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Pandev – Da riserva di lusso a goleador implacabile. Si lavora per il riscatto dall’Inter

Carlo Pallavicino: "Non escludo che lui possa rimanere"

«A Napoli hanno restituito a Goran la dignità del campione, per quello non escludo che possa anche restare. Fino a giugno c’è tempo per riflettere e prendere una decisione. Dovranno parlarne Inter e Napoli», dice Carlo Pallavicino, procuratore dell’attaccante che ha spinto i suoi ai quarti di finale di Coppa Italia realizzando il terzo gol consecutivo nelle ultime tre esibizioni del Napoli: due in campionato (Genoa e Palermo), uno al Cesena.  Da quarto attaccante, a protagonista principe dell’attacco partenopeo. Pandev è riuscito a non far rimpiangere Lavezzi e a oscurare giovedì notte Edu Vargas, il vice pallone d’oro del Sud America. Eppure è stato uno dei primi a incoraggiare il cileno durante l’intervallo e uno dei primi a sincerarsi delle condizioni di salute del Pocho quando l’argentino è rientrato dalle vacanze. Ormai Pandev, prelevato in prestito l’ultimo giorno di mercato per completare il parco attaccanti del Napoli, viene considerato da tutti il quarto tenore a disposizione di Mazzarri. Con Cavani, Lavezzi e Hamsik c’è anche lui che ha saputo aspettare il momento giusto per esplodere e che si è calato con tanta umiltà in quello spogliatoio dove equilibri e gerarchie erano così consolidate.

QUARTO TENORE- Un «tenore» che ha ritrovato forma fisica, voglia di giocare a calcio ed è entrato nel cuore dei napoletani grazie alla semplicità dei grandi: mai un mugugno, sempre disponibile a dare una mano, spesso pronto a sfoderare un numero da fuoriclasse. E ora il macedone che ha anche un figlio napoletano (il secondogenito è nato in una clinica di Napoli l’antivigilia di Natale) si sente rinato, trascinandosi dietro un bagaglio di desideri grande così: a) mettere a disposizione del gruppo la sua esperienza in Champions nella doppia sfida con il Chelsea; b) aiutare il Napoli a scalare posizioni in classifica e riagguantare la zona-Coppe; c) conoscere meglio la città e andare a visitare il museo della Cappella San Severo, un posto unico al mondo per le sue bellezze artistiche, posto nei Decumani, nel cuore di Napoli. Pandev non ha potuto ancora farlo ma presto lo farà. «Alcuni amici macedoni mi hanno detto che il «Cristo Velato» è una delle opere più suggestive al mondo e io che vivo qui non l’ho ancora visto. E’ grave», confidava ieri a chi si complimentava con lui per aver raddrizzato una partita nata male e salvato per il rotto della cuffia nella notte di Vargas. Il «Cristo Velato» è un’opera della seconda metà del Settecento, di un giovane scultore napoletano, Giuseppe Sammartino, una statua di marmo scolpita a grandezza naturale che rappresenta Gesù Cristo morto coperto da un sudario trasparente realizzato dallo stesso blocco. «Dovrò andarlo a vedere al più presto», si è ripromesso. 

L’INFORTUNIO- Lo stiramento muscolare accusato proprio durante la gara con l’Inter (vinta dal Napoli per 3 a 0) il primo ottobre dello scorso anno è stato la sua salvezza. Lo staff tecnico e sanitario partenopeo colse l’occasione per fermarlo e preparargli una tabella di recupero a hoc per rigenerarlo in tutto e per tutto. Dal preparatore atletico Pondrelli, al medico sociale De Nicola, al riabilitatore D’Onofrio. Con loro Pandev, sottopostosi anche a una dieta specifica, ha ritrovato forma fisica e confidenza con il gol. «Non avevo mai lavorato così bene da quando gioco a calcio», confessò tempo fa. 

NELLO SPOGLIATOIO- Il resto lo hanno fatto Mazzarri e i compagni di squadra. Lasciandolo sentire importante anche quando era in panchina. E nel momento di rimpiazzare Cavani (con la Juve), oppure Lavezzi (con il Genoa e il Palermo), o anche per rimediare ai disagi di Vargas, Kung Fu ha risposto presente alla sua maniera: realizzando gol importanti, come ai bei tempi della Lazio o dell’Inter di Mourinho.  

Fonte: Corriere dello Sport

La Redazione

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