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Riceviamo e pubblichiamo: Lettera al presidente De Laurentiis

Una lettera di un tifoso appassionato non napoletano a De Laurentiis

Carissimo Presidente De Laurentiis,
colui che Le scrive è un non napoletano, come Lei, tifoso del Napoli e innamorato all’inverosimile di questa magica città, proprio come Lei. Le sono sconosciuto, per questo mi è sembrato opportuno e doveroso esordire, nel rivolgermi a Lei, cercando poche ma indiscusse passioni che ci accomunano, che condividiamo con alcuni milioni di persone, cosa non da poco.
Sono trascorsi circa sette anni dal giorno in cui ha avuto l’impareggiabile merito di raccogliere i cocci di tante sciagure pregresse delle quali non ho né la competenza né la voglia di parlare, per edificare un ingranaggio oleato, affilato come il più temibile dei coltelli . E’ con quel coltello che ha sapientemente reciso i cuori azzurri di tutti i tifosi, compreso il mio, per insinuarvi ancora una volta alcune irrinunciabili virtù per troppo tempo sopite, custodite gelosamente nei più reconditi meandri dell’anima sottoforma di ricordi al riparo da intemperie immeritate: orgoglio, grandi speranze, sogni.
Lo ha fatto con la Sua prepotente baldanza tipica del guascone buono, immagine a me molto cara e ispiratrice di benevoli sorrisi. Lo ha fatto con la complicità dell’intero Mondo Napoletano che, a ben vedere, Le ha dato tutto il sostegno e la fiducia di cui ha necessitato. Non Le mancheranno mai, può contarci. Lo ha fatto con la convinzione e con la determinazione che solo un uomo d’impresa, fabbricante di storie realista e visionario al tempo stesso, può esprimere a questi livelli. Lo ha fatto anche e soprattutto con il Suo capitale di rischio. Di questo, di quanto ancora farà per questa realtà splendida e stupefacente, Le sono profondamente grato. Tutti noi tifosi Le siamo immensamente grati, carissimo Presidente.
Come certamente saprà meglio di chiunque altro, in quanto imprenditore e uomo sportivo, quindi passionale e sanguigno, costruire qualcosa di importante è indice di notevole ingegno che richiede altrettanto impegno; sedurre un popolo e conquistarne i consensi presuppone fortissima sensibilità, senso di responsabilità e capacità di leadership. Ma l’obiettivo più difficile, indizio e sintomo di un potere duraturo, è mantenere costantemente alti i traguardi raggiunti. E’ riuscito in molte di queste cose e per il resto ha gettato le basi affinché le sfide future si possano affrontare con rinnovata e solida consapevolezza.
A campionato nemmeno ancora concluso è stato già impegnato severamente nell’operazione di conferma di Mister Mazzarri, attività che ha regalato a tanti giornali, sportivi e non, una innumerevole quantità di spunti per costruire sulla vicenda storie incredibili, raccontate con una truculenza letterale da arena tipografica più che da equilibrato ed obiettivo canale mediatico al servizio degli utenti assetati di un’informazione imparziale. E’ stato un braccio di ferro scaturito da inopportune, in verità, quanto fastidiose dichiarazioni delle parti in causa concluso, finalmente, con una mano di scopone scientifico durato qualche ora e che ha conclamato una sostanziale equità ed unità di intenti. Sembra, tuttavia, che ciò sia stato sufficiente per manifestare la volontà da parte di “terzi” osservatori in malafede di evidenziare ed amplificare esponenzialmente crepe fantasiose in seno alla Società. Si continua a tentare l’opera di destabilizzare l’ambiente martellando sul tasto Hamsik,  ancorché Lei prontamente e puntualmente smentisca ogni voce e rassicuri noi tifosi.
Ha gridato forte e chiaro e con disarmante semplicità tutto il Suo disappunto verso questo inaccettabile stato di cose, con i quei toni caratteristici un po’ sopra le righe, interpretando pedissequamente e senza mezzi termini i nostri stati d’animo frustrati e arrabbiati. E’ sembrato, anzi, è diventato inequivocabilmente uno di noi. E quale Piazza di questo variegato Paese può essere più riconoscente per tutto questo, oltre che per i motivi d’esordio, ad un Presidente di una società calcistica che disintegra letteralmente le distanze emotive che lo separano dal popolo dei sostenitori, se non quella alle falde del Vesuvio? Credo, e lo sa anche Lei, nessun’altra. La dimostrazione tangibile di tanta riconoscenza si è manifestata nelle numerosissime occasioni in cui si è contata una partecipazione massiva al San Paolo, spesso ben oltre la capacità massima consentita ed a rischio dell’incolumità fisica, per offrire sostegno indefesso a quei beniamini amati più di uno stipendio settimanale, per molti equivalente al costo del biglietto. E anche in incontri non di cartello. Manifestazioni d’affetto e di stima per la Sua persona provenienti da ogni angolo del Paese in cui palpiti un cuore azzurro si sono costantemente esternate anche con l’appassionato ma sempre garbato disappunto nei confronti di scelte da Lei operate e cementate in nome di un fair play finanziario, che, ho la netta sensazione, siamo al momento gli unici ad osservare in Italia e forse in Europa. Scelte che di sicuro, a regime (e spero che si applicherà) ci avvantaggeranno sui diretti rivali ma oggi, con ogni probabilità, stanno facendo e faranno riflettere più del dovuto gli agognati campioni oggetto delle nostre brame di mercato. Ai quali, evidentemente, non basta sapere di vestire la maglia dal colore del cielo e del mare più belli del mondo, almeno per noi. Mi risponderà: ma il calcio non deve ridursi ad un fatto puramente veniale. Sono pienamente d’accordo, ma la “fede” da Lei spesso richiamata appannaggio di uno sport più bello e sano necessita di un’immagine di cui vantarsi… è davvero così dispendioso per Lei cederne una parte dei diritti a chi spettano?
La Sua arguzia, la Sua intelligenza ed esperienza di navigato uomo d’affari ed appassionato sportivo sapranno certamente dare una valida risposta anche a questa domanda che in molti, oltre a me, si stanno ponendo in questi giorni. Confido pienamente che perverrà, spiazzandoci piacevolmente come al solito, come finora è riuscito a fare in fine, in virtù della Sua concreta ostinazione.
Sono sicuro di raccogliere la condivisione di tutti i veri tifosi, non soltanto quella di coloro che si trovano nel carro sull’onda dell’euforia, quando Le dichiaro che credo fortemente nel Suo grande progetto. Vogliamo e dobbiamo crederci tutti insieme anche in nome di quel riscatto che rappresenta molto più che il desiderio legittimo di occupare i vertici del calcio italiano e magari europeo. Rappresenta un formidabile stimolo, quella spinta propulsiva di cui un popolo intero martoriato da mille piaghe, eppure mai in ginocchio e con gli occhi dignitosi della speranza, ha bisogno per reclamare il diritto di gridare a voce alta: ci siamo anche noi!
Questa è la Sua missione, carissimo Presidente De Laurentiis, colori d’azzurro i nostri sogni perché sappiamo che non ci deluderà.
In bocca al Ciuccio!!

Pasquale Stecchi

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