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Sosa, ex compagno di Calaiò: «Emanuele sfrutterà questa chance»

«Quando ero in Argentina la mia squadra fu in grado di cancellare un passivo così pesante»

Niente è impossibile, recita uno slogan pubblicitario. Nel calcio soprattutto. «Vi racconto una storiella di qualche anno fa. Giocavo in Argentina nel Gimnasia La Plata, sfida decisiva contro l’Atletico San Rafael: chi perde, retrocede. All’andata finisce 3-0 per l’Atletico, nella gara di ritorno siamo 0-0 a un quarto d’ora dalla fine e spacciati. Uno a zero per noi, poi il raddoppio al 90’ e il terzo gol al 94’. Io ero in campo e il Gimnasia si salvò». Il Pampa Sosa è al seguito degli azzurri a Plzen come opinionista di Sky Sport e vorrebbe oggi assistere a un’impresa del Napoli, la sua ex squadra. «È facile dire: facciamo un gol presto e poi tentiamo l’impresa. Il primo tempo può finire zero a zero, così come si può subire un gol e farne dopo quattro perché una cosa del genere sarebbe nelle corde del Napoli. Non è questo il problema, il dubbio è invece un altro: con quale animo i giocatori scenderanno in campo? Già rassegnati all’idea dell’eliminazione oppure assatanati e desiderosi di compiere la grande impresa?».

Sosa, il miracolo è possibile?
«Certo. Per tutti il chiodo fisso deve essere quello di giocare questo match con il sangue agli occhi. È evidente che con il passare dei minuti si farà una valutazione su quello che potrebbe accadere dopo. Nel caso del Napoli non va trascurato il campionato perché nel giro di una settimana gli azzurri sono attesi da due sfide che potrebbero segnare la lotta scudetto».
Quindi?
«Subito all’attacco. Almeno un gol nel primo tempo, come ha fatto il Victoria al San Paolo, e poi nella ripresa accada quel che deve accadere. Il Napoli lo deve al proprio blasone e ai suoi tifosi».
Calaiò titolare al centro dell’attacco, Cavani inizialmente in panchina. Consigli all’ex compagno di squadra nel Napoli di Reja?
«Nessun consiglio, Emanuele sa bene come giocare e cosa fare. Spero che colga al volo quest’occasione perché non capita spesso di approfittare dell’assenza del Matador. Finora Calaiò s’è visto poco, nel match di andata ha giocato quindici minuti in posizione defilata e non mi è piaciuto. Treni come quelli di questa sera passano poche volte, da Calaiò mi aspetto una grande partita».
Conviene sprecare molte energie dovendo affrontare poi la trasferta di Udine e la partita della vita contro la Juventus?
«Il dispendio non è nella prestazione, perché se le cose si mettono male il Napoli può sempre interpretare il resto del match come un allenamento. I disagi sono causati dal viaggio, dal rientro e dalla successiva trasferta di Udine, questo sì che rischia di sottrarre energie preziose ai calciatori».
Se Sosa fosse Mazzarri, giocherebbe con il tridente?
«Giocherei da grande squadra e per vincere. Almeno inizialmente».
La settimana che verrà sarà decisiva anche in chiave campionato?
«Molto o tutto dipenderà dalla distanza in classifica che ci sarà tra Napoli e Juventus dopo lo scontro diretto. Se dopo la supersfida restassero i quattro punti che ci sono adesso, non ne farei un dramma, anzi ci metterei la firma».

Fonte: Il Mattino

La Redazione

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