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Il premio Champions c’è, ma la squadra mugugna

Il patron ha accolto solo in parte le richieste provenienti dallo spogliatoio

NAPOLI. Un accordo senza troppi sorrisi, in attesa di ulteriori sviluppi. Anche se in maniera tardiva, tra il club azzurro e la squadra è stata chiarita l’annosa questione legata al premio Champions. Venerdì, prima della partenza per Palermo, la fumata bianca. O grigia, per meglio dire. De Laurentiis era stato sollecitato più volte dal dg Fassone, a sua volta compulsato dal “gruppo sindacale” dello spogliatoio, affinchè si provvedesse alla soddisfazione delle richieste. «Presidente, bisogna chiudere la vertenza sul premio Champions», più volte Fassone aveva ricordato al patron che era urgente sistemare una vicenda che solitamente viene discussa e concordata entro il mese di dicembre. Alla fine De Laurentiis ha accettato, anche se non come la squadra aveva reclamato per intero. E cioè: riconoscere il premio Champions a quei pochi calciatori che non lo avevano inserito nel contratto base e correggere la cifra per quelli che ce l’avevano già nel contratto. La richiesta non è stata accolta dal presidente, che ha provveduto a riconoscere il premio d’accesso Champions, solo per quei dieci calciatori sprovvisti della copertura sindacale. Conti alla mano, alla squadra verrà distribuita (chi più e chi meno) una somma complessiva di 3 milioni di euro, al lordo delle trattenute, invece dei 3,5 richiesti dal gruppo per chiudere il campionato entro il terzo posto.  Qualche mugugno nello spogliatoio c’è ancora, perché si rapporta il premio alla somma che la società incasserà: 25 milioni di euro. L’auspicio dello spogliatoio è che De Laurentiis faccia un altro passettino incontro ai calciatori, senza dover necessariamente ricordare che fanno fede i contratti e ciò che c’è scritto all’interno degli stessi. Il patron ha ragione, dovrebbe essere così. Però, il calcio è sport di gruppo e si gioca con la testa, prima ancora che con i piedi. Vedere all’opera, come a Palermo, un Napoli stanco e mortificato negli stimoli, non è stato incoraggiante. La posta in palio è molto più alta di quelli che sono i desideri dei calciatori. 

Fonte: Il Roma

La Redazione
S.D. 

 

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