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Il preparatore atletico Saccone: “Napoli, adesso l’unica arma è la compattezza”

Corrado Saccone, ex preparatore atletico del Napoli, ha rilasciato una lunga intervista a Sportitalia.

 

Come analizza il momento attuale del Napoli, che cerca certezze con il Monza?

 

“L’anno scorso è stato devastante e la crescita della squadra è stata continua e costante negli anni. Questo è il primo vero momento di difficoltà. Ora tocca alla società”.

 

Cosa si aspetta che faccia la società?

 

“Deve scendere in campo e fare valere la propria forza. È facile quando le cose vanno bene, togli Cavani e metti Higuain. Ora deve ridare certezza e sicurezza. Così come le cose sono andate bene in passato, ora deve saper gestire al meglio questa situazione. Che è particolare per vari motivi”.

 

Per esempio?

 

“Ci sono giocatori scontenti. Alcuni appagati per la vittoria del campionato ora cercano nuovi stimoli, sia economici che sportivi con squadre più blasonate. Poi c’è stato il cambio di allenatore. In precedenza c’era stato un momento in cui, con l’arrivo di Benítez, questa squadra era divenuta internazionale. Questo è un altro momento, differente: il Napoli si è dimostrato una squadra competitiva ad altissimo livello, ora deve dimostrare di poterci restare. Gli errori poi sono da condividere”.

 

Fra chi?

 

“La scelta del cambio di allenatore di inizio stagione non è stata felice, ma da qui a buttare merda sul tecnico dicendo che dovesse essere cambiato alla prima giornata… Un club importante non può dire certe cose”.

 

Mazzarri ha avuto un compito non facile.

 

“Nella sua prima esperienza c’era un campionato diverso. Ora più competitivo, internazionale, difficile e la sua gestione non è delle migliori. Non è un cattivo allenatore, ma è stato chiamato a salvare una barca che perdeva troppa acqua. In corso d’opera non è mai facile e lui è facilitato se può lavorare da inizio anno sulle sue idee. Nei giocatori poi vedo situazioni che non vanno bene”.

 

Quali?

“Osimhen è scontento, Kvara lo hanno un po’ studiato, lo conoscono ora ed è più difficile per lui fare la differenza. Anche altri non li vedo motivati allo stesso modo. La gestione della squadra che vince è molto più complessa di quella della squadra che deve vincere”.

 

Ora il mercato e la Coppa d’Africa non aiuteranno. 

 

“Non aiuteranno no, ma parlando della Coppa d’Africa si sapeva, prendendo giocatori africani, che sarebbe arrivata: un piano B bisogna averlo. Aggiungo una cosa”.

 

Prego.

 

“Questo è il momento in cui il Napoli deve tirare fuori i soldi, secondo me. Ha sempre monetizzato con i vari Lavezzi, Cavani, Higuain, persino con Sarri. Ripeto: ora è il momento di cacciare i soldi per sopperire alle mancanze attuali”.

 

Lei ha visto da vicino Napoli ed Higuain, fino alla rottura. La situazione è diversa, ma fra l’ambiente ed Osimhen esiste una crepa?

 

“Non credo. Anche perché l’importante per i tifosi azzurri è soprattutto di non vederti andare alla Juventus (ride, n.d.r.). I tfosi ancora stimano Victor. Credo però che non abbia ancora di dimostrato in pieno il proprio valore. Due anni fa il Napoli lo ha aspettato, per tanto tempo, nel quale aveva un rendimento altalenante. Non basta una stagione. Se dopo una annata vuoi già raccogliere beh, non lo so se nei panni di un’altra squadra punterei forte su di lui, serve avere una conferma. Deve dare ancora qualcosa al Napoli: dimostri di valere ciò che crede di valere”.

 

Che Mazzarri ha ritrovato?

 

“L’ho sentito quando stava andando a firmare, vedevo come il momento fosse arrivato per lui all’improvviso, così come la difficoltà di dover gestire una situazione simile in troppo poco tempo. Forse nemmeno lui se lo aspettava e non ha avuto modo di prepararsi a fondo per la situazione. Io ho vissuto Napoli nel momento in cui tutto andava per il meglio, anche che se non eravamo una squadra sempre vincente. Nelle difficoltà Napoli è particolare”.

 

Cosa manca ora?

 

“Rispetto alle altre squadre non ha gente che ha giocato a calcio nella dirigenza. Fa la differenza nella gestione dei rapporti, dello spogliatoio e dell’ambiente. Non vedo chi ha già vissuto certe situazioni: Walter ha fatto benissimo a portare Grava con lui, ma prima faceva il settore giovanile, non è la stessa cosa. Non c’è nessuno che abbia respirato l’aria dello spogliatoio in società”.

 

Come uscirne, ora che c’è anche il mercato?

 

“L’unica arma è la compattezza, fra giocatori, società e tifosi. Loro non mancano nel supporto. Sul mercato dico che Walter dovrà stare attento a non sbagliare una pedina: può essere deleterio e costare l’accesso alle coppe, che sono fondamentali per le casse azzurre”.

 

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