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Sette indagati per i cori ad Ardituro allo stadio di Pianura

C’è anche un 17enne nipote di un noto pregiudicato di Pianura, indagato nell’inchiesta sugli scontri antidiscarica di cui è titolare il pm anticamorra Antonello Ardituro, tra i sette giovani identificati e denunciati a piede libero con l’accusa di diffamazione aggravata per i cori contro Ardituro e le forze dell’ordine scanditi due settimane fa sugli spalti dello stadio «Simpatia» di Pianura. Quel pomeriggio in campo giocavano per una amichevole la Boys Pianurese e la Juniores Nuovo Quarto per la Legalità. Una quindicina di ultras, alcuni con i volti coperti da sciarpe, cominciarono a intonarono slogan vergognosi all’indirizzo del pm che indaga sui rapporti tra frange del tifo organizzato riunito sotto la sigla del Niss, «Niente incontri solo scontri», noti pregiudicati di Pianura, attivisti dei centri sociali e teste rasate: un miscuglio variegato, pronto – secondo le accuse della Dda – alla guerriglia urbana contro le forze dell’ordine. Dietro il paravento delle proteste contro l’ipotesi di riaprire la discarica di Pisani. Fatti per i quali si attende ancora una verità giudiziaria per un procedimento ancora in corso.
Il 17enne è stato individuato dai carabinieri di Pianura, che hanno esaminato filmati e fotografie della gara disputata il 15 settembre al «Simpatia». Il fascicolo aperto in procura inizialmente contro ignoti, ora comincia a delinearsi con i sette denunciati di ieri. La digos e i poliziotti di Pianura hanno identificato e denunciato per concorso in diffamazione aggravata anche altri 6 giovanissimi, tutti di età compresa tra 14 e 20 anni. Il capo della banda di teppisti, per gli inquirenti, sarebbe il 20enne U.B., con alle spalle già numerosi precedenti per danneggiamento, lesioni, oltraggio e resistenza. A casa sua sono stati rinvenuti e sequestrati due coltelli a serramanico. Tra l’altro, il 20enne non poteva neanche assistere alla gara Boys Pianurese-Juniores Nuovo Quarto: sul suo capo pende ancora il Daspo. A casa di un altro 18enne, invece, i poliziotti hanno trovato due manganelli e volantini con slogan contro la tessera del tifoso e inneggiante agli scontri tra tifosi. Una lista di denunciati che potrebbe allungarsi nei prossimi giorni.
Da parte degli inquirenti c’è riserbo, ma l’indagine continua. E si amplia con nuovi particolari. Chi era presente sabato 15 settembre allo stadio di Pianura prese a pretesto la gara della formazione juniores del Nuovo Quarto, sottratto al clan Polverino e affidato dalla procura all’associazione antiracket di Gigi Cuomo, per lanciare inquietanti messaggi a chi indaga sugli scontri di Pianura. E ieri, invece, sugli spalti dello stadio «Castrese Giarrusso» di Quarto altri giovani incappucciati hanno mostrato uno striscione che recitava: «Non è una questione di legalità ma di legittimità: eravamo tutti a Pianura. Onore a chi lotta». Un nuovo esempio di solidarietà per chi faceva le barricate, partito questa volta nel corso di un quadrangolare di calcio antifascista per le Quattro Giornate di Napoli organizzato dai gruppi vicini ai Carc e all’Asd Quartograd e con l’appoggio del Comune di Napoli e della Quinta Municipalità. Nessun commento da parte del pm Antonello Ardituro, ma è logico ipotizzare che dietro questo no comment ci siano ovvie ragioni di riservatezza per una delicata inchiesta ancora in corso, destinata ad allargarsi nelle prossime settimane.

Fonte: Il Mattino

La Redazione

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