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Vargas “bomber di notte” cerca altri gol con il Napoli europeo

«Turboman» dopo la tripletta atteso a un altro match magico con la squadra numero due

Com’è la vita. Fino a poche settimane fa Edu Vargas era molto di più di un oggetto misterioso. Era quasi uno in più, nella rosa delle stelle azzurre. Ora Turboman, dopo la tripletta con l’Aik Solna è atteso domani sera a un’altra notte magica, nella squadra dei numero due. «Siamo una bella coppia, lo dimostreremo ogni volta che andremo in campo insieme», ha spiegato la settimana passata Lorenzo Insigne riempiendo d’elogi il suo compagno cileno.
Quella con il Psv è la sera delle seconde scelte, di quelli cresciuti nell’ombra di qualcun altro: è la sera del ritorno in campo dall’inizio di Edu, cosa che da quando è in Italia non gli è capitata così spesso. Nessuno deve sottovalutare il cileno. Nessuno pensi che il ruolo di riserva lo conduca a una cristiana rassegnazione: dopo i 90 minuti da protagonista nella prima di Europa League, il centravanti di Renca ha indossato nuovamente il ruolo del comprimario. Senza sollevare un lamento. Dopo l’Aik, il ritorno nell’ombra: tre partite in serie A, trentadue minuti in campo complessivamente. Una miseria, per il re di Coppa. Ma Vargas fino ad adesso continua, giustamente, a non sentirsi un frustrato: nel Napoli non c’è nessuna pattuglia di giocatori che non condivida le scelte di Walter Mazzarri. Anche se legittimamente, tutti avrebbe una voglia matta di giocare.
Ma nel caso di Vargas, come si fa a chiedere spazio quando il titolare si chiama Edinson Cavani? Tre gare partendo dalla panchina sono state difficili da digerire. Vargas è entrato a Catania al 20’ della ripresa nello squilibrato assalto finale al fortino etneo; ha avuto una passerella d’onore con la Lazio e non è sceso in campo neppure per un istante nella gara con la Sampdoria.
«Io sono contento di stare qui, sono felice di giocare nel Napoli», commenta il bomber dalle due vite. La prima è sugli almanacchi del calcio sudamericano (la conquista del Torneo di Apertura, di Clausura, la Copa Sudamericana e 29 gol in 48 partite), la seconda è iniziata in Italia da gennaio. Una vita da riserva.
Vargas ha una gran voglia di giocare, nonostante la «concorrenza sleale» di Cavani. «Ma io sono contento così», ribadisce appena può nel suo italiano ancora stentato e che migliora con il passare delle giornate non solo per gli insegnanti messi a disposizione dal club azzurro ma anche per l’affetto della gente di Monterusciello e Quarto, dove da otto mesi ha scelto di vivere. Ha provato a fine agosto ad andare via. Ma Bigon non ha avuto tentennamenti: «Non si muove da qui». Dopo la tripletta, il ds azzurro ha gongolato felice. Una tripletta, quella con gli svedesi, comunque d’oro: perché gli ha consentito di riprendersi la maglia della nazionale cilena persa sia perché a Napoli non gioca, sia perché a giugno è stato protagonista di una «notte brava» a Santiago. Acqua passata. Il ct Claudio Borghi, infatti, lo aveva messo un po’ da parte, lui che appena 8 mesi fa è stato secondo, dietro Neymar, nella classifica dei migliori giocatori del Sudamerica. Probabilmente il 12 ottobre sarà persino titolare contro l’Ecuador e quattro giorni dopo contro l’Argentina nella gare per la qualificazione ai mondiali 2014 anche perché si è fatto male l’altra punta del Cile, il bomber del Monterrey Humberto Suazo.
Mazzarri contro il Psv gli affida una missione: scardinare la difesa olandese, con uno scatto, un rimpallo, un tocco di rapina. L’uomo di scorta, non può e non deve lasciarsi sfuggire l’occasione che il tecnico azzurro gli offre in Europa League: sul collo il fiato del Matador che al Philips Stadion comunque andrà in panchina. Pronto a entrare in caso di emergenza. Vargas osserva, aspetta, soffre. Al suo fianco avrà Lorenzo Insigne: averne di queste fortune nella vita.

Fonte: Il Mattino

La Redazione

M.V.

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