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Sportmediaset: Cavani “mata” il Milan

Il posticipo della 3.a giornata di Serie A consegna un risultato da sottolineare in rosso: trascinato da un meraviglioso Cavani, il Napoli batte per 3-1 il Milan e resta a punteggio pieno in testa alla classifica. Vantaggio iniziale dei rossoneri all’ 11′ con Aquilani, ma subito dopo inizia lo show degli azzurri e del loro bomber, che pareggia al 13′ e sigla il vantaggio al 36′.  A inizio ripresa, gran sinistro per il 3-1 che sigla il successo.

 

LA PARTITA

Con 36 giornate ancora davanti, parlare di passaggio di consegne è sicuramente prematuro ed esagerato. Ma non lo è, affatto, parlare di segnale chiaro, intelleggibile proveniente dal San Paolo: il Napoli è una grande squadra e dispone di organico, gioco, testa e ambiente per puntare dritto allo scudetto. La distruzione di un Milan rimaneggiato fin che si vuole, ma pur sempre campione e titolare di tonnellate di esperienza per affrontare esami complicati, è la logica conseguenza di una differenza espressa per almeno tre quarti della partita e creata non appena il Napoli, superato un inizio titubante, si è sciolto e ha deciso di giocare da Napoli. Svelando che il Re Milan, sotto il tricolore, è nudo.

Avendo visto pochissimo la palla a Barcellona, il Milan cerca di compensare gli arretrati prendendosi la sfera in avvio e tenendosela stretta con lunghi, quasi esasperati fraseggi in orizzontale tra i difensori che ben poco, in realtà, ricordano i ricami blaugrana. Quando decidono di verticalizzare, tuttavia, i rossoneri beccano subito in flagrante la retroguardia del Napoli, che fatica a gestire le marcature sulle variazioni a destra di Cassano, Nocerino e Abate. Proprio su un cross di Fantantonio da destra, il centro dell’area azzurra è sguarnito: Aquilani è felice nell’inserimento e nell’impatto di testa che gli vale il suo primo gol in rossonero. Gli azzurri, evidentemente settati sulla modalità “partita d’attesa”, devono immediatamente cambiare piani. E sono bravi e fortunati ad evitare il blackout sulla prima palla alta, atavico tallone d’Achille della difesa milanista. E’ Maggio, su una punizione di Hamsik, a svettare nientemeno che su Thiago Silva: e le palle vaganti in area, con Cavani nei paraggi, significano automaticamente gol. Botta e risposta che fa uscire il Napoli dal torpore e che rende il match ancora più interessante, visto che il Milan, assorbita la botta, continua a macinare palloni nella metà campo avversaria. Ma a fronte di una certa sterilità offensiva (Pato dormicchia), è la fase difensiva del Diavolo a non funzionare: il bunker della scorsa stagione è un ricordo, la copertura sui contrattacchi napoletani un optional. Cavani, al 36′, punisce ancora su assist di Gargano, libero di andare alle spalle di Van Bommel e Nocerino. Il Diavolo non coglie l’attimo, poco dopo, per mettere immediatamente la pezza (De Sanctis splendido su Aquilani). E ne consegue che il tema tattico della partita diventa quello più congeniale a Mazzarri, con protezione molto più accorta dei labili tentativi milanisti e ripartenze pancia a terra in situazioni di “uno contro uno”, visto che il lentissimo centrocampo di Allegri viene superato costantemente dai bip-bip azzurri. Cavani esplode il colpo del k.o. già a inizio ripresa raccogliendo, solo soletto in area, una corta respinta di Nesta, abbandonato a se stesso con i tre compagni di reparto.

A frittata fatta e servita, Allegri capisce che contro un collettivo che – pur ricco di qualità – corre il triplo, è il caso di buttare nella mischia gente che almeno faccia girare le gambe. E il fatto che sia Van Bommel, muro maestro del tricolore, a lasciare il posto al gregario Emanuelson la dice lunga sulla crisi di identità che, gol preso dopo gol preso, sta attanagliando il Milan che, anche nell’ultima fetta di gara, vede i sorci verdi – anzi, azzurri – a fronte di un forcing condotto in maniera assai poco convinta. In attesa di ritrovare gli infortunati e, soprattutto, la formula giusta, il Diavolo si ritrova nello scomodo girone in cui si stanno dibattendo anche i cugini interisti, la Roma, la Lazio. Cinque punti sopra, invece, la banda Mazzarri: mai un simile margine, con 108 punti ancora sul tavolo, è sembrato così importante.

 

Fonte: Sportmediaset

 

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