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Peppe Iodice: «Mazzoleni mi ha ricordato Moreno»

Anche l’ex pallanuotista Mario Marsili e l’attore Gino Rivieccio si confessano ancora allibiti per quanto accaduto

Perdere, nel calcio come in qualsiasi altri sport, può capitare e va accettato. Nel modo in cui è successo al Napoli nella finale di Supercoppa Italiana a Pechino, però, è impossibile da digerire. Un avversario più forte non c’è stato, anzi. Solo decisioni arbitrali scandalose avverse hanno concesso alla Juventus un altro trofeo che lascia dubbi. La rabbia della tifoseria azzurra, non delusione, non è smaltibile anche a due giorni di distanza.
STOP A FALSI MORALISTI – La squadra italiana di pallanuoto olimpica s’è vista ieri battuta dalla Croazia nella finale per l’oro. Una sconfitta sul campo vera. Di questo sport Mario Marsili, del Circolo Savoia, ne è stato un brillante giocatore e oggi, appassionato del Napoli di Mazzarri, non riesce a mandar giù l’arbitraggio di Pechino: «Per la mia esperienza sportiva, e per quanto amo il Napoli del calcio del quale seguo, praticamente, tutte le partite in casa ed in trasferta di campionato e coppe varie, avrei abbandonato il campo. Era una manifestazione – spiega Marsili – che sarebbe dovuta servire per vendere il calcio italiano all’estero, in contemporanea con le olimpiadi, ma l’arbitraggio ha rovinato tutto. Sudditanza psicologica? Esiste ed ha condizionato la partita. L’espulsione di Pandev è un errore eclatante, se così fosse giusto tutte le partite dovrebbero finire almeno nove contro nove, per non parlare di quella di Zuniga che aveva subito due falli prima dei due gialli ricevuti. Anche chi non capisce di calcio ha visto». Un appunto Marsili lo riserva  anche agli avversari: «La Juventus è forte, ma vincere così non fa bene a loro. Le dichiarazioni presuntuose di Carrera a fine partita non mi sono piaciute, servono solo ad accendere gli animi. La premiazione mancata? Non è la prima volta che succede. Ricordo la Juve stessa nella Supercoppa del ‘98. È molto più scandaloso, sportivamente, che non venga esonerato un allenatore che prende 10 mesi di squalifica».
CALCIOPOLI NON DOCET – Dell’arte teatrale Gino Rivieccio ne è un’icona, ma la sceneggiatura dell’opera ammirata in Cina, a suo parere, non sarebbe scritturabile dal peggiore dei produttori. Colpa di Mazzoleni, l’arbitro che ha condizionato l’esito sportivo della gara: «La partita per me è finita al 76’, quello che è successo dopo non rientra nei canoni calcistici. È stato disgustoso e vergognoso. C’è stata una malafede nell’arbitraggio devastante – commenta Rivieccio – che fa male al calcio e allontana gli appassionati e non da questo sport. È stato mandato un arbitro condizionato psicologicamente dalle grandi. Il Napoli non ha mai vinto con lui che ce l’ha con Mazzarri. La stessa stampa in quota Juve gli ha dato 5 in pagella. Mi auguro che Mazzoleni venga giudicato dalle leggi cinesi che sono più severe delle nostre. Calciopoli ha insegnato poco». Poi un’idea che potrebbe rivelarsi utile per il futuro: «Se era un’operazione di marketing portare questa  finale a Pechino – continua Rivieccio – si poteva farla arbitrare ad un cinese, in modo da evitare polemiche. Riguardo alla premiazione credo sia stato giusto non avervi partecipato, meglio non mischiarsi insieme a gente come Bonucci, Pepe e Buffon. Se De Laurentiis ha detto che si poteva risarcire in altro modo la Juve (per la vicenda scommesse, ndr) sono pienamente d’accordo con lui. Non è stato calcio, ma qualcosa che ha ricordato le slot-machine truccate».
 NO FOTO SCOMODE – Ridere è difficile per situazioni del genere, il comico Peppe Iodice da tifoso azzurro appassionato prova a sdrammatizzare, ma lo scandalo cinese lo ha sconvolto al punto di dar ragione al Napoli che non si è presentato a ritirare la medaglia d’argento: «La premiazione? Non lo so se è stato giusto non parteciparvi ma a Pechino non è stato giusto niente. E allora va bene così. È stata la Supercoppa della  disonesta, meglio non farci fotografare in brutta compagnia. Le foto restano. Serviva una prova eclatante  della nostra rabbia e sono pienamente d’accordo con la scelta di De Laurentiis, l’avrei fatto anch’io». A due giorni di distanza si può valutare a freddo, più o meno: «Sono più calmo e lucido… No, non è vero, non riesco a calmarmi. È stato vergognoso. Mazzoleni mi ha ricordato l’arbitro Moreno ai Mondiali con l’Italia di Trapattoni, sembrava un agguato al Napoli. Stavamo vincendo, eravamo più forti e c’hanno fatto perdere. Scene surreali al punto tale da non essere arrabbiato, ma stupefatto». Meglio voltar pagina e pensare al campionato: «Indicazioni buone ci sono state. Mi è dispiaciuto non aver visto Insigne durante la finale di Pechino, ma sono sicuro che se non fosse stato espulso Pandev l’avremmo visto in campo». In ultimo una  critica ala stampa filo juventina che non ha reputato decisivo l’arbitraggio di Mazzoleni: «Ho letto editoriali assurdi, allucinanti, come se avessero visto un’altra partita. Solo alcuni giornali, tra cui il Roma, hanno preso una posizione netta raccontando la verità di quello che è accaduto».

Fonte: Il Roma

La Redazione

M.V.

 

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