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Napoli, è la strada giusta. Con il Genoa precisione, rapidità e verticalità

Spettacolo molto gradevole fra Napoli e Genoa, anche grazie agli ospiti che pensano poco a chiudersi. Ma nel gioco azzurro ha girato tutto a dovere, e il risultato poteva essere ben più rotondo. 

Che il Genoa non fosse venuto al “San Paolo” a difendersi, s’era visto fin dal fischio iniziale: due minuti e mezzo e due tiri in porta dei rossoblù, partiti a razzo. Non una grande idea però, perché si sa che il Napoli, se in condizione, va a nozze con le squadre che la buttano sul ritmo e, soprattutto, si allungano e si aprono. In pochi minuti infatti gli azzurri di casa avevano già invertito l’andazzo, cominciando a prendere terreno e farsi pericolosi. Condottiero inedito, stavolta, Goran Pandev, apparso subito in giornata: mobile ed efficace, controlli rapidi e giocate penetranti. Al 13′ il macedone testava la mira, liberandosi al tiro da fuori area: fuori di un metro e più. Più fortunato Pandev qualche minuto dopo, servito da un ottimo Cavani, per un vantaggio meritato del Napoli, che nei primi 20′ ha mostrato davvero un bel calcio: pulito, sereno, rapido e verticale, ma soprattutto sempre preciso, invertendo quindi alcuni difetti palesati tempo fa.

Il Genoa ha provato a reagire, anche grazie ad una nuova serie di disattenzioni di Britos (forse unica scelta discutibile di Mazzarri), ma la qualità e il tasso tecnico del Napoli hanno continuato a prevalere. Nel 3-4-2-1 con Pandev e Hamsik dietro Cavani, lo slovacco era quello più duttile, capace di venire a prendersi la palla nella sua trequarti sinistra, per impostare e poi lanciarsi fin dentro l’area di rigore avversaria. Come nel caso di uno slalom strepitoso che lo ha portato a tu per tu con Frey (tiro fiacco per carenza di fiato) o come nel caso dell’assist che, alla mezz’ora, ha regalato il 2-0 a Dzemaili, ancora in gol dopo la tripletta di Torino. Tutto perfetto e bello da vedere: anche per gentile concessione del centrocampo genoano che, per quanto folto, appariva scollato dalla difesa, concedendo davvero troppo spazio fra le linee, interstizio entro cui Hamsik, Pandev e Cavani amano far partire le loro azioni migliori. Così facendo, il primo tempo era già in archivio e la partita in comoda discesa.

La ripresa è ricominciata con lo stesso piglio e la stessa qualità, e con una scarsa forza reattiva degli ospiti. All’appello, a quel punto, mancava solo la firma di Cavani: e non a caso il vero tema del secondo tempo è stato la sfida fra il bomber e Frey, vinta da quest’ultimo visto che il “Matador” ha fallito anche un rigore, oltre ad altre due o tre ghiottissime occasioni. Conta poco visto il risultato, ma poteva contare di più quando Cannavaro, in una delle sue amnesie con scivolone annesso, si è perso Immobile che però, saltato De Sanctis, si è tuffato e si è preso il giallo per simulazione. Uno dei pochi nei in una gara quasi esemplare, gestita anche molto bene dalla panchina: Behrami e Pandev richiamati fuori al momento giusto, per evitare ogni rischio di cartellino e squalifica; squadra sempre guidata con la massima attenzione, spinta a pressare con diligenza in fase passiva nei minuti finali ed a cercare il 3-0 in ripartenza.

Non è arrivato il 3-0, sono arrivati però tre punti fondamentali quanto meritati. La manovra azzurra ieri ha funzionato soprattutto lungo le vie centrali: rare le “battaglie” sulle fasce, dove si sono visti poco Jankovic e Antonelli, così come hanno inciso solo relativamente Maggio e Armero (il colombiano alla fine è stato l’unica sorpresa di una formazione iniziale che si annunciava molto rivoluzionabile, a causa delle diffide). Quello che nel Napoli è piaciuto di più è stata la capacità di tornare alla vecchia dote di arrivare in porta con pochi passaggi veloci e rasoterra, piuttosto che con manovre lente e avvolgenti che poco si addicono alle caratteristiche degli azzurri, o peggio con lanci lunghi gettati nel vuoto.

Il messaggio al Milan è forte e chiaro: il Napoli c’è ed è in buona forma, con la giusta consapevolezza di sé, con la necessaria determinazione a tenersi stretto il secondo posto, e con un discreto pacchetto di varianti tattiche. Poi, si sa, ogni partita ha un proprio copione: l’obiettivo sarà quello di ripetere la stessa prestazione offerta al “San Paolo” contro il Genoa.

A cura di Lorenzo Licciardi

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