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Il Tour Panini 2012, per tornare o continuare ad essere bambini…

Quelle dei tre tenori le prime figurine a finire

Arrivare alle 9.30 e scorgere così tante persone, accalcate per raggranellare i “primi posti”, potrebbe incutere timore a chi si accinge ad animare la prestigiosa “kermesse”: la “paura” di esser travolto dall’entusiasmo di cosi tanti ospiti e non essere in grado di soddisfare le attese, potrebbe giocare a sfavore dei tanti ragazzi chiamati ad indossare le pettorine gialle della Panini. Un giallo intenso che richiama la luce calda irradiata dal sole che ha scaldato la “due giorni” oltre che i cuori di tutti  partecipanti; a tutto questo aggiungiamoci  la splendida cornice cromatica offerta dallo stand e dal pubblico trepidante: avere il privilegio di esservi presente nella doppia veste di “animatore-cronista” regala emozioni diverse dalle solite.

Alle 10.30 è tutto pronto: ho indosso la divisa “Panini” e diamo il benvenuto ai ragazzi accorsi per lo scambio. Urla, grida festanti di persone che dicono: “C’ero prima io, io. Tocca a me!”. Sorrisi dispensati gratuitamente per cortesia ma anche perché è quello lo spirito che traspare con naturalezza dal volto di noi animatori: c’è chi si accomoda a compilare il modello per richiedere “l’ambito premio”, chi sgomita e cerca di fare il furbetto, e chi trascorre due interi giorni in piazza per “reclutare” più gadget possibili. 336 – 335-  332; non do i numeri: sono i primi a finire;  e potrete immaginare a chi appartengono. I “tenori” sono li, a portata di mano e confesso di essermi emozionato tanto a prenderli dalla teca: Cavani che ha il volto “crucciato”, Lavezzi sorride di gusto con fare scanzonato, ed Hamsik sembra che guardi altrove. Riporre nelle mani di bambini festanti i nostri beniamini, ha un sapore indescrivibile: si può leggere nei loro occhi lucenti la gioia di stringere tra le mani i “campioni azzurri”; quasi non par vero di poterli tenere stretti. Il tempo passa velocemente ed anche gli altri azzurri terminano: dapprima lo Scudetto, poi De Sanctis con Cannavaro; seguono i “nuovi arrivati” Britos  ed Inler per finire con gli “ex” Mascara e Santana. Mazzarri, a differenza dello scorso anno, è poco richiesto; fortuna di tutti noi tifosi che forse vivremo un finale di stagione più tiepido! “Stanno finendo i giocatori del Napoli!” è la voce che si sparge fuori e davvero si rischia di mandare a monte tutto quanto; fortuna che ci sono i deck di ricarica e prontamente i nostri beniamini sono alla portata di tutti. I bimbi al momento dello scambio, devono consegnare alcuni doppioni ed io, con fare certosino, “spulcio” tutti  i mazzetti alla ricerca di alcuni azzurri “bistrattati” e li reinserisco nei dispenser affinchè tutti, possano, almeno in parte, tornare a casa soddisfatti.

C’è chi ha speculato sulla passione ancora una volta; provando a chiedere qualcosa in cambio per un Lavezzi od un Cavani divenuti, col passare del tempo, merce rarissima; c’è chi ha pianto per aver fatto una fila interminabile e non aver ottenuto ciò che voleva; confesso che in quell’occasione mi ha stretto un groppo alla gola e le lacrime per poco non fuoriuscivano. Non è facile il lavoro del giornalista, soprattutto se gli si chiede di raccontare la descrizione di eventi che esulano dal panorama calcistico; si rischia di lasciarsi prendere dal pathos del momento e perdere la lucidità. Serve una boccata d’aria e noi ragazzi ci “mescoliamo”. Raggiungo una parte più tranquilla dove è possibile apprezzare lo spettacolo prepostomi: il sole che tramonta e colora il cielo di rosa, i bimbi con i genitori che giocano a “mignolino” o scambiano con altri i “doppioni”. “Avete le figurine della Champions?”, è quanto mi viene richiesto; rispondo di no e che ormai l’appuntamento sta per terminare… tuttavia non finisce qui e prosegue questo week-end al centro commerciale Campania di Marcianise; il sogno di poter racimolare altri campioni non è ancora terminato così come quello di  voler restare o tornare bambini …

 

A cura di Francesco Gambardella

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