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Tudor, parla il nuovo tecnico dell’Udinese: “Grande sfida per me. Reja? Il mio maestro”

"Non è buono modificare molto, bisogna lavorare sulla testa"

Igor Tudor è stato ufficializzato oggi come nuovo allenatore dell’Udinese rilevando Massimo Oddo.

Queste le sue parole in conferenza stampa:

Sul contratto. “Era importante per me, venire solo per quattro partite non me la sentivo. Abbiamo parlato, ci siamo piaciuti e abbiamo deciso di fare questo progetto. Io ho apprezzato il club per la serietà. È una delle migliori in questo, ti lasciano lavorare… poi devi essere bravo per dimostrare il tuo valore”.

Sulla difesa. “Noi allenatori parliamo sempre di moduli, perché siete curiosi. Sono numeri, importanti, ma più di questo è lo stile di gioco, con che intensità e mentalità. Poi uno può essere dieci metri avanti, oppure indietro. Inizi con 4, poi si spostano di dieci o venti metri… io studio molto queste cose, ma se devo scegliere preferisco altro, non parlare di numeri”.

Sui cambiamenti. “Non è buono modificare molto, bisogna lavorare sulla testa. I giocatori sono persone perbene, che lavorano, che ci tengono. È importante lavorare sulla mente”.

Sull’evoluzione della trattativa. “Non ci ho pensato, è successo in fretta, negli ultimi due giorni. Sono contento e chiamerò sicuramente Oddo per capire. Allo spogliatoio ho detto di andare a casa e li vediamo domani, alle 6 di pomeriggio. Stanno mentalmente male, loro ci soffrono. Ho parlato subito con il presidente perché pensavamo a un giorno di ritiro, invece gli ho detto di andare a casa. Abbiamo 3 o 4 giorni di allenamenti ed essere al meglio domenica alle 15”.

Sulla situazione rovente. “In tanti mi hanno chiamato, molti mi han detto pensaci, non è ideale. Pure chi allena il Real Madrid ha i suoi problemi. La prendo come sfida, credo in me e nella rosa. Noi rimarremo in Serie A e poi faremo un bel campionato”.

Su Balic. “L’ho allenato nel settore giovanile dell’Hajduk Spalato. Andrija è migliorato, è cresciuto, non è più bambino come era prima. I giocatori li conosco tutti, è una rosa con cui si può fare bene”.

Sulle difficoltà di arrivare dall’estero. “Non è un pregio che io non abbia mai allenato qui. Sono stato in Italia dieci anni da calciatore, giocando in squadre importanti. Se uno ha qualità, nel suo lavoro, deve dimostrarla. Certo, l’esperienza aiuta, ma poi è la qualità che cambia”.

Sui tanti allenatori cambiati. “Bisogna vedere cosa serve in questo momento. Alle volte dai scappellotti, altre amore. Speriamo cose buone già domenica, anche punti”.

Sul dire sì all’Udinese e su Reja. “Non abbiamo parlato, con Reja ho un gran rapporto perché sono stato un suo assistente all’Hajduk, era la mia prima esperienza nove anni fa. L’Udinese è un grande club, anche stando fuori ho seguito il campionato e penso che questa rosa sia interessante, con giovani buoni”.

Sul cosa può dare un nuovo tecnico. “Tutto o niente, dipende dalle sue qualità. Non è il momento di parlare troppo, ora bisogna fare questa partita con il Benevento”.

Inizia la conferenza del croato. “È un momento delicato, per questo non vorrei parlare troppo di me. C’è un lavoro importante da fare, finire la stagione come questa società merita. Finire nel modo giusto, poi partire con nuova energia.”

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