T.

Fonte: Corriere del Mezzogiorno

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