Si può fare: e, allora, si fa. Un passo alla volta, per rimettersi in sesto, per tornare agile e scattante: il Pandev d’una volta, insomma. Milano è una cartolina double face: da una parte la gioia sfrenata per un blitz d’autore (con annessa personalissima vendetta), dall’altra la ferita che mette ko e invita a ripassare più in là. Niente Parma, sicuramente; e niente Bayern Monaco; niente Cagliari e (forse, chissà!) niente Udinese.
«Ma la gente di Napoli è calorosissima e questa loro energia mi aiuta molto. Sono convinto che potremmo toglierci, assieme, tante soddisfazioni» .
Piazza del Plebiscito, un sabato insolito, però sentito: c’è la maratona «Race for the cure» , tanta gente intorno e si parla di prevenzione, di tumore al seno, di solidarietà e di Pandev, che si lascia coinvolgere dolcemente dall’argomento, affrontato con convinzione dinnanzi ai microfoni di radio Marte:
«E’ importante che ci sia attenzione verso ogni genere di malattia, questa compresa. Sono venuto qui per dare il mio piccolissimo contributo e sono contento di averlo fatto» .
LA SUA CITTA’ – La Napoli di Pandev è ancora racchiusa in pochi spazi, lo stadio, il lungomare, i dettagli lasciati da un calcio che ti manda in campo un giorno sì e l’altro pure, se non ci scappa uno stiramentino al bicipite femorale della coscia sinistra.
«E’ la prima volta che sono in Piazza Plebiscito e devo dire che sto scoprendo una Napoli meravigliosa. Ma, soprattutto, ciò che mi ha colpito è la partecipazione della gente, il suo straordinario affetto. Sì, insieme ci toglieremo belle soddisfazioni ».
La Redazione
A.S.
Fonte: Corriere dello Sport
