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Jorginho si presenta: “A Napoli per non deludere. Non avrò problemi con il nuovo modulo. Sogno la Nazionale”

NAPOLI – Jorginho, è arrivato da pochi giorni in città: come è stato il primo impatto con l’ambiente? «Ottimo, direi. Mi hanno accolto benissimo e sono stato veramente bene».

Quanto è stato importante aver trovato dei brasiliani nello spogliatoio del Napoli quali Rafael ed Uvini? Li ha già conosciuti?«Sì, li ho conosciuti ed ho legato subito con loro, anzi mi hanno invitato anche a cena. Sono stati bravissimi. Quando arrivi in un posto nuovo e trovi dei connazionali, è normale legare subito. E’ stato importante, certo»

Quali sono le sue aspettative? Lo sa che la società vorrebbe ingaggiare anche un altro centrocampista? La preoccupa questa voce? «No, non mi preoccupa. Se il Napoli ritiene di prendere un altro centrocampista, va bene. Io, invece, sono contento che la società sia venuta a cercarmi e contento di trovarmi qui. Sono arrivato consapevole delle mie qualità e cercherò di fare al meglio il mio lavoro, provando a dare un contributo importante alla squadra e cercando di imparare tanto dai miei nuovi compagni».

Quali sono le sue caratteristiche tecniche? Come si definirebbe ed in quale zona del campo le piacerebbe giocare? «Mi ritengo un centrocampista in grado di adattarsi a varie situazioni tattiche. Dagli allenatori con cui sono cresciuto ho imparato ad interpretare tutti i ruoli del centrocampo. E comunque mi piace giocare da centrale. Avere la palla tra i piedi e gestire il gioco della squadra».

Ha un modello a cui si ispira? «Un modello in particolare non ce l’ho, sinceramente. Ma ho sempre cercato di guardare i grandi campioni, quali Pirlo e Xavi. E’ da loro che s’impara. Ed io ho tanto da imparare ancora»

Perché ha scelto la maglia numero «8», esiste un motivo particolare? «E’ il numero che mi è sempre piaciuto avere. E poi, ho saputo che si tratta di una maglia che ha portato bene qui nel Napoli». E’ appartenuta al mitico Antonio Juliano, capitano e bandiera azzurra degli anni ‘70».

Ha già parlato con Benitez? Dove intende impiegarlo? «Sì, ho parlato a lungo con il mister. Sta cercando di insegnarmi i movimenti che vorrebbe da me nella zona centrale del campo. E’ diverso giocare con tre centrocampisti che giocare con due. Il mister mi ha parlato soprattutto tatticamente, per un discorso di copertura e del lavoro che dovrei svolgere giocando con due»

Ritiene di andare incontro a problemi di adattamento nel nuovo schema di gioco? «Non credo che possano nascere dei problemi. Anche perché penso che stare al fianco di grandi campioni, come i nazionali svizzeri o altri big, dovrebbe solo avvantaggiarmi. Anche nel centrocampo del Verona me la sono cavata abbastanza bene e non ho accusato il salto di categoria»

Di lei dicono che sia molto tecnico, bravo nella fase offensiva ma non altrettanto in quella di contenimento, è d’accordo? «Per la fase difensiva, se dovessi avere difficoltà nella forza, cerco di capire in anticipo la giocata degli avversari ed arrivare prima sul pallone. Già mi è capitato di comportarmi così e non ci sono stati problemi».

Si ritiene pronto per scendere in campo sabato sera al cospetto del Chievo Verona che ha già incontrato in campionato con la maglia dell’Hellas e perso quel derby? «Io sono pronto ma la decisione spetta sempre al mister. In questi allenamenti ho cercato di apprendere subito i nuovi movimenti, di seguire i compagni, di mettere in pratica quello che vuole da me il signor Benitez»

In fondo, stava giocando titolare nel Verona quando è venuto a prelevarlo il Napoli… «Ma io devo pensare solo a proseguire il mio lavoro come ho sempre fatto finora. Cercare di crescere. Di apprendere con la dovuta umiltà. Il resto viene da sé»

Lei già sapeva di essere del Napoli quando l’ha affrontato da avversario al Bentegodi due settimane fa? «No, si sapeva solo dell’ interessamento. Tutto è successo dopo la partita di Verona. E quando ti viene a cercare una grande squadra, vuol dire che il tuo lavoro è stato apprezzato e non si può che essere contenti, nonché cercare di impegnarsi al massimo».

Lo sa che al San Paolo c’è sempre un’atmosfera particolare? Che si prevedono oltre quarantamila spettatori? «Mi hanno raccontato del clima che si trova al San Paolo. Giocare davanti ad un pubblico simile sarà un punto di forza. Se dovessi giocare, tocca solo stare tranquillo e fare quello che facevo prima. E poi, giostrando vicino ai campioni c’è solo da imparare. Nel frattempo proverò a dare qualcosa anche io».

Lei, a volte, ha agito anche da mezzala pura, è così? «Sì, in alcune gare con il Verona ma mi sento più a mio agio quando gioco da regista».

Come è stato accolto nello spogliatoio? «Benissimo. I compagni stanno cercando di farmi entrare subito nei meccanismi della squadra. Nella maniera più veloce possibile ed io mi sto applicando tanto».

Lei è stato considerato uno dei giovani più promettenti del campionato italiano. Ce ne sono altri a suo avviso? «Penso che quello più bravo sia Berardi. E’ stato capace di segnare quattro gol al Milan. Essere presi in considerazione dai grandi club ti dà tante motivazioni in più, ti aiuta a crescere e ti spinge a fare sempre meglio».

A chi dei centrocampisti del Napoli si accosterebbe? «Io sono Jorginho e devo rimanere me stesso. Loro sono dei grandi campioni ed ho solo da imparare. Resterò tranquillo e penserò solo a lavorare».

Dopo la gara di campionato con il Chievo Verona, il Napoli affronterà la Lazio in Coppa Italia per una sfida che vale l’accesso alla semifinale. Ritiene che sia possibile vincere anche quel trofeo? «Nessuno va in campo per perdere e così anche il Napoli. Ma noi dobbiamo cercare di vincere la prossima partita e poi la prossima ancora. Alla fine vedremo cosa succederà».

In questo scorcio di campionato ha fornito sette assist e vanta il 78 per cento dei passaggi rusciti. Risulta tra i primi in Italia ed anche in Europa, dove pensa di poter arrivare? «Ringrazio per la fiducia. I numeri contano ma io so che per migliorare dovrò lavorare ancora tanti, non posso mollare mai. Ad ogni modo, per me la squadra viene prima del discorso personale. Sono venuto al Napoli per mettermi a disposizione del collettivo e spero di poterlo fare al meglio e non deludere le aspettative».

Lei ha scelto per la nazionalità italiana ed ha già fatto parte dell’Under 21 di Mangia. Non coltiva anche l’ambizione di approdare nella Nazionale maggiore? «Io devo pensare a fare bene con il Napoli, il resto verrà di conseguenza. Cercherò di fare del mio meglio con questa maglia poi sarà mister Prandelli a fare le sue scelte».

Fonte: Corriere dello Sport

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