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Napoli-Cagliari: Azzurri sei volte grandi

Vittoria agevole, ed ora la gara di Champions con il Chelsea

Il Napoli vola. Sesta vittoria consecutiva (compresa quella con il Chelsea): una robusta iniezione di fiducia in vista del viaggio a Londra. Perché lì, allo Stamford Bridge bisognerà soffrire e, semmai, avere una attenzione difensiva superiore a quella a tratti messa in mostra ieri sera (soprattutto sulle palle inattive). Ma da un punto di vista offensivo il Napoli ha ritrovato lo smalto dei tempi migliori. Merito delle correzioni apportate da Mazzarri al consolidato modulo. Ora Hamsik è un vero e proprio trequartista e occultandosi tra le linee riesce a far perdere meglio le sue tracce. L’irrobustimento della linea di centrocampo consente a Inler di giocare la palla con maggiore tranquillità, facendo crescere la fluididità della manovra anche perché il regista si offre puntualmente all’appoggio dei compagni. Il Cagliari qualche attenuante ce l’ha: molti infortunati, troppi uomini decisivi in condizioni fisiche imperfette. Ma sei gol incassati, tre nei primi trenta minuti con una periodicità temporale disarmante (uno ogni dieci) danno la misura di un divario che è apparso subito incolmabile. Ballardini (che dopo questa larga sconfitta non può certo essere molto sereno relativamente al suo futuro cagliaritano) ha cercato di scuotere la squadra cambiando modulo un paio di volte (prima passando al 4-3-3 e poi al 3-4-1-2) ma alla resa dei conti poco resta da salvare: la grande voglia di Ibarbo (due assist), l’ultimo quarto d’ora del primo tempo, la tripletta di Larrivey (puntuale di testa nel raddoppio, favorito da una grande iniziativa sulla linea di fondo di Ibarbo, e anche nell’ultima inutile rete, sempre su iniziativa del compagno colombiano).

TEMPESTA – Il presidente Cellino lo aveva detto: la squadra è ai minimi termini, decimata dagli infortuni, senza Pinilla, l’attaccante più efficace, che è venuto insieme ai compagni in questa trasferta-lampo solo per rincuorarli. Come si dice: fare gruppo. Ma in quella mezz’ora il gruppo non si è visto e il Cagliari ha concesso al Napoli l’iniziativa del gioco, una iniziativa che è apparsa per trentuno minuti non arginabile. Prima il gol di Hamsik (una conclusione dal limite, dopo un appoggio di Inler e uno scivolone di Conti che apriva la strada allo slovacco), poi la grande conclusione ravvicinata di testa di Cannavaro su punizione di Inler, quindi il tiro cross di Lavezzi che Astori spediva alle spalle del suo portiere combinando un grosso guaio nel tentativo di evitarlo. Il Napoli che ha di fatto aggiunto un centrocampista arretrando di qualche metro Hamsik (una soluzione da cui sembra aver tratto vantaggio anche Inler) sembrava in grado di gestire la pratica nel migliore dei modi. Ma forse la facilità con cui era stato trovato l’ampio vantaggio ha indotto i ragazzi di Mazzarri a mollare la presa, a concedersi molte distrazioni difensive pagate con il gol di Larrivey (testa su punizione di Conti e marcatura perduta da Cannavaro) e con il quasi-gol di Thiago Ribeiro (imbeccato da Ibarbo, faticosamente De Sanctis spediva in angolo). Ma a parte il calo di concentrazione del Napoli, anche il Cagliari è cresciuto. Ballardini resosi conto che la sua squadra riusciva a costruire qualcosa solo con Ibarbo, ha rinunciato a Nainggolan (oltretutto con problemi muscolari) e inserito Thiago Ribeiro, una soluzione che lo ha obbligato a passare al 4-3-3, con l’abbassamento di Ekdal sulla linea dei centrocampisti.

CHIUSA – Il Napoli, però, pur con la testa già alla Champions, ha capito che non poteva rischiare e ha utilizzato la prima parte del secondo tempo per chiudere definitivamente la partita. Prima un rigore (fallo di Canini su Lavezzi, trasformato dall’argentino), poi un bellissimo gol di Gargano (scavino a superare l’avversario e tiro da distanza ravvicinata) a conclusione di una splendida azione sull’asse Pandev-Cavani, aprivano un baratro incolmabile nel risultato e quando il Cagliari provava a ridurlo (con Larrivey), Pandev ancora una volta devastava in velocità la difesa sarda, trovando la penetrazione in verticale di Maggio. E lì i giochi sono veramente finiti perché l’ultimo gol di Larrivey (prima tripletta in campionato) ha solo reso meno amara la pillola del Cagliari (terza sconfitta consecutiva).

Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
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