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Uomo in più ma il Napoli non riparte

Un punto sul campo del Milan, un sorriso dopo un periodo grigio in campionato. Ma il Napoli avrebbe potuto realizzare l’impresa (nell’86 l’ultimo successo al Meazza contro i rossoneri), sfruttando il vantaggio concesso dall’ennesimo colpo di testa, anzi di mano, di Ibrahimovic. Lo svedese, tre minuti dopo aver impegnato De Sanctis, ha mollato un ceffone ad Aronica, impegnato da par suo in una zuffa un po’ fisica e un po’ verbale con Nocerino. L’episodio è stato colto dal guardalinee Cariolato, che ha spinto l’arbitro ad allontanare Ibra. Al collaboratore di Rizzoli è sfuggita la manata del difensore del Napoli al centrocampista napoletano del Milan: potrebbe esservi uno strascico per Totò con la prova televisiva se il procuratore federale recapitasse sul tavolo del giudice sportivo quelle immagini.
Milan in dieci negli ultimi ventisei minuti, tuttavia il Napoli non è riuscito ad approfittarne: non è andato oltre il colpo di testa di Cavani su assist di Lavezzi al 25′. Nel freddo di San Siro – temperatura sotto lo zero, però non ha inciso sulla partita – gli azzurri anzitutto non hanno voluto rischiare e così Pandev è stato inserito soltanto nel finale per l’ultimo assalto, andato peraltro a vuoto. A un quarto d’ora dalla fine, invece, era entrato un mediano, Inler, il colpo del mercato estivo lasciato in panchina da Mazzarri perché fuori forma: il tecnico temeva la pressione del Milan, anche se in inferiorità numerica.
L’impostazione della partita è stata subito chiara. Mazzarri ha messo un uomo su Seedorf, quasi sempre Gargano, e ha abbassato Hamsik per proteggersi meglio. Campagnaro e Aronica, reduci da prestazioni non brillanti, sono stati tra i migliori in campo: hanno concesso niente a Ibra e Robinho, come a Nocerino, pericoloso nei suoi inserimenti offensivi; a corrente alternata Cannavaro, invece. Mazzarri confidava nella vivacità di Lavezzi per attivare il contropiede, invece il Pocho non era in una delle sue giornate migliori e così le ripartenze sono state affidate a Dzemaili, che al momento ha sottratto il posto da titolare al connazionale Inler. Brillante Zuniga a sinistra, ha messo in difficoltà Abate, costringendo Emanuelson al raddoppio. Il Napoli, pur avendo spazi disponibili nella trequarti del Milan, ha avuto solo un paio di occasioni nel primo tempo: Lavezzi (22′) ha colto sul secondo palo il cross di Maggio, però ha scelto di tirare anziché di appoggiare il pallone a Cavani, libero in area; alto il tiro a giro del Matador dopo una leggerezza di Abate (44′).
La scena non è cambiata nella ripresa, cominciata dal Milan con il secondo portiere Amelia (infortunio muscolare per Abbiati), nonostante il rosso ad Ibrahimovic. È stato il Napoli a rischiare prima e dopo l’espulsione di Zlatan. Due palle gol pulite per Robinho: quella al 5′, sprecata davanti a De Sanctis, e quella al 40′, perfetta la respinta del portiere. Gli azzurri si sono difesi con ordine, anche perché le mosse di Allegri – espulso a tre minuti dalla fine per proteste – non hanno creato scompiglio nell’area avversaria. Il Napoli avrebbe potuto fare qualcosa in più, però evidentemente la cosa più importante era non prenderle. La squadra resta bloccata al settimo posto: lo ha raggiunto il Palermo e il Genoa è là, a un punto.

 

Fonte: Il Mattino

 

La Redazione

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