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Setola è convinto: «Uno scugnizzo destinato alla Nazionale»

Parla il primo allenatore di Lorenzo

La storia d’amore tra Insigne e il calcio è iniziata ad appena 4 anni, quando Lorenzo entra nei «pulcini» della scuola calcio «Olimpia Sant’Arpino» nell’impianto Ludi Atellani. È lì che Giuseppe Santoro, attuale team manager del Napoli, lo ha scoperto e portato nel vivaio azzurro. Il primo allenatore di Insigne è stato Vincenzo Setola, che ora esulta per il debutto in A. «Siamo tutti felici e ovviamente tifiamo per lui. Anche io, che non ero tifoso del Napoli, lo sono diventato… È un orgoglio averlo allenato e averlo accompagnato nel percorso di crescita».
Com’era Lorenzo da bambino?
«Innamorato del calcio come lo è ora. Un piccolo scugnizzo dallo sguardo vivace e dal cuore d’oro. Impossibile non affezionarsi. Ho diversi ricordi, segnava in ogni partita tanti gol. Rammento in particolare quando segnò 12 reti in un 16-0 in un torneo a Capo d’Orlando. Dovevamo battere un team bulgaro con molti gol di scarto per qualificarci e mi affidai a lui: non faceva in tempo a segnarne uno che riprendeva il pallone per rimetterlo in gioco».
Può essere la stagione della sua consacrazione?
«Lo spero e ci credo: sono convinto che farà divertire i tanti tifosi del Napoli, perché il suo talento è andato oltre le semplici questioni di centimetri. Per fortuna anche da piccolo non ha incontrato gli allenatori che fanno giocare solo quelli dotati di fisico e abbastanza alti. Diciamo che lui è un figlio del calcio stile Barcellona».
A Palermo potrà essere già determinante?
«Lui lo è sempre stato, anche da bambino. Ha spesso giocato con ragazzi più grandi: subiva falli e si rialzava, ma non si lamentava mai e si allenava con entusiasmo. Ha sempre avuto la mentalità giusta per sfondare ma, soprattutto, non ho mai visto nella mia carriera un ragazzo con la sua tecnica. È un predestinato, se non arriva a grandissimi livelli vuol dire che il mondo sta andando alla rovescia. A Palermo, se non si farà prendere dall’emozione, ci metterà il doppio dell’impegno perché è la prima partita».
Qual è il rischio più grande per la carriera di Insigne?
«Lui ha personalità ed è un ragazzo umile e serio. Tuttavia quello che spero è che non giri troppa gente intorno a lui, bisogna lasciarlo tranquillo. Per fortuna ha una famiglia solida e unita».
Con Insigne il Napoli dove può arrivare?
«Molto in alto, gli auguro il meglio, di vincere scudetti con la maglia azzurra, ma per lui prevedo la partecipazione a un Mondiale con l’Italia».

Fonte: Il Mattino

La Redazione

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