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Il Napoli supera la ‘prova del nove’: i tenori girano, ma occhio alla retroguardia

Ancora qualche ombra ma soprattutto luci per il Napoli di Walter Mazzarri

La consueta rubrica L’analisi tattica di IamNaples.it si trasferisce per collocarsi nel segmento post-partita, creando un nuovo spazio di valutazione e approfondimento tecnico-tattici del calcio espresso dalla squadra di Mazzarri. Al termine di ogni giornata, saranno messi sotto la lente d’ingrandimento i meccanismi di gioco mostrati dagli azzurri e saranno presi in considerazione gli aspetti positivi e i difetti da rivedere. IamNaples non rinuncia, comunque, all’analisi pre-partita, riproposta sotto nuove vesti nella rubrica intitolata Preview.

ESAME SUPERATO – Avevamo parlato di una “prova del nove” per il tecnico del Napoli e per la squadra tutta: ebbene, i nove punti dopo le tre gare d’apertura sono arrivati, e sono arrivati nel migliore dei modi, con un calcio di personalità e di qualità. Difficile predisporsi verso uno spirito critico, eppure restano non pochi dettagli da migliorare nei sistemi di gioco del Napoli.

COSA NON VA – La difesa: sembrano ancora da collaudare le misure protettive adottate dal trio arretrato del Napoli, che va troppo spesso in crisi sui tiri piazzati e, in generale, sulle palle alte. Su corner e calci di punizione traspare di frequente un senso di fragilità, ugualmente sui lanci e sui cross non sempre i marcatori azzurri si fanno trovare pronti. Due reti di scarto relegano in secondo piano il gol subito da Parolo sul 2-0, per più di novanta minuti il Napoli è rimasto sempre in vantaggio, e c’è da dire che la rete del parmense è stata piuttosto fortunosa. Ma è anche figlia di una tendenza dei nostri a farsi sorprendere sui palloni alti. Lacuna che va assolutamente, al più presto, colmata. E già nel Preview si era sottolineata l’importanza di non scoprire il fianco al Parma, sottovalutandone le potenzialità: la presenza di Dzemaili garantiva meno copertura rispetto a quanto avrebbe fatto Behrami, per questo bisognava controllare con occhi spalancati le manovre avversarie. Invece, anche per i ritmi iniziali altissimi, il Napoli ha subito troppi cali, sicuro del risultato, lasciando che il Parma riaprisse la partita sull’1-2. Anche la misura dei passaggi, in principio esemplare, ha cominciato a sfaldarsi, Dzemaili ha sbagliato troppi appoggi facili – per pura distrazione – e la difesa conserva il pericoloso vizietto di giochicchiare con la palla nella propria area di rigore.

COSA VA – Ma non c’è da essere severi con le critiche: gli avversari non vengono certo a fare da spettatori e il Napoli ha annichilito il Parma con un calcio di qualità pregevole, ma soprattutto di grande autorità caratteriale. Gli automatismi offensivi sono ottimali, a tratti spettacolari. Inler e un superlativo Hamsik hanno corso e mostrato brillantezza atletica, mentre tutta la squadra applicava un pressing attentissimo, senza risparmiarsi.  La nota più lieta è stata il rientro di Goran Pandev, decisivo e certamente il migliore in campo. Punto a favore, soprattutto, di Mazzarri, impopolare nell’essere categorico quando ribadisce che il macedone è titolare inamovibile di questa squadra, a scapito, inevitabilmente, dell’acclamato Insigne. Pandev ha mostrato di che pasta è fatto: meno elegante e raffinato del talentino napoletano, ma eccezionale per efficacia, velocità e visione di gioco. L’assist che ha regalato proprio a Insigne il primo gol in campionato ha del fenomenale. L’intesa con Cavani è buona, e lo stesso Insigne sembra aver giovato dell’ingresso a partita in corso. E a proposito dei cambi, questa era una piccola carenza nella gestione tattica dell’incontro: ma oggi, contro il Parma, Mazzarri non ha sbagliato nemmeno una sostituzione, sia come uomini che come tempistica. Da applausi. Continuando così si può fare molto bene – adesso arriva l’Europa League e poi un impegno a Catania che sarà tutt’altro che semplice.

 

A cura di Lorenzo Licciardi

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