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M. Criscitiello: “Napoli, siamo tutti con te”

Il noto giornalista di Sportitalia Michele Criscitiello ha parlato anche del Napoli nel suo consueto editoriale per Tuttomercatoweb:

Prepariamoci alla settimana più lunga dell’anno, nella quale voleranno battutine, frecciate ed una pre-tattica sull’autostrada Milano-Torino da far invidia alla Salerno-Reggio Calabria. In questa stagione, la Juve ha dimostrato di essere più cinica nei confronti diretti, ha acquisito la mentalità del proprio tecnico, nel bene e nel male. Il Milan, però, dopo Udine è tornato il vero Milan, come se avesse messo l’allarme alla sveglia. E’ la terza sveglia, quella che non si può ignorare: o ci si alza o si resta a letto per tutta la giornata. E’ bastato recuperare qualche elemento per rivedere un grande Milan, formato Champions, ed un cinico Milan, formato campionato. La Juventus è squadra quadrata e può vincere lo scudetto, per dimostrare che sa fare le cose in grande anche senza vecchi dirigenti e l’ombra di chi non dovrebbe esserci più. Il Presidente Agnelli ha fatto cambiare umore ad un ambiente depresso; il confronto con il cugino John l’ha vinto da tempo, anche se gli Elkann credevano che anche Andrea avrebbe fatto un buco nell’acqua. Beppe Marotta si appresta a vivere la sfida di San Siro in maniera particolare, perché è la prima volta in questa lunga carriera che si gioca lo scudetto, contro l’amico di una vita Adriano Galliani. Dell’ad rossonero ha assimilato i movimenti, le dichiarazioni e gli affari. Sarà una sorta di “allievo contro il maestro”. L’allievo che ha dovuto sudare per meritarsi la Juventus, il maestro che per 25 anni nessuno ha saputo schiodare dalla poltrona più prestigiosa d’Italia, rendendolo il dirigente più vincente in attività, dall’Italia all’Europa, dall’Europa al mondo.
Come la Juve, l’Inter nella stagione 2006-2007, dopo 24 giornate era ancora imbattuta con 66 punti, frutto di 21 vittorie e 3 pareggi. La Juve, però, di gare ne ha giocate 23. Il testa a testa per il tricolore tra Milan e Juve mancava dal 2005-2006, antecedente allo scandalo calciopoli con il “successo fantasma” della Juve che chiuse con 91 punti; a quel Milan non bastarono, clamorosamente, 88 punti per vincere lo scudetto. Il terremoto del 2006 sconvolse tutto, facendo chiudere l’anno prima l’Inter al primo posto con un insolito bottino di 97 punti. Negli anni la quota scudetto si è andata normalizzando. Inter campione con 85 punti nel 2008, 84 nel 2009, 82 nel 2010 ed il Milan scudettato con 82 punti nel 2011. I valori sono questi. Sabato sarà la notte delle stelle, in campo ed in tribuna.
Aspettiamo con ansia la serata di martedì al San Paolo per il Napoli che si gioca la storia. Saranno molti gli italiani a tifare contro il Napoli, noi siamo al fianco degli azzurri anche per dimostrare in 7 giorni agli inglesi che l’Italia può “distruggere” il mito inglese. Villas Boas si gioca la panchina; l’altra non avrà il suo titolare al solito posto: Walter Mazzarri, assente per squalifica. Napoli ci ha regalato mille emozioni, un’altra notte per spingere i partenopei e per rendere ancor più infuocata la gara di ritorno a Stamford Bridge. Mazzarri arriva a questo ottavo di finale con un Napoli carico, con la lezione inflitta ai viola a Firenze e con Cavani tornato ai suoi livelli. Sarebbe importante portare almeno due squadre su tre ai quarti di finale; sperando sempre in un miracolo dell’Inter, anche se ad oggi non ci concede di riporre molte speranze in Ranieri.
In chiusura la politica del calcio. In Lega si stanno vivendo mesi paradossali, con i club che chiedono la testa del Presidente dimissionario, Maurizio Beretta. Si continuano a fare dei nomi, molti dei quali servono per bruciarli. Cardinaletti è un’ipotesi che non rappresenterebbe il cambio generazionale. Siamo con il Presidente del Coni, Gianni Petrucci, il quale chiede invece un cambio di tendenza e mentalità. Più ordine. A questa Lega serve un uomo di calcio; fuori le banche e la politica da questo sport. Beretta, prima di dare l’addio, si preoccupa di tutelare Lotto; farebbe bene a preoccuparsi di quali eredità ha lasciato al suo successore. Serve un uomo di calcio, una figura vicina alla Federazione, vicina all’Associazione Italiana Calciatori ed accettata dai club e dal Sistema; preferibilmente giovane, per assicurarsi il futuro prima ancora del presente. Il nome ve lo diamo, pensateci bene: Demetrio Albertini!

 

Fonte: Michele Criscitiello per Tuttomercatoweb
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