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L’umiltà di Behrami: “Dobbiamo solo imparare dalla notte dell’Emirates Stadium”

«Una sconfitta a Londra contro l’Arsenal ci può stare perché abbiamo affrontato una grande squadra. Invece, con il Livorno ricordiamoci del Sassuolo...»

NAPOLI – L’uomo giusto sempre al posto giusto. Che sia davanti alla difesa o poco più avanti, od anche a ridosso della trequarti. Che sia proprio nel cuore della retroguardia, quando uno dei centrali è fuori presidio, o addirittura come ultimo baluardo davanti al portiere. Difficile vederlo girare a vuoto, ancor più improbabile che cada in una giornata-no. Perché (e questo s’è visto in più di un’occasione) quando la squadra non gira come dovrebbe, lui è uno dei pochi se non (a volte) l’unico a salvarsi da insufficienze o non pervenuti. Valon Behrami, Guerriero 2, visto che Salvatore Bagni l’ha preceduto di quasi un trentennio, è fatto apposta per questo: per macinare chilometri a profusione, oltre che avversari e qualsivoglia cosa che si trovi sul suo cammino. Benitez lo sa bene come pure Hitzfeld, trainer svizzero, e con loro molti di quelli che li hanno preceduti. Quindi uomo ovunque, comunque. Note stonate? Sempre di meno, ecco perché è ormai un conclamato beniamino dei tifosi.

OSPITE – L’uno a completare l’altro: non solo dichiarazioni di facciata, ma di intenti che equivalgono ora come ora a fermi propositi di riscatto. Paolo Cannavaro e Valon Behrami, ospiti ieri mattina al Circolo Posillipo (Salone dei Trofei) del presidente Maurizio Marinella, per la presentazione della squadra di pallanuoto, i rossoverdi della Dooa Posillipo, ora in A1. «Arsenal-Napoli? Abbiamo perso contro una grande squadra, ma resta tutto come prima» al Guerriero non va proprio di abbassare la cresta (di platino). Guarda avanti, e lo dice chiaramente ai tanti microfoni delle tv presenti. Un po’ di orgoglio ed anche un pizzico di fatalità: «Ci può stare perdere con un grande club come l’Arsenal, perciò per noi non cambia niente. Ci sono squadre che spendono milioni su milioni e poi vengono sconfitte in casa. Il calcio è anche questo. Le partite sono anche fatte per insegnare qualcosa e noi dobbiamo trarne il dovuto profitto. In caso contrario, cioè se dovessimo ripetere certi errori, vorrà dire che abbiamo capito ben poco».

LA PROSSIMA – Da quella appena archiviata dal sapore amaro, inserendovi anche un’altra meno recente con un retrogusto più agro che dolce: «La stessa cosa per quanto riguarda la partita col Sassuolo. Anche in quell’occasione abbiamo commesso degli errori, dai quali ripartire soprattutto per fare in modo che non si ripetano. E’ in arrivo il Livorno e noi siamo pronti al riscatto immediato, vogliamo dimostrare tutto il nostro valore. Anche se non è facile digerire certe sconfitte, soprattutto quando bruciano ancora molto. Siamo consapevoli della nostra forza e domenica torneremo a ribadire il concetto».

In un centrocampo con gli uomini davvero contati, l’apporto dello svizzero è quanto mai indispensabile, anche perché i connazionali Inler e Dzemaili non hanno le sue caratteristiche (e il pur valido Radosevic è ancora inesperto), non hanno la sua forza d’urto, il suo far filtro e l’abilità nel rubar palla. Davvero come pochi in Europa.

 

La Redazione

G.D.

Fonte: Corriere dello Sport

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