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Nando De Napoli: “Il Napoli deve tornare a giocare come sa per conservare il secondo posto”

L'ex centrocampista azzurro: "I calciatori azzurri non possono prendersela se subiscono i fischi, è una cosa normale"

Lui, sua moglie, sua figlia, un ristorante appena fuori Reggio Emilia dove si mangia pesce fresco e cucinato bene. «Perché mia moglie è napoletana e se non fosse così non me lo perdonerebbe». Festa semplice e in famiglia per Nando De Napoli che ieri ha festeggiato il compleanno. Quarantanove anni per il mediano dei grandi successi azzurri. Quel Napoli che oggi è in apprensione per un secondo posto che non sembra più blindato.

E allora, signor Nando, giustificata la preoccupazione?
«Purtroppo sì. Purtroppo il Napoli da quattro o cinque settimane non riesce a togliere il freno ai suoi risultati e questo, oltre a far prendere il largo alla Juventus, ha fatto avvicinare il Milan pericolosamente».

Quindi è pessimista?
«Ho detto che l’apprensione mia e dei tifosi è giustificata, ma non che sono pessimista. Anzi, credo che il Napoli abbia le carte in regola per respingere l’assalto rossonero. A patto, si capisce, che si svegli e che ricominci a fare gol e punti».

Ma questa frenata come se la spiega? Calo atletico, “abbassamento” di tensione oppure cosa?
«Ho una mia idea: penso che non si può chiedere a Cavani di fare sempre gol e di farli sempre e solo lui. Il problema del Napoli è stato proprio questo: fermatosi Cavani, nessuno è stato capace di sostituirlo come bomber».

Ce l’ha con Pandev e con Insigne?
«Macché. Li stimo molto. Però, per una ragione o per un’altra, non hanno dato al Napoli i gol necessari quando s’è fermato El Matador. E se aggiungiamo che pure Hamsik non è riuscito più a segnare, ecco spiegata la frenata».

Cosa che nel suo Napoli non accadeva mai.
«Allora se non segnava Maradona ci pensava Careca. E se non segnava Careca ci pensavano Giordano o Carnevale e qualche volta pure Bagni: l’Hamsik dei tempi miei. Questa delle alternative in zona gol è una delle differenze fondamentali tra il mio Napoli e il Napoli attuale».

Napoli che oggi rischia di vedersi scappare dalle mani il secondo posto. A voi nell’Ottantotto scivolò via uno scudetto già praticamente vinto. Ci vede delle analogie?
«No, non ce ne sono. Questo Napoli non vince perché se non segna Cavani non segna più nessuno. Noi, invece, perdemmo lo scudetto perché arrivammo stremati alle ultime giornale. Non stavamo in piedi. Non riuscivamo a opporci agli avversari. Perdere quello scudetto fu una cosa assurda. Venticinque anni dopo ancora non capisco, non riesco a rassegnarmi. Una mazzata della quale dentro porto ancora i segni».

E ieri come oggi c’è di mezzo il Milan.
«Milan che uscito dalla Champions scaricherà sul campionato tutta la sua rabbia e le sue attese. Un avversario temibile anche perché il Napoli dovrà andare a San Siro ad affrontarlo. Comunque lo ripeto: credo nelle possibilità e nelle capacità del Napoli di difendere il suo secondo posto e, quindi, la qualificazione diretta alla prossima Champions».

Per riuscirci, però, non deve più sprecare niente.
«Si capisce. Negli ultimi tempi s’è lasciato alle spalle troppi punti. Ora non deve più sbagliare. Per questo contro l’Atalanta, mi aspetto una diversa prestazione. Una prestazione da tre punti. E poi, posso dare un consiglio ai giocatori azzurri?»

Prego, faccia pure.
«Se accade, devono capire il disappunto, la delusione della gente. Niente drammi se arriva qualche fischio. E’ capitato a tutti e nessuno ha mai drammatizzato».

Già, l’Atalanta. Come se l’aspetta questa gara?
«Il Napoli deve cercare il gol subito. E poi insistere. L’Atalanta è in ripresa. Denis, che è anche un ex, ha ripreso a segnare».

Dica la verità: si diverte ancora guardando una partita?
«Dipende. C’è partita e partita. Se guardo il Barcellona mi diverto e come!».

Insomma, un po’ invidia chi sta in campo assieme a loro.
«No, io sono un fortunato. Io non posso invidiare nessuno e sa perché? Perché ho giocato col più grande d’ogni tempo. Cosicché devono essere gli altri a invidiare me».

Fonte: Corriere dello Sport

La Redazione

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