Si è giocato molto e senza tregua. Su tre fronti, e per lunghi periodi anche una volta ogni tre giorni. Chiuso definitivamente un capitolo (ma è stato comunque un successo) ne restano ancora due aperti. Campionato e Coppa Italia. Ma, una cosa è certa: se la lotta per il terzo posto è ancora apertissima e potrebbe esserlo sino alla fine, per la Tim Cup tutto si deciderà in un sol colpo il 20 maggio. Sette giorni prima, l’ultima di Campionato con il Siena al San Paolo, ma da qui ad allora ci sono ben dieci incontri e un solo imperativo d’obbligo: mettere in campo la formazione migliore per la conquista di un posto in Paradiso, quello della Champions. Bisogna per l’appunto centellinare uomini e forze, usare il bilancino del farmacista per avere a disposizione forze sempre rinnovate, ed essere al contempo lungimiranti, perché di certo l’obiettivo terzo posto non sarà una passeggiata. Anzi. L’ultimo Napoli visto in Campionato è quello che tutti vorrebbero vedere sempre. Sei partite con filotto di cinque centri e un ultimo pareggio a Udine. Un ruolino di marcia che fa ben sperare, e che ha allontanato (per adesso) gli spettri di una squadra stremata per i troppi impegni ravvicinati. Ma…
IL CAMPANELLO – Ma, se l’ultimo Catania sprizza freschezza da tutti i pori, Il Napoli, invece, non è di certo fresco come una rosa. E questo ci ha tenuto a sottolinearlo anche il tecnico, in maniera tempestiva, già mercoledì dopo il passaggio di turno in Tim Cup. Napoli in difetto di forze soprattutto nella seconda frazione di gara, ha sottolineato Mazzarri, anche se poi è andata a finire bene. In sintesi, il dispendio di energie profuso su tre fronti e la mancanza di allenamenti mirati per i troppi impegni in rapida successione, potrebbero costituire un campanello d’allarme non sottovalutabile. E qui entrano in ballo le motivazioni, i bollettini medici, i chilometri percorsi e le forze fresche. Il tutto da coordinare al meglio e da coniugare con un’onda d’entusiasmo ancora fortunatamente viva.
IL QUADRO – Dopo la consueta seduta pomeridiana di ieri a Castel Volturno, il Napoli fa la conta degli abili e arruolabili. Non convocati Britos (attacco influenzale) e Grava, che ha svolto lavoro differenziato, ecco che in difesa toccherà verosimilmente a Campagnaro, Fernandez (toh, chi si rivede…) e Aronica. Convocato capitan Cannavaro, che però dovrebbe partire dalla panchina dopo un tour de force niente male. L’idea è quella di sistemare Fernandez al centro tra i due più esperti angeli custodi. Nel centrocampo orfano di Maggio (ridimensionato per fortuna il suo infortuno) ecco Zuniga e Dossena sulle fasce nei ruoli di competenza, e in mezzo Dzemaili farà rifiatare Inler, affiancandosi ad un Gargano ancora adrenalinico.
NESSUN DORMA – Niente fermata ai box per i tre tenori. Toccherà ancora una volta a loro, probabilmente sin dall’inizio, scardinare la difesa etnea. D’altronde il Cavani delle 60 candeline sembra al momento insostituibile, ma lo stesso Hamsik ha dato ampie garanzie mercoledì. Anche se a tratti frenato col Siena, il Pocho è pronto e rituffarsi in mischia con l’ardore che lo contraddistingue. Pronti alla bisogna Pandev, in prima analisi, e lo “scampolista” Vargas. Turn over? Solo un pizzico, quel tanto che stavolta potrebbe non guastare.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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