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Il Pocho tiene alta la concentrazione: attenti, per i quarti ci sarà da soffrire

Lo straordinario uno-due di Lavezzi ha coronato la sua splendida prestazione

A vederlo ieri sera segnare con la semplicità dei fuoriclasse, ad ammirarlo migliore attore protagonista, a scoprire minuto dopo minuto come abbia saputo cavare il Napoli fuori dall’imbuto della propria tensione nella gara più importante della storia recente del Napoli, ci si domanda come sia possibile che il Pocho Lavezzi faccia gol solo con il contagocce. Nella notte magica di Fuorigrotta arrivano due suoi prodigi, i primi in Champions (più cinque in campionato in questa stagione), che consegnano agli azzurri le sorti del proprio destino, da giocarsi a Stamford Bridge: «Mi aspettavo questa vittoria, ma non è un risultato che ci fa stare tranquilli in vista della gara di ritorno a Londra. Lì dobbiamo andare non per difenderci, ma per tentare di fare altri gol. Il 3-1 non è un risultato che ci deve far stare tranquilli. Dovremo affrontare il Chelsea con la solita umiltà. Ma abbiamo tanta, tantissima fiducia di poter passare il turno, anche se ci sarà ancora da soffrire».
Contro i Blues Lavezzi è stato principesco. I compagni, all’inizio, sono come paralizzati, curvi sotto il peso della partita che tutti i napoletani aspettano da due mesi. Lui no, lui è sciolto, libero da pensieri diversi dall’unico degno di un centravanti: il gol, da segnare o da fare segnare agli altri, perché l’argentino ha anche il dono dell’altruismo. Ma gli è bastato dare un’occhiata al russo Ivanovic e a David Luiz – i due difensori di Villas-Boas con il compito di occuparsi di lui – per decidere che poteva essere la sua serata. «È stata una partita fantastica, preparata bene con Mazzarri in questi giorni: abbiamo preso un gol ingiusto per un errore banale che può capitare. Per fortuna ho subito segnato la rete del pareggio. Ma tutta la squadra è stata super».
Un protagonista, Lavezzi, fin dai primi minuti del match quando ha fatto le prime prove: qualche scatto, qualche abbozzo di dribbling da dinoccolato giocoliere qual è. Poi, appena dopo la prima mezz’ora di uno spettacolo emozionante in cui il palcoscenico se l’era immeritatamente preso lo spagnolo del Chelsea, Juan Mata, ha deciso che la scena se la doveva prendere tutta lui. «Se non avessimo preso quella rete ora saremmo con un piede nei quarti», ammette sornione. Sullo 0-0 il Pocho sbaglia un aggancio davanti a Cech, il portiere che gioca col caschetto e con due placche nella testa: la palla gli schizza via, più per colpa del terreno scivoloso che sua. Nella ripresa sbaglia in contropiede un gol facile facile: «Non lo so perché faccio degli errori del genere, però li faccio spesso. Ho calciato malissimo – dice il Pocho – ma in quell’azione nel secondo tempo per prima cosa ho sbagliato il controllo della palla. Meno male che poi mi sono riscattato subito dopo».
Nell’essenzialità della letale azione dell’1-1 c’è molto di principesco: compreso il coraggio di tirare dai 20 metri, mirando proprio dove Cech non può mai arrivare. «Questi gol sono per mio figlio Thomas», la dedica scontata e annunciata. Genio e modestia. «È un bel vantaggio il 3-1 ma non montiamoci la testa, il discorso qualificazione è ancora tutto aperto: non è un risultato che ci consente di essere tranquilli. Conosciamo la loro forza, a Londra saranno arrabbiatissimi», insiste l’argentino.
In panchina per la prima volta c’era Nicolò Frustaluppi: «Secondo me Mazzarri non deve più venire… perché Frustalupi porta fortuna, quando vediamo lui in panchina vinciamo sempre», dice ovviamente scherzando. Poi fa una piccola ammissione: «Mazzarri era qui nello stadio, mica in albergo». Poi capisce che di aver commesso il suo unico errore della sua splendida nottata e fa subito retromarcia: «Non è vero, scherzavo. Era in albergo». Infine il pensiero ai tifosi: «È bello vedere tutta quella gente felice per la nostra vittoria, meritano questo successo».

Fonte: Il Mattino

La Redazione

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